ISSN: 2974-9999
Registrazione: 5 maggio 2023 n. 68 presso il Tribunale di Roma
L’esordio operativo dell’Ufficio per il processo nei Tribunali.
Intervista di Ernesto Aghina a
Maria Giuliana Civinini, Presidente del Tribunale di Pisa
Antonella Magaraggia, Presidente del Tribunale di Verona
Francesco Mannino, Presidente del Tribunale di Catania
Pierluigi Picardi, Presidente del Tribunale di Napoli Nord
Dopo una partenza anticipata presso la Corte di Cassazione, il 21 febbraio inizieranno la loro attività negli uffici giudicanti di primo e secondo grado ben 7.264 addetti all’Ufficio per il Processo, che costituiscono il primo scaglione dei 16.500 laureati assunti dal Ministero della Giustizia a tempo determinato con l’obiettivo di abbattere l’arretrato civile e di ridurre la durata dei procedimenti civili e penali.
Dopo la sua istituzione nel 2014 ed un avvio non uniforme nei singoli uffici giudiziari, non sempre in grado di fare fronte all’implementazione di tale struttura per l’endemica carenza di risorse, quello messo in atto è un intervento del tutto inedito nel nostro panorama giudiziario, che per la sua peculiarità impegnerà tutti gli uffici, coinvolti in una vera e propria rivoluzione organizzativa di particolare complessità, a partire dai dirigenti degli uffici stessi, che hanno già predisposto a tal fine un progetto operativo.
Francesco Cottone, direttore generale per il coordinamento delle politiche di coesione del Ministero della Giustizia, ha affermato che il valore principale del progetto sugli Uffici per il Processo va oltre il raggiungimento degli obiettivi di efficienza giudiziaria previsti dal PNRR, in quanto “crea concime per l’innovazione del sistema giudiziario Paese e, speriamo che l’iniziativa lasci una eredità a regime, in termini di relazioni tra università e Uffici Giudiziari, di iniezione di capacità manageriali negli uffici giudiziari e di capacità predittiva della domanda di giustizia, per fornire le giuste risposte organizzative ma anche procedurali alla reale domanda di giustizia”.
Ed è proprio muovendo da queste premesse ed auspicando che questa rivoluzione porti ad un miglioramento del servizio giustizia, non solo in termini quantitativi (abbattimento dell’arretrato), ma anche qualitativi (contenuto del provvedimento giurisdizionale) che Giustizia Insieme ha deciso di aprire un focus sull’Ufficio per il Processo, inserendo nella pagina web della Rivista una rubrica dedicata nella quale, a partire da oggi, verranno pubblicate interviste ed approfondimenti, con l’obiettivo di monitorare il concreto evolversi di questo nuovo modello organizzativo che costituisce, ad oggi, la vera sfida per una riforma della giustizia.
Si sono già esaminati su questa rivista gli aspetti principali dell’U.P.P. e la sua genesi (vedi in proposito l’intervista a Barbara Fabbrini: Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e risorse degli uffici giudiziari: il “nuovo” Ufficio per il processo) oggi, all’esordio di questo innovativo modello organizzativo, può essere utile porre a confronto le scelte adottate, su alcuni temi “topici”, da alcuni dirigenti di Tribunale, selezionati su un campione che tiene conto delle diverse aree geografiche e delle dimensioni degli uffici.
Non esistendo difatti un modello unico di Ufficio per Processo, quanto piuttosto uno schema flessibile che dovrà essere convenientemente adattato alle esigenze dei vari uffici giudiziari, si rilevano già sostanziali differenze strutturali che caratterizzano scelte gestionali diverse.
Di seguito le risposte offerte da Maria Giuliana Civinini (Presidente del Tribunale di Pisa), Antonella Magaraggia (Presidente del Tribunale di Verona), Francesco Mannino (Presidente del Tribunale di Catania) e Pierluigi Picardi (Presidente del Tribunale di Napoli Nord).
1. Nel progetto organizzativo depositato la distribuzione degli addetti all'UPP tra settore civile e penale è stata operata in modo equivalente, ovvero sulla base di quali criteri?
CIVININI Al Tribunale di Pisa sono stati assegnati 43 funzionari addetti all’UPP, un numero rilevante per un Ufficio che ha una pianta organica di 28 giudici, compresi Presidente di Tribunale e due Presidenti di Sezione, e che si spiega con la presenza di un arretrato civile molto rilevante.
La distribuzione del nuovo personale è stata effettuata sulla base degli obbiettivi del PNRR come tradotti in obbiettivi dell’Ufficio: eliminazione dell’arretrato civile pre 2020, contenimento della durata dei nuovi procedimenti civili nei limiti della ragionevole durata come stabilita ai fini della legge Pinto, diminuzione del disposition time dei procedimenti civili e penali. Poiché l’Ufficio presenta un arretrato civile ultratriennale pari al 40% delle pendenze e poiché il disposition time del settore penale, pur avendo avuto un picco a partire dall’inizio dell’emergenza sanitaria, negli anni precedenti si collocava ampiamente al di sotto della media nazionale, i nuovi funzionari sono stati destinati in misura di due terzi al settore civile e un terzo al settore penale. Più in dettaglio, 4 funzionari sono assegnati ai servizi amministrativi, 3 a servizi di staff del presidente e dei presidenti di sezione, 26 alla sezione civile (di cui 2 all’ufficio del giudice del lavoro, 1 al settore della crisi di impresa, 23 al contenzioso civile), 10 alla sezione penale (di cui 8 all’ufficio del dibattimento e 2 all’ufficio GIP/GUP).
MAGARAGGIA Premetto che la distribuzione degli addetti UPP è stata decisa all’esito di molte riunioni che hanno visto coinvolti i Presidenti di sezione, i giudici, la Dirigente amministrativa e i Direttori amministrativi. La soluzione trovata è stata, quindi, condivisa.
Non è stata fatta “a pioggia”, ma individuando i settori dell’ufficio in situazione di maggior criticità, per arretrato e tempistica dei procedimenti, e assegnando a questi un maggior numero di addetti.
Al Tribunale di Verona si è, quindi, privilegiato il settore penale (viste le elevate pendenze) e, nell’ambito del civile, la I sezione, che presenta un arretrato ultratriennale maggiore rispetto alle altre.
MANNINO Al Tribunale di Catania sono stati assegnati 130 addetti all’Ufficio Per il Processo. La distribuzione tra i settori penale e civile del personale addetto all’UPP si è tenuto conto delle attività che i predetti addetti potranno svolgere e dei progetti che i presidenti delle singole sezioni civili o penali hanno indicato e sono chiamati a coordinare.
L’assegnazione dei funzionari, pertanto, è avvenuta in relazione agli specifici progetti ed alle attività che essi, all’interno di ogni sezione e, quindi, di ogni settore, potranno svolgere.
Il prospetto è il seguente:
Sezione o ufficio | Principali materie trattate oggetto del progetto | Numero di addetti previsto |
SETTORE CIVILE |
|
|
I civile | Protezione Internazionale – Separazioni e divorzi contenziosi | 13 |
II civile | Lavoro - Previdenza | 13 |
III civile | diritti reali – successioni – condominio – opposizioni ad ordinanze ingiunzioni - contratti | 10 |
IV civile | societario - contratti - bancario – imprese – contenzioso endoconcorsuale | 13 |
V civile | Responsabilità extracontrattuale - risarcimento danni alla persona – locazioni – contratti – somministrazioni – appello a sentenze gdp – opposizioni a decreti di liquidazione degli onorari | 10 |
VI civile | esecuzioni – contenzioso endoesecutivo | 4 |
SETTORE PENALE | sub totale settore civile | 63 |
I dib. penale | come da competenza tabellare | 10 |
II dib. penale | come da competenza tabellare | 10 |
III dib. penale | come da competenza tabellare | 10 |
IV dib. penale | come da competenza tabellare | 10 |
GIP/GUP | Archiviazioni – decreti penali | 8 |
SERVIZI TRASVERSALI | sub totale settore penale | 48 |
Segr. Presid e Dir. Amm | Struttura di staff e coordinamento dei progetti civili e penali Monitoraggi – gestione personale | 4 |
Esec. penale postdibattimento | Struttura di staff e coordinamento di progetti penali
| 3 |
Esec. Penale GIP/GUP | Struttura di staff e coordinamento di progetti penali
| 3 |
Ufficio impugnazioni penali | Struttura di staff e coordinamento di progetti penali
| 3 |
Rilascio copie | Struttura di staff e coordinamento di progetti civili | 2 |
Gratuito patrocinio | Struttura di staff e coordinamento di progetti penali | 2 |
Mod. 1 SAG | Struttura di staff e coordinamento di progetti penali | 2 |
| sub totale servizi trasversali | 19 |
| TOTALE | 130 |
PICARDI Si è optato per una distribuzione di 2/3 a civile + lavoro e di 1/3 a penale in ragione della diversità degli obiettivi previsti dal PNRR.
