Brevi riflessioni sui lavori della Commissione per il concorso in magistratura indetto con D.M. 22 ottobre 2015, di cui sono stato Presidente.
La Commissione è composta da n. 28 componenti, di cui n. 20 magistrati, n. 5 professori e n. 3 avvocati.
Viene richiesto ai candidati di svolgere tre prove scritte (in diritto civile, penale ed amministrativo) in tre giorni diversi, concedendo il tempo massimo di otto ore dalla dettatura della traccia per la consegna degli elaborati, e di sostenere l’esame orale, decorsi almeno 45 giorni dalla comunicazione dell’esito della prova scritta, in 18 materie (diritto civile, diritto romano, diritto penale, procedura civile, procedura penale, diritto amministrativo, diritto costituzionale, diritto tributario, diritto commerciale, diritto fallimentare, diritto del lavoro, diritto della previdenza sociale, diritto comunitario, diritto internazionale privato, diritto internazionale pubblico, informatica, ordinamento giudiziario, lingua straniera).
La composizione integrata della Commissione, con la partecipazione di professori universitari e di avvocati, costituisce elemento da valutare positivamente, in quanto contribuisce ad accrescere le capacità complessive dell'organo e consente una pluralità di competenze e di punti di vista, indispensabili nello svolgimento del compito affidato alla Commissione stessa.
Condivisibili sono pure i parametri di scelta dei commissari magistrati, volti a garantire la diversa provenienza geografica e professionale degli stessi, sulla base di tali parametri, la scelta del singolo commissario avviene poi per sorteggio tra quanti hanno dichiarato la loro disponibilità.
Il concorso in parola è stato indetto per n. 350 posti; hanno presentato domanda 16.144 concorrenti; si sono presentati il primo giorno n. 5.991; hanno consegnato tutte e tre le prove n. 2.895; sono stati poi ammessi alle prove orali n. 366 e presentati n. 363; gli idonei sono risultati n. 351 (tutti dichiarati idonei, atteso il già deliberato aumento del decimo dei posti).
Come appare evidente dal su riportato dato, la vera e propria selezione è avvenuta sulla base delle prove scritte, in quanto, su 2.895 candidati esaminati, ne sono stati ammessi agli orali solo 366.
La selezione è efficace, e consente in effetti di individuare i candidati meglio preparati nelle materie giuridiche; il successivo periodo di tirocinio (ordinariamente di 18 mesi, salvo riduzioni) consente poi ai vincitori di concorso di utilizzare la detta preparazione giuridica nella concreta vita professionale, così da potere svolgere al meglio la delicata funzione di magistrato.
Al fine di rendere efficace la selezione e ad assicurare ai candidati condizioni di parità, la Commissione da me presieduta ha elaborato le tracce in seduta plenaria la mattina stessa delle singole prove (come richiesto dalla legge); al riguardo si è deciso di predisporre tracce su istituti di carattere generale, con gli opportuni approfondimenti di carattere particolare, evitando sia argomenti trattati nello specifico dai componenti la Commissione (specie con riguardo ai professori universitari) sia argomenti già oggetto di prova negli anni precedenti; tanto al fine di consentire a tutti di dimostrare le proprie conoscenze di base nel singolo istituto giuridico nonchè le proprie capacità di ragionamento nell’applicare le dette conoscenze per la soluzione del caso specifico oggetto della traccia.
Nonostante l’elevato numero di partecipanti, le prove scritte si sono svolte, in tre grandi padiglioni di Fiera di Roma, in relativa tranquillità e senza alcuna anomalia, grazie anche all’apporto dell’efficientissimo apparato amministrativo dell’Ufficio concorsi del Ministero della Giustizia ed all’attento controllo anche delle forze dell’Ordine, che ha impedito l’ingresso nei padiglioni di materiale non consentito, limitando l’accesso solo a codici non commentati ed al testo relativo a singole disposizioni legislative (come previsto per legge), ed ha consentito ai candidati di alzarsi dai banchi in maniera ordinata e solo per il tempo strettamente necessario.
Nella correzione degli elaborati scritti la Commissione in seduta plenaria ha dapprima fissato i criteri generali da seguire nella detta correzione, indicando il contenuto minimo di argomenti che ciascuna prova doveva contenere e sottolineando l’importanza, ai fini del raggiungimento dell’idoneità, della chiarezza espositiva e della correttezza nella costruzione nel periodo.
La Commissione, sempre in seduta plenaria, ha poi proceduto alla correzione di alcuni elaborati (per circa n. 20 candidati), al fine di adeguare i detti criteri generali alla concreta prova espletata dai candidati; si è trattato di un lavoro particolarmente impegnativo ed assai importante per il raggiungimento delle finalità del concorso, atteso che è proprio in detto periodo (che è opportuno eventualmente anche prolungare, prevedendo la correzione di elaborati relativi ad almeno 40 candidati) che si è venuta di fatto a predisporre una “asticella” di valutazione da superare per conseguire l’idoneità; asticella che è stata poi via via adeguata alle specifiche problematiche evidenziate dai singoli elaborati.