I risultati che devono essere raggiunti , per quanto riguarda il civile presentano una complessità sicuramente maggiore. Peraltro con specifico riguardo alla situazione del Tribunale di Napoli Nord anche la distribuzione dei giudici togati segue la stessa proporzione.
2. I g.o.p. sono notoriamente contrari alla loro utilizzazione all'interno dell'U.P.P.: sono stati inseriti nel progetto organizzativo dell'ufficio?
CIVININI L’Ufficio ha una dotazione effettiva di giudici onorari molto ridotta, 7 su 12 previsti in pianta organica. Sin dalla costituzione dei primi Uffici per il Processo, avvenuta con una variazione tabellare del dicembre 2019, nei settori Contenzioso, Famiglia e soggetti deboli, Lavoro, Esecuzioni mobiliari, i GOP addetti a funzioni civili (5) sono stati inseriti nei nuovi moduli operativi. Contemporaneamente è iniziato un lavoro di precisazione delle funzioni dei vari componenti dell’UPP e sono state concordate tra giudici professionali e giudici onorati le linee guida per la trattazione dei procedimenti delegati. Il modello ha avuto successo operativo e sta dando risultati molto positivi.
MAGARAGGIA Al Tribunale di Verona non ho riscontrato questa contrarietà e tutti i GOP presenti nelle sezioni sono stati inseriti negli UPP.
All’UPP della Volontaria Giurisdizione (già previsto nella Tabella di organizzazione dell’ufficio) sono stati assegnati solo GOP e l’unico giudice togato è il coordinatore.
Negli UPP di recente istituiti si è pure prevista una loro redistribuzione tra il settore civile e quello penale. Stante la possibilità per gli addetti UPP di fare assistenza all’udienza, è stata implementata la sezione dibattimentale, più in sofferenza come pendenze.
MANNINO La previsione della realizzazione di progetti di smaltimento non a supporto di singoli giudici togati ma per sezioni, come individuati dai presidenti di queste ultime, prevede certamente anche il coinvolgimento dei g.o.p. in forza a ciascuna sezione, sia in relazione allo smaltimento di procedimenti loro assegnati quali titolari di ruoli autonomi, sia quali attuali componenti dei singoli Uffici per il Processo già tabellarmente costituiti presso la totalità delle sezioni del Tribunale.
PICARDI No. Sono molto pochi e la loro destinazione alla supplenza sui ruoli di magistrati assenti perché in aspettativa o in congedo non riesce nemmeno a coprire il fabbisogno dell’ufficio.
Forse sarà possibile una utilizzazione in campo penale per un progetto specifico.
Ovviamente l’eventuale incremento della copertura della pianta organica potrebbe consentire l’utilizzo dei GOP.
3. La previsione dell'U.P.P. è stata modulata con riferimento ai settori (civile/penale), alle sezioni, ai magistrati, ovvero in che altro modo? Quale il motivo della scelta?
CIVININI Gli UPP tabellarmente presenti nel Tribunale sono oggi 7; ai quattro già costituiti all’interno della Sezione Civile, ne sono stati aggiunti due nella Sezione Penale – uno per il dibattimento ed uno per l’ufficio GIP/GUP – con le Tabelle 2020-2022, e uno per il settore della crisi di impresa in vista della presa di servizio degli addetti.
L’organizzazione e composizione degli UPP prevede servizi trasversali (monitoraggio statistico e monitoraggio della lavorazione dei fascicoli, accompagnamento alla digitalizzazione e alla innovazione, raccolta degli indirizzi giurisprudenziali e banca dati per il settore civile e per il settore penale, supporto alla gestione dei processi monocratici penali, supporto alla tenuta degli albi periti e CTU) e servizi di supporto al giudice nelle attività giurisdizionali in senso stretto. Al momento dell’adozione, ormai prossima, degli ordini di servizio per la destinazione ai diversi servizi sarà indicato il numero di addetti all’assistenza dei magistrati. Come avviene anche nell’organizzazione dei servizi di cancelleria di supporto al lavoro giudiziario, sarà previsto quali funzionari assisteranno quali magistrati, ferma la destinazione anche a rotazione a servizi trasversali (in primis la creazione e gestione dell’archivio di giurisprudenza).
MAGARAGGIA Per l’istituzione dei nuovi UPP si è preferito fare riferimento alle articolazioni sezionali in quanto strutture già esistenti, che facilitano l’organizzazione e il controllo. Inoltre tale soluzione, pur nella prevedibile fidelizzazione giudice/addetto UPP, evita di sancire il rapporto one to one in quanto l’addetto UPP è assegnato alla sezione e non al magistrato.
È stato anche istituito un UPP trasversale a tutte le sezioni denominato “UPP di supporto alle rilevazioni statistiche, alla raccolta giurisprudenziale e alla gestione degli addetti UPP” che svolge le seguenti attività: “verifica la correttezza dei dati statistici ed effettui le eventuali bonifiche; controlla la corrispondenza dei dati dell’ufficio con quelli che verranno ente inviati dal Ministero della giustizia e predisponga le statistiche periodicamente richiesti; segnala eventuali ritardi nel deposito dei provvedimenti; provvede alla raccolta e alla catalogazione della giurisprudenza inviata dalle sezioni secondo le modalità che il Ministero della giustizia indicherà per la costituzione della Banca dati di merito; provvede al vaglio e allo smistamento -per competenza- alle sezioni delle sentenze della Corte d’Appello e costituisca una Banca dati per quelle che riguardano tutte le sezioni; provvede alla gestione amministrativa degli addetti UPP”.
MANNINO Si rinvia a quanto illustrato in risposta alla domanda 1.
PICARDI Le assegnazioni sono state miste e sono dipese dal tipo di progetto in cui sono stati coinvolti gli addetti (progetti modulati su sezioni o trasversali su settori o centralizzati). Il principio generale è stato che siamo in presenza di strutture finalizzate ad agevolare il processo come entità organizzata e non ad aiutare il singolo giudice.
In altri termini si è ritenuto che al centro dell’innovazione dovesse essere messo il “processo” e non il giudice. In conseguenza di questa scelta l’elemento organizzativo dello stesso lavoro del giudice ha assunto un ruolo preponderante.
4. Come si è pensato di differenziare all'interno dell'ufficio le attribuzioni dei tirocinanti ex art.73 da quelle degli addetti all'U.P.P.?
CIVININI I funzionari svolgono funzioni inquadrate in servizi nell’ambito di questa nuova figura professionale di supporto. Gli stessi svolgeranno le attività di cui ai servizi trasversali, dai quali sono generalmente esclusi i tirocinanti, per i quali può essere prevista solo una partecipazione alla costruzione della banca dati e alle ricerche giurisprudenziali a servizio dei singoli UPP. Ancora gli stessi svolgeranno servizi di supporto al giudice nelle attività di cancelleria strettamente connesse alla giurisdizione (quali ad es. scarico, deposito, adempimenti post-udienza) da cui sono esclusi i tirocinanti. Se i tirocinanti continueranno nell’opera di studio, ricerca, redazione di bozze di provvedimenti, i funzionari avranno una funzione più ampia, che include il monitoraggio del ruolo, la prioritarizzazione delle istanze, lo screening delle cause ultratriennali a fini di ricalendarizzazione e individuazione del canale di definizione oltre che predisposizione di bozze di provvedimenti. Peraltro, l’UPP è un modulo di lavoro in team e le funzioni di tutti, inclusi GOP, personale di cancelleria ordinario e giudici devono coordinarsi in modo flessibile ed efficace.
MAGARAGGIA Nella costituzione degli UPP non si è fatta alcuna differenziazione. Allo stato, l’idea è quella di inserire i tirocinanti (verificando, di volta in volta, il loro numero, la tipologia di tirocinio e la durata) nelle sezioni che sono state meno favorite nell’assegnazione degli addetti UPP.
MANNINO I presidenti di sezione coordinatori, per quanto riguarda gli addetti all’UPP, ed i tutor dei tirocinanti ex art.73, d’intesa con i presidenti coordinatori, secondo le direttive da questi ultimi impartite, assegneranno a questi ultimi ed agli addetti all’UPP gli opportuni compiti necessari per la realizzazione dei progetti e degli obiettivi programmati per ciascun progetto. Ciò concede sia a presidenti che a tutor, in relazione a ciascun progetto, ampia flessibilità nell’individuare le attribuzioni di ciascuno per fornire il miglior contributo per la realizzazione degli obiettivi.
PICARDI I tirocinanti continuano a svolgere le loro specifiche attività come previsto dalla legge.
Per gli addetti all’Ufficio per il Processo le mansioni sono quelle di cui al mansionario emanato dal Ministero nel senso che essi, a seconda dei progetti all’interno dei quali sono stati inseriti, possono svolgere anche funzioni molto simili a quelle dei tirocinanti. Questo principio non vale a parti invertite.
5. Come si è pensato di modulare le mansioni operative degli addetti all'U.P.P.? Saranno impiegati esclusivamente deputati a diretto supporto delle attività dei magistrati, ai servizi amministrativi, in modo promiscuo ovvero anche in altri compiti, e quali?
CIVININI Come si è già detto, sono previsti servizi trasversali e servizi di diretto supporto al giudice.
MAGARAGGIA Nel pensare alle attività degli addetti all’UPP si è posta attenzione a quella, prevalente, di ausilio al giudice, ma si sono anche individuate delle mansioni di natura amministrativa.
Questo sia perché alcuni adempimenti si pongono in stretta correlazione con l’attività del magistrato e contribuiscono all’attuazione del Progetto UPP sia perché la struttura amministrativa, già molto in sofferenza visti i vuoti di organico, non potrebbe supportare l’auspicato aumento di produttività dei giudici.
Nelle molteplici riunioni cui si è fatto cenno, si è cercato di individuare, in via condivisa tra componente giudiziaria e componente amministrativa, un mansionario, che è stato riportato nel Progetto UPP.
Quello degli addetti UPP delle sezioni civili è il seguente: “ricerche giurisprudenziali; compilazione e aggiornamento della scheda sintetica del processo; elaborazione di proposte conciliative; valutazione della possibilità di mediazione delegata; verifica del ruolo d’udienza; controllo e riordino fascicoli; affiancamento al magistrato in udienza ai fini della verbalizzazione; adempimenti ante e post udienza (accettazione degli atti di parte, esclusi gli atti introduttivi, e dei provvedimenti del magistrato, esclusi quelli definitori; accettazione dei verbali di udienza; accettazione degli atti del p.m.); predisposizione di bozze di provvedimenti; verifica del passaggio in giudicato delle sentenze ai fini dell’attestazione di irrevocabilità; verifica dell’esecutività dei titoli diversi dai decreti ingiuntivi e dei provvedimenti ex art. 657 e ss. c.p.c. ai fini dell’apposizione della formula esecutiva; redazione schede ISTAT”.
Il mansionario degli addetti UPP della sezione penale dibattimentale è il seguente: “ricerche giurisprudenziali; controllo delle notifiche nei procedimenti trattati alle udienze cd. filtro; compilazione e aggiornamento di scheda sintetica del processo; intestazione delle sentenze; compilazione dello “svolgimento del processo” per ogni tipologia di sentenza; predisposizione di bozze di provvedimenti (a titolo esemplificativo, ma non esaustivo: sentenze relative ai procedimenti più semplici, provvedimenti relativi agli incidenti di esecuzione senza udienza, decreti di ammissione al patrocinio a spese dello Stato - con relativi adempimenti ed eventuale attività istruttoria- e di liquidazione dei difensori di ufficio); assistenza in udienza; organizzazione, predisposizione e trasmissione ogni semestre del ruolo delle udienze cd. filtro provenienti dal GIP/GUP; organizzazione annuale del calendario dei turni per le udienze direttissime, ad eccezione di quelli estivi e natalizi; adempimenti concernenti le istanze di liquidazione dei difensori, periti, custodi giudiziari e testimoni; compilazione del modello 165 bis c.p.p. per le sentenze appellate; verifica della corretta indicazione ed eventuale regolarizzazione ed inserimento a SICP dei dati che riguardano le QGF prima della trasmissione degli atti al giudice dell’impugnazione; verifica ed eventuale regolarizzazione a SICP dei dati relativi alla fase esecutiva che segue il passaggio in giudicato della sentenza”.
Il mansionario degli addetti UPP della sezione GIP/GUP è il seguente: “ricerche giurisprudenziali; controllo del ruolo di udienza del magistrato, verifica dell’esecuzione degli adempimenti e delle notifiche; predisposizione di bozze di provvedimenti decisori (a titolo esemplificativo, ma non esaustivo: decreti penali di condanna, sentenze ex art. 444 c.p.p. (sia su decreto penale sia su decreto di giudizio immediato), sentenze in rito abbreviato richiesto in sede di opposizione a decreto penale, sentenze ex art. 129 c.p.p., ordinanze di estinzione di reato in seguito a positivo svolgimento dei lavori di pubblica utilità, provvedimenti del giudice dell’esecuzione semplici quali estinzione reato, estinzione pena, relativi a corpi di reato); predisposizione di decreti di fissazione di udienza, di interrogatori di garanzia e di rogatorie di interrogatori di garanzia, di citazione a giudizio in seguito a opposizione a decreto penale; predisposizione di ordinanze di ammissione alla messa alla prova e gestione della fase istruttoria di tale procedimento; predisposizione di bozze di decreti di archiviazione; opposizioni all’archiviazione: disamina preliminare dei fascicoli, predisposizione di bozze di decreti di inammissibilità; studio dell’udienza camerale dedicata a tali procedimenti; predisposizione della bozza delle ordinanze all’esito dell’udienza; -predisposizione di bozze di provvedimenti in materia di patrocinio a spese dello Stato”.
Per gli addetti UPP di tutte le sezioni sono previste le seguenti mansioni (di raccordo con l’UPP trasversale): “raccolta della giurisprudenza della sezione e invio all’UPP trasversale; vaglio delle sentenze della Corte d’Appello inviate dall’UPP trasversale”.
MANNINO Come evidenziato sub 1, un certo numero di funzionari è stato assegnato a servizi c.d. trasversali, ad una struttura di staff, di supporto alla segreteria della presidenza e della dirigenza amministrativa od alle cancellerie che, pur non legate specificamente ad una sezione, per l’auspicato aumento della produttività, vedranno parimenti aumentato il proprio carico di lavoro (esecuzione penale post-dibattimento e GUP, Rilascio copie, Ufficio impugnazioni penali, Gratuito patrocinio, Modello 1 SAG).
Nella distribuzione dei funzionari alle sezioni interessate alla realizzazione dei progetti dalle stesse indicate ed alla struttura di staff si è tenuto conto non solo e non tanto del numero dei magistrati in forza ad ogni sezione ma, in particolare, della specificità del progetto da attuare.
Dette assegnazioni ben potranno essere riviste in corso di attuazione dei singoli progetti, sulla base dello stato di realizzazione di ciascuno di essi e/o di peculiari criticità sopravvenute.
Sulla base delle concrete necessità che si riscontreranno, taluni addetti potranno essere destinati sia ad attività di progetti di sezione che ad attività trasversali.
PICARDI Come si è evidenziato in precedenza verranno utilizzati in una pluralità di mansioni che spaziano dal supporto alla giurisdizione fino ad attività puramente amministrative.
L’elemento unificante resta il supporto al processo nelle sue più varie articolazioni. In questo ampio concetto sono comprese anche le attività di acquisizione dei dati utili al monitoraggio e al controllo di gestione.
6. Si è ipotizzata la realizzazione di specifici progetti innovativi mediante l'utilizzazione dell'U.P.P. Quali?
CIVININI Oltre al “grande progetto” dell’eliminazione dell’arretrato, sono stati individuati anche specifici progetti dell’ufficio: Uniformazione dei moduli di lavoro; Implementazione del modulo operativo del lavoro in team Uniformazione attività tirocinanti Creazione e implementazione di una modalità di inserimento dei tirocinanti omogeneo; Organizzazione dei ruoli delle attività processuali in base ai target; Implementazione di modalità di gestione dei procedimenti civili e penali monocratici sulla base di criteri predefiniti (materia, difficoltà, tempi); Miglioramento della qualità e dei tempi della perizia e CTU; Individuazione buone prassi in materia penale; Individuazione e implementazione di prassi di riduzione dei tempi dei procedimenti penali e di valorizzazione del rapporto tra i criteri di esercizio dell’azione penale e gli esiti dibattimentali; Costruzione di indirizzi giurisprudenziali; Raccolta e classificazione delle decisioni ed estrazioni di punti di motivazione.
MAGARAGGIA Allo stato non si è ipotizzato alcun progetto innovativo. Vi si potrà pensare all’esito dell’inserimento degli addetti UPP, della valutazione delle loro competenze e dell’inizio del funzionamento della complessiva organizzazione. Si attende, inoltre, l’arrivo dell’ulteriore contingente di personale (5.410 unità) con qualifiche tecniche specifiche.
MANNINO Quelli realizzabili mediante il contributo dell’Università, di cui alla risposta successiva.
PICARDI Sicuramente il Controllo di gestione delle fasi processuali in tutti i settori. Un controllo non limitato alle valutazioni relative a sopravvenienze e definizioni, ma consistente in una radiografia costante di tutte le strutture in modo da poter intervenire sulle situazioni patologiche.
7. Molte facoltà di giurisprudenza hanno attivato un percorso di affiancamento e collaborazione degli uffici giudiziari per il miglior funzionamento dell'U.P.P.: quale tipo di supporto ritiene proficuo attendersi da parte del mondo accademico?