Successivamente la Commissione (come previsto per legge) si è articolata in due autonome sottocommissioni (composte da n. 9 membri ciascuna), articolate ciascuna a sua volta in tre gruppi, rispettivamente per la correzione dell’elaborato di diritto civile, penale ed amministrativo (gruppi composti ciascuno da n. 3 membri); in tale periodo la Commissione ha operato normalmente nelle dette articolazioni, ed eccezionalmente, nei casi dubbi e in presenza di contrasto tra componenti, in seduta plenaria.
La correzione degli elaborati scritti è avvenuta attraverso la lettura dei singoli elaborati; nello specifico, per ogni singolo gruppo, un componente della Commissione ha letto ad alta voce il compito; successivamente la Commissione ha proceduto alla valutazione, esprimendosi dapprima sulla idoneità e, in caso positivo, assegnando il voto; sono stati dichiarati idonei per la prova orale solo i candidati che hanno conseguito l’idoneità in ciascuna delle prove (diritto civile, penale, amministrativo).
La normativa in vigore non consente una “compensazione” tra i diversi compiti scritti, sicchè, anche a fronte di elaborati con voti molto alti nelle altre materie, è sufficiente una idoneità in una singola materia per impedire il passaggio alla fase degli orali; sul punto la normativa appare inadeguata, impedendo la “verifica degli orali” anche a candidati preparati e che sono incorsi in uno “scivolone” (magari casuale) solo su una materia.
Terminata la fase della correzione degli scritti si è passati quindi, trascorso il su citato termine di gg. 45, alla prova orale.
Detto termine appare eccessivamente breve; ed invero, da un lato, tenuto conto del numero di materie attualmente previsto per la prova orale, molte delle quali verosimilmente non più curate dai candidati dopo gli studi universitari, il termine concesso per la preparazione è obiettivamente insufficiente; dall'altro si crea una rilevante discriminazione tra i candidati che devono sostenere l'esame per primi e quelli che devono sostenerlo per ultimi, a distanza di molti mesi; discriminazione che non può essere compensata dall'applicazione di un diverso metro di giudizio da parte della Commissione, a scapito della correttezza della prova; più opportuno sarebbe concedere a tutti i candidati un tempo minimo di preparazione più congruo, in modo da consentire uno studio adeguato anche ai primi sorteggiati, elidendo così lo svantaggio rispetto agli ultimi.
Si nutrono dubbi, poi, sull'effettiva necessità di far svolgere l'esame orale su un così elevato numero di materie, alcune delle quali obiettivamente residuali nel successivo esercizio della professione; il tempo mediamente utilizzato dalla Commissione da me presieduta per il completamento delle prove orali è stato di circa un’ora e 45 minuti; tempo che, da un lato, costituisce per il candidato uno sforzo massimo di concentrazione, e, dall’altro, non consente, proprio per l’elevato numero di materie, un serio ed approfondito esame nelle materie più importanti per lo svolgimento della futura attività professionale.
Alcune perplessità anche in ordine alla prova orale in lingua straniera (che viene scelta dal candidato tra inglese, francese, spagnolo e tedesco); prova che si svolge dinanzi alla Commissione integrata da un professore nella lingua scelta dal candidato; al riguardo, attesa l’importanza della conoscenza della lingua straniera, alla luce delle prove sostenute nella Commissione da me presieduta e della necessaria brevità delle stesse, si ritiene preferibile prevedere, eventualmente quale requisito di ammissibilità per la partecipazione al concorso, la presentazione di un attestato di superamento di un esame di lingua internazionalmente riconosciuto.
Si valuta infine con favore la recente modifica normativa tendente a consentire il concorso in magistratura subito dopo il conseguimento della laurea; ed invero, l'introduzione, quale elemento necessario per la partecipazione al concorso, di un percorso supplementare rispetto al mero conseguimento della laurea in giurisprudenza (come la frequentazione della Scuola di Specializzazione per le Professioni Legali, il tirocinio negli uffici giudiziari, l'acquisizione del titolo di avvocato etc.) sembra presentare più svantaggi che vantaggi; i candidati, invero, non appaiono presentare una preparazione più specifica al compito che dovrà essere loro affidato, ma, per contro, arrivano a sostenere l'esame in età ben più avanzata (a volte fin troppo) e, dunque, ad affrontare il difficile inizio dell'attività professionale con minor slancio e maggiori difficoltà oggettive; senza considerare, dal punto di vista sociale, che tale soluzione svantaggia coloro che non hanno possibilità economiche che gli consentano di attendere un consistente numero di anni prima di poter ottenere una stabile situazione lavorativa, e, dal punto di vista del livello assoluto del concorso, che i candidati migliori vengono nel detto periodo indotti ad entrare in studi professionali avviati, ove poi, anche per ragioni economiche, tendono a rimanere.
In conclusione, alla luce dell’esperienza, assai impegnativa ma estremamente interessante, di Presidente di Commissione, ritengo il concorso in magistratura, pur se migliorabile in alcuni aspetti, uno strumento assolutamente efficace di selezione dei candidati, idoneo ad assicurare condizioni di parità tra i partecipanti e ad indicare i più meritevoli a svolgere la fondamentale funzione di Magistrato.