CIVININI La collaborazione tra il Tribunale e i poli universitari di eccellenza pisani (UNIPI e Scuola Superiore Sant’Anna) è ben sperimentata anche in settori coincidenti con il PNRR, come le banche dati.
Dal PON mi attendo un contributo alla costruzione di banche dati navigabili con criteri semantici e di strumenti digitali di gestione e monitoraggio. Mi aspetto anche che l’università sia capace di elaborare nuovi moduli didattici che siano funzionali alla preparazione di giuristi che, all’interno dell’amministrazione giudiziaria, non lavoreranno più come monadi ma come parti di team.
MAGARAGGIA L’Università di Verona fa parte del “Progetto o unitario per la diffusione dell’Ufficio per il Processo e l’implementazione di modelli operativi innovativi negli Uffici giudiziari per lo smaltimento dell’arretrato Scheda Progetto “UNI 4 JUSTICE” che vede come capofila l’Università di Bologna e partner altri 13 Atenei di varie Regioni.
La descrizione del progetto è la seguente: “UNI 4 Justice è un progetto complesso di collaborazione fra mondo scientifico e sistema della giustizia dei distretti delle corti di appello di Ancona, Bologna, Trento, Venezia e Trieste, ispirato dai principi della programmazione europea, che promuove il cambiamento organizzativo, tecnologico e professionale negli uffici giudiziari sulla base della conoscenza oggettiva e verificabile delle prassi di lavoro, delle modalità di utilizzo delle risorse e degli strumenti di monitoraggio. UNI 4 Justice costruisce modelli di organizzazione dell’ufficio per il processo testati in situ; elabora insieme col personale togato, amministrativo e tecnico le modalità di miglioramento delle routine di lavoro e di trattazione dei procedimenti, catalizza processi di innovazione organizzativa e funzionale generati dalla integrazione degli strumenti più innovativi approntati dalla ricerca socio-giuridica, di informatica giuridica, e di gestione nel campo delle intelligenze – umana e artificiale – e della qualità normativa – incluso il legal design. Intende lasciare una legacy forte: la capacità di costruire competenze rispondenti ai bisogni e la capacità di valorizzare le risorse assegnate – umane tecnologiche e infrastrutturali – in una prospettiva di sostenibilità, resilienza, efficienza”.
È di tutta evidenza che si tratta di un progetto tanto ampio nei contenuti quanto generico, che richiede di operare delle scelte e di concretizzare dei progetti. Prima dell’avvio dell’attività degli addetti UPP, tale progettazione è difficilmente ipotizzabile e, in ogni caso, il percorso deve essere condiviso con l’Università. Allo stato non è partita alcuna collaborazione con quella di Verona. Di recente ho preso contatto, ma mi è stato riferito che l’Ateneo non ha ancora definito il percorso.
Francamente non ripongo molte aspettative su questo progetto, non per mancanza di competenze degli Atenei (con quello di Verona il Tribunale ha attuato, da sempre, una proficua collaborazione), ma perché non mi pare si possa ricavare un vantaggio concreto. Probabilmente si riveleranno utili l’attività di monitoraggio e la possibilità di far circolare modelli operativi diversi che potranno contribuire al miglioramento dell’organizzazione degli UPP.
MANNINO La collaborazione con il mondo accademico prevede non solo il coinvolgimento degli studenti di giurisprudenza che svolgono tirocini e stage al Tribunale di Catania ma anche degli studenti e degli specializzandi di Scienze Politiche, con stage sia nell’ambito del gruppo specializzato immigrazione che all’interno delle cancellerie.
Sono stati anche avviati contatti da parte di questo Tribunale con la Facoltà di Ingegneria – dipartimento di Ingegneria Gestionale, per uno studio sulla razionalizzazione dell’organizzazione e gestione dei processi lavorativi e di taluni servizi, quali calendari di udienza e gestione aule. La finalità è lo sviluppo di progetti innovativi che, in particolare, potranno favorire l’attuazione del PNRR.
Inoltre, proprio in previsione dell’attuazione del PNRR, è in atto una collaborazione degli uffici giudiziari del distretto di Catania con l’università di Catania ed altre università siciliane nel progetto “Azioni di miglioramento dell’efficienza e delle prestazioni degli uffici giudiziari attraverso l’innovazione tecnologica, il supporto organizzativo alla informatizzazione e telematizzazione degli uffici giudiziari, disseminazione di specifiche innovazioni e supporto all’attivazione di interventi di change management”.
PICARDI Al momento non c’è stato alcun collegamento.
Mi aspetto un aiuto in termini di programmazione e gestione su attività del tutto estranee alla giurisdizione. Ad es. creazione di software per la gestione e il controllo delle attività di tutti i soggetti che collaborano con il giudice.
8. Quali sono le principali criticità che si frappongono nel suo ufficio, alla vigilia della sua partenza, al decollo operativo dell'U.P.P.?
CIVININI Allo stato vi sono tutte le premesse per un decollo sotto i migliori auspici. Le insidie riguardano il personale di magistratura e la stabilità dell’organico effettivo; alcuni pensionamenti alle porte sono elemento di preoccupazione, così come alcuni trasferimenti preannunciati di funzionari. Contiamo sulla rapida conclusione dei concorsi in magistratura per la copertura degli organici e sulla definizione del concorso per funzionari ordinari, la cui assegnazione ci consentirà di dar luogo ad una più efficace organizzazione dell’ufficio, permettendo il pieno dispiegamento delle potenzialità degli UPP.
MAGARAGGIA Fortunatamente al Tribunale di Verona arriveranno 47 addetti UPP sui 50 previsti. Non si ha, quindi, il problema di altri Tribunali (ad esempio Venezia) che hanno visto destinato un numero significativamente inferiore a quello atteso.
Per tempo si è effettuata la ricognizione degli spazi e la verifica dei punti rete e delle risorse tecnologiche necessarie. E’ stato un lavoro molto lungo, ma, allo stato, tutti gli addetti UPP dovrebbero avere una postazione lavorativa completa.
È stato, inoltre, predisposto un piano di accoglienza.
Al fine di distribuirli secondo le competenze, è stata pubblicata sul sito del Tribunale, oltre alla scheda anagrafica, anche una scheda professionale contenente curriculum, grado di alfabetizzazione digitale e preferenze di settore. Entrambe dovranno essere compilate dagli addetti UPP prima del loro arrivo.
Successivamente verranno organizzate dal Presidente e dal Dirigente amministrativo delle interviste che saranno materialmente gestite da una o più commissioni composte da un Presidente di sezione (civile e penale) o loro delegato e da un Direttore amministrativo (civile e penale). È prevista anche una prova pratica per verificare il grado di alfabetizzazione digitale.
Tutto questo dovrebbe attenuare le inevitabili difficoltà che si presenteranno. Prima fra tutte l’emanazione, da parte del Dirigente amministrativo, degli ordini di servizio, di non semplice predisposizione, stante l’elevato numero di addetti UPP e considerate le loro competenze “miste” (di ausilio al giudice e alle cancellerie).
Se devo ipotizzare delle criticità, ora e nel futuro, penso alle seguenti: che gli addetti UPP, per carenza di competenze iniziali o acquisite successivamente, non siano operativi in tempi brevi; che gli addetti UPP non garantiscano una presenza costante (fisiologica un’assenza per maternità, malattia, congedo al massimo del 5%); che il personale amministrativo, già in forte sofferenza viste le carenze di organico, non riesca a sostenere il prevedibile aumento dei carichi di lavoro; che non si attui un positivo rapporto di collaborazione tra il personale amministrativo esistente e gli addetti all’UPP; che la gestione amministrativa di 47 unità di addetti UPP gravi eccessivamente sull’ufficio di segreteria e sul Dirigente amministrativo; che inizino rivendicazioni sindacali sul mansionario degli addetti UPP.
MANNINO Ciascuna sezione ha specificamente indicato talune delle specifiche e peculiari criticità che sin d’ora ha individuato quali ostacoli alla realizzazione degli obiettivi programmati.
In particolare, per tutte, appaiono sussistenti le seguenti criticità:
- le carenze di spazi idonei e sufficienti per la collocazione degli addetti all’UPP in stanze che consentano un loro continuo e diretto contatto con i magistrati a fianco dei quali essi dovranno operare;
- i tempi che saranno necessari per il proficuo addestramento degli addetti all’interno delle sezioni di assegnazione, che, in concreto, incideranno, riducendoli, sui tempi di effettiva operatività per l’attuazione dei progetti ed il raggiungimento degli obiettivi.
PICARDI L’adeguamento ad un modello culturale di giudice molto diverso da quello attualmente esistente.
L’UPP per essere operativo richiede un giudice che sia innanzitutto capace di essere un team manager e non solo quello di essere un conoscitore della materia giuridica della quale si occupa.
A questo deve aggiungersi la necessità di un coordinamento anche cronologico fra le attività che concorrono alla creazione degli Uffici per il Processo.
In altri termini per essere operativo l’Ufficio per il Processo abbisogna che le strutture, l’impiantistica e l’attività di formazione siano tutte completate.
Prime Conclusioni
Come era del resto prevedibile, su molti argomenti oggetto di attenzione, dalle risposte dei dirigenti degli uffici si riscontrano soluzioni diversificate (ad es. sul coinvolgimento dei g.o.p. e dei tirocinanti nell’U.P.P.; sulla destinazione dei nuovi funzionari alle sezioni ovvero ai singoli giudici; sulle attribuzioni esclusive o promiscue dei componenti dell’U.P.P., ecc.).
Per quanto il campione oggetto di analisi sia necessariamente ridotto, sembra confermato il rilievo per cui nei tribunali saranno attivati moduli disparati di U.P.P., anche per una comprensibile sperimentazione sul campo della migliore soluzione organizzativa per le specificità dell’ufficio.
Appare significativa, di contro, la scelta coerente di una prevalente destinazione dei funzionari al settore civile, dove sicuramente risulta più arduo il conseguimento dei target previsti dal P.N.R.R.
Di rilievo anche la valorizzazione delle cd. “attività trasversali” (che costituiscono forse uno degli elementi di maggior interesse progettuale dell’ U.P.P.), molto variegate e potenzialmente efficaci.
Importante anche il diffuso impiego dei nuovi funzionari in tutti i settori del Tribunale, senza valutazioni settoriali esclusive.
Il contributo dell’Università, coinvolta in un ingente finanziamento a supporto dell’U.P.P., non appare comprensibilmente ancora tratteggiato compiutamente, ma i dirigenti degli uffici riconnettono a questo innovativo rapporto la prefigurazione di progetti innovativi allo stato non ancora delineati.
È auspicabile che il ministero possa elaborare un monitoraggio complessivo della struttura dei progetti organizzativi, fornendo elementi di conoscenza utili per apportare possibili modifiche in progress ad una struttura intrinsecamente duttile, anche e soprattutto per l’assoluta novità di sperimentazione.
Le verifiche sul campo ed un intenso e periodico monitoraggio, specie nella fase del decollo dell’U.P.P. offriranno certamente elementi di riscontro per utili correzioni di rotta.
In tale attività dovranno essere coinvolti tutti i soggetti operanti nei Tribunali, a partire dagli avvocati (forse sin qui non adeguatamente coinvolti nel progetto), e non a caso proprio dal mondo forense provengono le più marcate diffidenze nei confronti del’U.P.P.
Il tema della formazione (che impegnerà la fase di avvio dell’U.P.P.), resta sullo sfondo come fondamentale, e la domanda di moduli efficaci viene rimessa al Ministero ed alla Scuola superiore della magistratura (verosimilmente nelle articolazioni territoriali), che avranno un compito particolarmente impegnativo di fronte ad una platea così ampia di utenti.
Senza contare a parimenti indispensabile attività di raccordo ed interlocuzione con i dirigenti degli uffici.
Tanti aspetti che si intersecano e che troveranno un’auspicabile sintesi nei prossimi mesi.
Non sembri azzardato tuttavia cogliere elemento comune (e di non trascurabile rilievo) dalle risposte dei presidenti intervistati: pur nelle oggettive difficoltà (specie logistiche) che inevitabilmente caratterizzano l’esordio dell’Ufficio per il Processo, si evidenzia un corale ottimismo della volontà nel raccogliere la sfida proposta dall’U.P.P. e la determinazione di conseguire gli impegnativi obiettivi previsti.
Credo che possa essere valutata positivamente la circostanza che i dirigenti degli uffici giudiziari abbiano ben compreso l’importanza della posta in gioco, per passare dalla fase del dibattito teorico sull’ “an” dell’Ufficio per il Processo (con le perplessità relative alla scelta di puntare su questo specifico strumento operativo), ad un più realistico e concreto “quomodo”, inteso a dare la migliore attuazione della riforma, che necessariamente coinvolge, a partire da oggi, tutti i magistrati e i funzionari amministrativi che operano negli uffici giudiziari.
La giustizia in prima pagina (e in prima visione) secondo Edmondo Bruti Liberati
Recensione a Edmondo Bruti Liberati, “Delitti in prima pagina. La giustizia nella società dell'informazione”, Raffaello Cortina Editore, 2022
di Andrea Apollonio
Un libro necessario alla magistratura di oggi che guarda con spirito critico alla magistratura di ieri, che non sempre si è trovata pronta a raccogliere le sfide della modernità; e la vera sfida della modernità giuridica è, oggi, il difficile equilibrio valoriale tra queste istanze: protagonista - anche suo malgrado - della società dell'informazione, la magistratura non si può ritrarre troppo e non si può esporre troppo, tenendo conto che - anche loro malgrado - giudici e pubblici ministeri sono osservati, scrutati e in ultimo giudicati - senza grado d'appello - dai cittadini.
Il 16 febbraio 2022 è una data da segnare sul calendario. Non solo perché la Corte Costituzionale ha posto - a fondamento delle pronunce di inammissibilità su tre quesiti referendari - alcuni principi ordinamentali non negoziabili, non soggetti al vaglio elettorale, innovando per questa via, ed in senso evolutivo, i dettami della Carta; ma anche in virtù del fatto che, all'esito di una lunga camera di consiglio, il presidente della Consulta ha estemporaneamente indetto una conferenza stampa per "spiegare" le ragioni di quei verdetti, dei "sì" e dei "no", non mancando neppure di rispondere a tono ad alcuni protagonisti della politica promotori dei referendum. In più di un passaggio il presidente Amato ha richiamato i suoi doveri di trasparenza nei confronti dei cittadini: è quindi a loro che dovevano essere spiegate le ragioni dell'ammissibilità o dell'inammissibilità dei quesiti referendari. Un "dovere" di spiegare le proprie decisioni che pure non era mai stato esercitato (almeno in maniera tanto diretta) dai suoi predecessori.
Questo è senza dubbio il capitolo mancante, e davvero conclusivo, del libro - uscito il 17 febbraio: incredibile a dirsi, il giorno dopo la rivoluzionaria conferenza stampa di Amato - di Edmondo Bruti Liberati, "Delitti in prima pagina. La giustizia nella società dell' informazione" (Raffaello Cortina, 2022), in cui non a caso si dà atto che "Le innovazioni più significative nella comunicazione istituzionale in Italia sono state adottate recentemente dalla Corte Costituzionale. [...] Nel complesso la comunicazione della Corte Costituzionale si presenta come un modello di servizio, accountability, conoscenza e comprensione"; ma, in effetti, neppure un autore così attento all'andamento dei tempi poteva immaginare un simile e repentino stravolgimento sul piano della comunicazione istituzionale della giustizia.
Perché in fondo di questo tratta il libro di Bruti Liberati: del modo in cui la giustizia nel corso degli anni, dei decenni e dell'ultimo secolo e mezzo, si è mostrata agli occhi del cittadino. E' quindi anzitutto una storia, raccontata dal più qualificato tra gli studiosi della materia, non solo per avere qualche anno addietro pubblicato una completa "Magistratura e società nell'Italia repubblicana" (una storia della magistratura italiana di cui questo libro si pone quale naturale prosecuzione, di un discorso mai interrotto), ma soprattutto per l'essere stato, nell'ordine, componente del Consiglio Superiore della Magistratura, presidente dell'Associazione Nazionale Magistrati, concludendo la propria carriera al vertice del più importante (e mediaticamente esposto) ufficio inquirente italiano: la Procura di Milano, dal 2010 al 2015. Anni, peraltro, di particolare e intensa dialettica, tra magistratura e politica.
La storia dello spinoso rapporto tra società, cittadino e voyeur da un lato, e giustizia dall'altro, è plasticamente resa già dalle prime battute del volume, che coincidono con i primi vagiti dello stato liberale: nel 1872 comincia a pubblicarsi a Milano la "Rivista dei dibattimenti celebri", poi divenuta "Giornale dei Tribunali", in cui si lascia ampio spazio alla cronaca dei giudizi in Corte d'Assise. Il delitto comincia a prendersi non solo le prime pagine, ma interi periodici, in un complessivo disegno sociale che vede il passaggio dalle procedure segrete e inquisitorie (di stampo illiberale) a quelle non solo pubbliche, ma pubblicizzate e ampiamente spettacolarizzate, accolto con favore dai più: secondo il penalista Francesco Carrara, è proprio "ad essi che spetta la civile missione di completare le nuove conquiste delle civili libertà".
Ma fin dalle prime battute del volume si dà conto anche delle evidenti distorsioni di quella primigenia forma di circo mediatico-giudiziario, tanto che già ne 1879 il Ministro della Giustizia ritenne di intervenire con una circolare per frenare quegli eccessi: "La pubblicità dei giudizi penali è una preziosa conquista della civiltà moderna, cui nessuno vorrebbe menomare. L'azione della magistratura deve potersi conoscere da tutti i cittadini, a tutela dei quali è diretta. Ma sarebbe uno strano equivoco il confondere la pubblicità con lo spettacolo. La giustizia si rende per soddisfare al primo dei bisogni sociali, non per appagare la curiosità degli oziosi". E' poi significativo che nella stessa circolare veniva svolto un richiamo al principio di innocenza, oggetto - nei medesimi termini - di una legge emanata appena qualche mese fa (nel 2021, e un secolo e mezzo dopo quella circolare...): "L'accusato, fino a che condannato non sia, si presume innocente; è un cittadino infelice di cui non è lecito aggravare le condizioni, degradandolo a figura da scena". Il primo messaggio che Bruti Liberati lancia dalle pagine del suo libro è quello di non lasciarsi stupire della ciclica riproposizione (strumentale e non) dei "problemi" della giustizia, con conseguenti proposte di riforme legislative (strumentali e non): tutti i temi erano in auge fin dai primi incerti passi dello stato liberale, e certo non solo la spettacolarizzazione dei processi, ma anche quelli connessi e annessi: "il processo parallelo, le fughe di notizie, la "gogna mediatica", il sondaggio tra il pubblico dei lettori, il protagonismo dei magistrati e degli avvocati, le campagne e le strumentalizzazioni politiche, la diffusione delle corrispondenze intime e private".
Con quest'andamento si attraversa dunque il fascismo e l'Italia repubblicana dei primi anni, in cui non senza sorpresa ritroviamo un "Corriere della Sera" molto attivo nelle vicende di nera e molto spinto su quello che oggi si sarebbe definito il fronte del "giustizialismo", con un poco conosciuto Dino Buzzati autore salace di pesanti contributi di cronaca giudiziaria - a quanto pare, quella la stagione in cui si cominciarono a dare nomignoli a indagati e imputati, quali "il mostro", "la belva" e via così. Con lo sguardo in ogni caso rivolto altrove per cogliere spunti di comparazione: oltralpe, nella civilissima Francia (tra i primi paesi ad introdurre il divieto di ritrarre indagati o imputati ammanettati o ingabbiati), e nei meno civili Stati Uniti, ove è ancora largamente in uso la perp walk, la macabra sfilata della persona arrestata e ammanettata dalla polizia "data in pasto al pubblico prima ancora di essere presentata davanti al giudice".
Un andamento narrativo che infine impatta nello strumento che più di ogni altro ha rivoluzionato il racconto della giustizia: la televisione. I due capitoli centrali del libro sono anche quelli tra loro speculari: "La televisione nel processo" e "Il processo nella televisione": perchè se è vero che, come ribadisce il giornalista francese Toussaint, "con la televisione bisogna convivere"; "[con la televisione] l'approccio al giudiziario sarà più brutale, ma, dopo tutto, meno ipocrita", questo potente apparecchio audio visivo è, proprio come i giornali dei e sui processi dello stato liberale, uno strumento da governare, per evitare il rischio di una ancor più accentuata spettacolarizzazione. Lo strumento è il più invasivo di tutti e - paradossalmente - il più democratico di tutti: al punto da potersi sostituire ai tribunali: "e quando la tv si sostituisce ai tribunali, questa è pura barbarie", scriveva Aldo Grasso, non trent'anni fa ma l'anno scorso.
A proposito di trent'anni fa. Certo, sono doverosamente richiamati tutti i principali casi giudiziari in cui la televisione fa ingresso nelle aule di giustizia, dagli anni sessanta ad oggi, ma il vero banco di prova di questa strana forma di pubblicità delle udienze rimane il processo Cusani (apice mediatico di Tangentopoli), che vedrà sfilare tutta la classe politica del tempo; sulla gestione dei media nell'ambito di quell'esperienza, il giudizio dell'autore sembra essere adesivo a quello espresso da Giorgio Bocca secondo cui le riprese televisive dei processi, è vero, generano divisioni nell' opinione pubblica, tra innocentisti e colpevolisti, persino rischiano di influenzare il processo: ma si tratta di un "male minore di fronte ai tribunali speciali, segreti". Ma c'è il solito bilanciamento da effettuare, perché è chiaro che "i media tendono a ricostruire i dibattiti giudiziari in un racconto più fluido, talora stereotipato, attento agli accadimenti più spettacolari capaci di suscitare e mantenere l'interesse pubblico". C'è il solito "strano equivoco" in cui si rischia di cadere: il confondere la pubblicità con lo spettacolo.
E non può mancare, sul fronte del "processo in televisione", la fenomenologia di alcune trasmissioni televisive, dall'esordio di "Un giorno in pretura", apparso sugli schermi nel 1983, fino ad arrivare alla più recente trasmissione "Quarto grado", senza saltare - s'intende - il celebre plastico della villetta di Cogne di "Porta a porta" né il meta-processo di "Storie maledette". Non mancano certo gli spunti di riflessione, mentre la conclusione è impietosa: lo strumento televisivo, che era da governare nell'ambito dei principi democratici di trasparenza e corretta informazione, è invece sfuggito di mano, oppure finito nelle mani sbagliate, come comprova l'imbarazzante caso dei "calzini" di un giudice milanese, attenzionato da alcuni media sol perché autore di una sentenza resa in una controversia civile collegata al cosiddetto "Lodo Mondadori".
Ampio spazio è anche dedicato, in termini maggiormente tecnici, alla normativa che, con scarsi risultati, si prefigge lo scopo di regolare i rapporti tra giustizia e media: da un lato, il segreto degli atti di indagine e il divieto di pubblicazione (nei codici), le stringenti regole per la comunicazione delle Procure (nell'ordinamento giudiziario), il recepimento della direttiva sulla presunzione di innocenza (nella normativa di settore); dall'altro lato continua però ad essere pressante il dovere di comunicare l'esercizio della giustizia, perché - considerata l'indubbia rilevanza pubblica di alcuni atti di indagine, con riferimento a taluni soggetti o a taluni fenomeni criminali - "il problema non è se, ma come la procura deve comunicare nella fase coperta dal segreto investigativo": e qui l'autore sente di dover puntare il dito contro quei pochi ma significativi casi di informazione autorefenziale e protagonistica, analiticamente illustrati, che riempiono le prime pagine (e le prime visioni) a discapito delle tante buone prassi che si registrano nella gran parte degli uffici giudiziari italiani.
Si percepisce che il libro di Bruti Liberati è stato ragionato nel tempo e realizzato in corso d'opera: quasi una sintesi di elaborazione e pensiero di uno dei protagonisti della magistratura italiana (tale è ancora oggi: anche dismessa la toga non ha mai fatto mancare la propria voce nel dibattito pubblico sui temi della giustizia). Tra le cui righe si ravvisano in particolare due punti fermi: la condanna di ogni forma di protagonismo dei (pochi) magistrati sui media (soprattutto pubblici ministeri), spesso sinonimo di "esibizionismo, supponenza e settarismo", che genera effetti distorsivi a cascata tali da "vanificare la "buona" comunicazione dei magistrati"; e, appunto, il "dovere" di comunicare la giustizia, perché "la trasparenza richiesta nelle società democratiche esige la comunicazione istituzionale sulla giustizia" - un principio che il presidente della Corte Costituzionale ha da ultimo reso concretamente fruibile ai cittadini. Senza dimenticare, però, che il diritto di espressione del magistrato, la sua libertà di pensiero, se ben esercitata, può essere una risorsa per la democrazia: si rivela prezioso il contributo che "i magistrati possono dare al confronto che si svolge nella società sui temi della giustizia in quanto esperti di diritto, ma anche sulla base della loro esperienza nel rendere giustizia".
Un libro necessario alla magistratura di oggi che guarda con spirito critico alla magistratura di ieri, che non sempre si è trovata pronta a raccogliere le sfide della modernità; e la vera sfida della modernità giuridica è, oggi, il difficile equilibrio valoriale tra queste istanze: protagonista - anche suo malgrado - della società dell'informazione, la magistratura non si può ritrarre troppo e non si può esporre troppo, tenendo conto che - anche loro malgrado - giudici e pubblici ministeri sono osservati, scrutati e in ultimo giudicati - senza grado d'appello - dai cittadini. E' la conclusione a cui naturalmente si perviene, ed a cui naturalmente perviene Bruti Liberati: "tanto più oggi è necessario che l'opinione pubblica, informata attraverso il "quarto potere", possa esercitare il suo controllo critico sul "terzo potere". E gli ultimi tre lunghi, tempestosi anni, ce lo hanno ampiamente dimostrato.
L’esordio operativo dell’Ufficio per il processo in Corte di cassazione.
Intervista di Annamaria Casadonte ad Antonio Scarpa
1. Qual è l’obiettivo previsto dal PNRR per la Corte di cassazione?
La Corte di cassazione dovrà contribuire al raggiungimento dell’obiettivo quantitativo nazionale posto dal PNRR di ridurre entro giugno 2026 del 40% nel settore civile e del 25% nel settore penale il disposition time, cioè l’indicatore di durata Cepej basato sul rapporto tra pendenze di fine periodo e numero dei definiti. Per la Suprema Corte l’obiettivo individuato per il civile è la diminuzione entro tale data del 25% dell’indice Cepej Pendenze/Definiti rispetto alla baseline 2019, mentre per il penale viene chiesto di mantenere il disposition time ai valori del 2019.
Nella Relazione sull’amministrazione della giustizia nell’anno 2021, il Primo Presidente ha sottolineato come alla durata media dei procedimenti civili in Italia gli uffici di merito contribuiscono per il 48% e la Corte di cassazione per il 52%. La Cassazione è perciò come l’arciere di Confucio: se mancherà il bersaglio, dovrà cercarne le cause in se stessa.
2. Come è stato strutturato e da chi è composto l’UPP in Cassazione?
Il decreto n. 119 del 29 dicembre 2021, istitutivo dell’Ufficio per il processo presso la Corte, configura una struttura unitaria articolata in diversi settori che dovrà coadiuvare i magistrati nello svolgimento delle attività preparatorie e collaterali rispetto a quella giurisdizionale, da coordinare con l’attività delle cancellerie (esame preliminare dei ricorsi, razionalizzazione dei ruoli di udienza, esame dei ricorsi da trattare in udienza o in adunanza, verifiche prodromiche al deposito ed alla pubblicazione dei provvedimenti).
L’UPP in Cassazione sarà composto da magistrati (per ciascuna sezione il Presidente titolare, i presidenti non titolari e i consiglieri che coordinano le aree interne e lo spoglio), da personale di cancelleria e tecnico, dagli addetti reclutati ai sensi dell’art. 11, d.l. n. 80 del 2021, dai tirocinanti selezionati sulla base dell’art.73 del d.l. n. 69 del 2013 o di convenzioni con le scuole di specializzazione universitarie già in servizio presso la Corte. Per la Prima sezione civile, l’UPP è integrato anche dal personale dell’Ufficio europeo di sostegno per l’asilo (EASO), con riguardo ai ricorsi in materia di immigrazione e protezione internazionale.
3. Come si sta preparando la Cassazione all’attuazione dell’Ufficio per il processo?
La Corte ha avviato una complessa riorganizzazione per sostenere l’istituzione dell’UPP.
20 dei 200 addetti all’UPP svolgeranno compiti di analisi e rendicontazione dell’andamento rispetto agli obiettivi fissati dal PNRR.
È stato poi avviato un intervento di ricognizione dei flussi e della attuale gestione dei ricorsi.
Sono state effettuate stime e previsioni sui carichi di lavoro in rapporto agli obiettivi di riduzione del disposition time. Tali stime e previsioni scontano, peraltro, le incertezze legate alle imminenti riforme del processo civile e del processo penale.
È stato altresì avviato il percorso per la stipula di una convenzione che consenta alla Corte di avviare un progetto di collaborazione sistematica con un team universitario per accrescere le capacità di analisi statistica.
Sono stati intrapresi progetti di consolidamento amministrativo e funzionale della Corte riguardanti le relazioni con il pubblico e la migliore utilizzazione delle risorse materiali ed economiche.
Sono stati affrontati i problemi inerenti alla ricognizione delle nuove esigenze di spazio (all’interno ed all’esterno del Palazzo), di strumenti tecnologici, di supporto amministrativo e tecnico.
4. Quali compiti saranno affidati agli addetti all’Ufficio per il processo?
La legge affida all’UPP presso la Corte di cassazione compiti di: assistenza per l’analisi delle pendenze e dei flussi delle sopravvenienze; supporto per il migliore utilizzo degli strumenti informatici; supporto ai magistrati nello spoglio dei ricorsi, nell’organizzazione delle udienze e della camera di consiglio, nella individuazione di controversie seriali e nello svolgimento di attività preparatorie quali ricerche di giurisprudenza, di legislazione, di dottrina e di documentazione.
La Relazione di accompagnamento del decreto n. 119 del 29 dicembre 2021 individua fra le finalità dell’istituito UPP: il potenziamento delle attività di filtro di ammissibilità dei ricorsi penali; la catalogazione delle pendenze per una formazione ragionata dei ruoli; il supporto alle attività di esame preliminare dei ricorsi e di definizione semplificata dei procedimenti, incrementando le trattazioni in Sesta sezione civile, sino alla sua prevista abolizione normativa, ed in Settima sezione penale; la riduzione delle pendenze e dell’arretrato; l’ausilio verso la completa transizione digitale; il supporto nell’esame dei ricorsi di più recente iscrizione per irrobustire la funzione nomofilattica; il rafforzamento del monitoraggio dei fascicoli imposto dalla legge n. 134 del 2021; l’ausilio al funzionamento dei gruppi sezionali di analisi della giurisprudenza.
Dunque, le attività dell’UPP vanno dall’esame preliminare dei ricorsi, alle attività preparatorie e successive delle udienze, alle attività di studio e di predisposizione dei provvedimenti.
5. Quale sarà il rapporto dei consiglieri con l’Ufficio per il processo?
Non so rispondere a questa domanda sulla base dei dati di cui ho conoscenza, e perciò procedo per supposizioni. Io credo che se non si crea un rapporto di affidamento individuale tra addetti all’UPP e singoli consiglieri, gli obiettivi più ambiziosi che l’impiego dei primi intende perseguire sono difficilmente realizzabili. L’individuazione dei fascicoli da studiare, le verifiche da espletare all’interno dei fascicoli stessi, la redazione di bozze di provvedimenti, le richieste di ricerche di materiale dottrinale o giurisprudenziale, il supporto alla digitalizzazione degli atti, non possono avvenire proficuamente prescindendo da un rapporto individuale tra il singolo addetto all’UPP ed un determinato magistrato affidatario, e piuttosto per il tramite di un raccordo centralizzato ed impersonale che faccia capo ai presidenti, ai coordinatori o al personale di cancelleria. Capisco, peraltro, che le logiche dei numeri complicano notevolmente la praticabilità della strada dell’affidamento individuale ad ogni consigliere di un addetto all’UPP.
6. L'ufficio del processo è un omologo all'Ufficio del giudice sul quale la magistratura si è a lungo battuta. Quali sono le differenze più evidenti?
Questa domanda la definirei “suggestiva”, visto che mi fornisce una informazione necessaria per rispondere in un certo modo, che, dico subito, io stesso condivido. L’attuazione dell’UPP, già previsto dall’art. 16-octies della legge n. 221/2012, ora voluta dal PNRR, è, come voi suggerite, un ‹‹omologo›› dell’Ufficio del giudice, cioè le due cose presentano una forte somiglianza, ma non sono indiscernibili. L’UPP è un ‹‹omologo›› anche dei tirocini formativi ex art. 73 d.l. 69/2013 e di quelli ex art. 37, comma 11, d.l. 98/2011, come dei progetti convenzionali di formazione che nell’ultimo decennio diverse Facoltà di Giurisprudenza avevano stipulato con gli uffici giudiziari. Nell’ottica del PNRR, l’UPP è però innanzitutto, e speriamo non solo, un abbattitore dei tempi dei giudizi.
Il mansionario degli addetti all‘UPP.2021 è, del resto, talmente eclettico che è impossibile dire in partenza rispetto a cosa il nuovo Ufficio sia uguale, simile o diverso. Lo vedremo e lo valuteremo nella pratica. Potranno meritoriamente prevalere compiti di carattere scientifico o culturale che aiutino davvero il giudice a comprendere, a decidere ed a motivare, potranno prevalere incombenze di matrice organizzativa, potranno affidarsi agli addetti all’UPP competenze amministrative o anche soltanto attività esecutive. Solo nel primo caso grazie agli addetti all’UPP avremo davvero aggiunto al processo una professionalità di cui esso era carente; altrimenti, parleremo di ibride figure di giudici o di cancellieri “di potenziamento”.
D’altro canto, gli addetti all’UPP entrano nel Palazzo della Suprema Corte in un momento in cui gli stessi magistrati e cancellieri, soprattutto nel settore civile con la contemporanea transizione digitale, vivono profonde crisi identitarie: i consiglieri sono chiamati e richiamati più spesso a migliorare le performance di fotocomposizione dei documenti informatici che a curare il pregio giuridico dei loro scritti, mentre gli amministrativi assistono ormai inermi a transiti di byte che non li coinvolgono.
7. Il Primo Presidente della Corte, nella relazione illustrativa dell’UPP diramata il 3 febbraio 2022, ha fissato finalità e tipologia di interventi connessi all’UPP. Pensi che nella fase di attuazione dell’Ufficio saranno individuate delle priorità fra gli interventi fissati?
Mi pare che le priorità stabilite siano state già ricordate nella risposta n. 3 e sono espresse dai diversi piani in cui articolare le attività di monitoraggio e di rendicontazione nell’ottica di una complessiva riorganizzazione.
8. Quali sono, in pillole, le differenze dell’UPP fra settore civile e penale della Cassazione?
Al settore penale sono stati assegnati trenta dei duecento addetti all’UPP. Qui il nuovo Ufficio dovrà aiutare a governare i primi effetti delle recenti riforme, scontando, peraltro, la permanente grave assenza di una piattaforma telematica di gestione del processo.
9. Esiste secondo Te la preoccupazione che l'incremento della produttività alla quale è chiamata la Cassazione civile (aumento del 25 % della produttività al giugno 2026 ed abbattimento del 40% del disposition time) possa determinare un deperimento della qualità dei provvedimenti giurisdizionali ed un accrescimento del contenzioso, già non marginale delle revocazioni delle sentenza del giudice di legittimità?
Non credo che la preoccupazione che prospettate sia soltanto un sintomo di disturbo d’ansia generalizzata. Pochi giorni fa leggevo esplicitato in un’intervista l’auspicio, di fonte molto autorevole, che con l’Ufficio per il processo i giudici professionali, potendo contare su persone laureate in materie giuridiche, riescano a “fare” il triplo delle sentenze, perché ciò vorrebbe dire che la struttura ha “funzionato”. Se invece il numero delle sentenze rimarrà immutato, allora l’UPP avrà significato soltanto un modo per scaricare su altri il proprio lavoro e così farne ancor meno.
Triplicare le sentenze era lo stesso obiettivo, ad esempio, che ci si era posti con l’istituzione del «giudice unico di primo grado». Sono dunque oltre vent’anni che il nostro legislatore tenta il miracolo della triplicazione delle decisioni, sempre disponendo degli stessi cinque pani e due pesci per sfamare gli insoddisfatti utenti della giustizia.
Vengo alla Cassazione civile, che è ciò che più mi appartiene, e provo a ragionare. Triplicare le decisioni della Suprema Corte dell’ultimo anno significherebbe arrivare a centoventimila provvedimenti in 365 giorni e così azzerare le pendenze. Se a tanto, ma anche solo alla metà di tanto, riusciremo con l’aiuto di duecento laureati in materie giuridiche, io sarò il primo ad essere contento. Poi, magari, esaurita la scarica di cortisolo offerta dall’incredibile traguardo raggiunto, la mia coscienza mi imporrà di interrogarmi su che senso abbia ancora parlare di Corte della nomofilachia, di jus constitutionis, su perché non ci avevamo tutti pensato prima se era così facile, sui decenni buttati a trastullarsi fra contrasti da comporre e questioni di massima, quando bastava seguire subito la strada del lean thinking per moltiplicare la produttività, ridurre i tempi di attraversamento del prodotto, svuotare i magazzini e diminuire rilavorazioni ed errori.
10. Molte facoltà di giurisprudenza hanno attivato un percorso di affiancamento e collaborazione degli uffici giudiziari per il miglior funzionamento dell'U.P.P. Per quel che è noto nessuna ha riguardato la Corte di Cassazione. Secondo Te per quale ragione? Pensi che sia comunque possibile recuperare in corsa l'apporto di taluno di questi progetti finanziati dal Ministero della Giustizia?
La risposta più scontata da dare a questo interrogativo è che le Università non sono pronte a “scommettere” sulla capacità della Corte di cassazione di assicurare ai loro studenti o neo laureati l’apprendimento “sul campo”. Sarà possibile “recuperare” se la prima attuazione dell’UPP in Cassazione smentirà questo pregiudizio. Ma per ora siamo sicuri di dover dare torto alle Università?
11. In conclusione, secondo Te l’assenza di riforme strutturali sull’accesso alla cassazione potrà offrire anche solo parziale soluzione ai problemi che affaticano in atto la Corte?
A me sembra che tutta la riforma del processo di legittimità già in cantiere avanzato, non solo l’UPP, perpetui la distorsione prospettica della novella del 2016, guardando alla Cassazione come “macchina banale”. Qualche altra complicazione nella redazione dei ricorsi, qualche altro piccolo sacrificio per il contraddittorio orale, qualche altra accelerazione del procedimento di decisione, e il costante equivoco che ciò che opprime davvero il giudice sia ascoltare prima e motivare poi, e non l’‹‹in sé›› del decidere.
Dico spesso con amici o colleghi che temo che, quando in futuro i posteri si imbatteranno in decisioni della Corte di cassazione, per dire, dal 2010 al 2020 e qualcosa, le scarteranno come gli enologi consigliano per le vendemmie della annate peggiori.
Ma è più probabile che io sia un pessimista senza ragione e che debba prevalere l’ottimismo della volontà.
Ricordo di Raffaele Foglia
di Federico Roselli
Si può parlare di “passione” per il diritto? Qualche tempo fa un civilista francese ben noto anche in Italia, Jean Carbonnier, scrisse un libro (Droit et passion du droit, sous la V République, ed. Flammarion 1996) in cui evocò la “passion du métier, du métier de juriste en ses multiples catégories”.
Non esito a dire che Raffaele Foglia è stato un giurista appassionato oltreché versatile.
Come autore di pubblicazioni dottrinali Raffaele mi era noto anche prima che lo potessi conoscere come collega nella Sezione lavoro della Cassazione.
Allo studio del diritto del lavoro egli univa l’interesse per l’ordinamento dell’Unione europea, come dirò tra breve.
Raffaele collaborò anche alla formazione della giustizia costituzionale nei periodi nei quali fu assistente di studio dei giudici Luigi Mengoni, maestro di tanti civilisti e lavoristi anche non suoi studenti dell’Università cattolica, e Luigi Manzella.
Non è possibile praticare il diritto del lavoro senza credere nel principio della pari dignità sociale, che viene enunciato nell’art.3 della Costituzione. Si suole dire che gli ordinamenti del lavoro e della sicurezza sociale, nati nella seconda metà dell’Ottocento, trovino la loro ragion d’essere nella difesa dei soggetti più deboli.
Il principio d’eguaglianza è particolarmente sentito dalle persone che professano la fede cristiana . Mi limito a ricordare il recente scritto del professore Andrea Proto Pisani La giustizia secondo Dio (alla luce dei Vangeli) e sulla giustizia secondo gli uomini (alla luce della Costituzione), in Persona umana e processo civile, Giuffrè 2022, 173.
Raffaele Foglia non teneva nascosta la sua fede.
Ma il valore della pari dignità sociale è sostenuto con convinzione anche da molti non credenti, i cosiddetti laici, i quali si preoccupano di qualsiasi situazione di debolezza e non solo di quella in cui versano le persone appartenenti a “ceti di bassissimo livello” (Proto Pisani cit., p.176). Quando si rievocano i contributi dati nell’Assemblea costituente alla scrittura dell’art.3 non si manca mai di ricordare l’impegno profuso in pari misura dai cattolici e dai laici. Si parlò di “sinergia costruttiva” da Giuseppe Dossetti (riportato da P. Grossi, Sistema moderno delle fonti del diritto ed esperienza giuridica posmoderna in Italia, in Riv. internaz. fil. dir. 2021, p.167 nt.26).
Tra le “rivoluzioni positive” del secolo ventesimo viene posto l’emergere del quarto stato, vale a dire l’inserimento del ceto più svantaggiato (una volta si diceva il proletariato o la plebe) nella popolazione politicamente attiva (R. Levi Montalcini, citata da E.J. Hobsbawn, Age of extremes. The short twentieth century [1994], trad. it. Il secolo breve, Rizzoli 2000, p.13). Questo inserimento ha avuto effetto benefico per tutti i ceti poiché ha diffuso benessere non solo materiale ma ha anche favorito la reciproca fiducia, manifestata dalla maggiore semplicità e schiettezza delle relazioni personali. Nel diritto si è avuto, prima di tutto, l’applicazione diretta delle norme e dei princìpi costituzionali ai rapporti tra privati.
È possibile che il valore dell’eguaglianza, strettamente connesso con quello del suffragio “universale e diretto” di cui agli artt.56 e 58 Cost., appaia di più difficile consolidamento nella fiducia di molti cittadini, specialmente quando venga inquinato da quello che si chiamava demagogia e che oggi è detto populismo. Ma ciò significa soltanto che la sua attuazione è difficile, impegnativa.
Tornando al diritto del lavoro, la prosperità delle imprese, private e pubbliche, serve anzitutto a proteggere la dignità dei singoli, nessuno escluso (artt.3, 4, 35 e 36 Cost.).
Questi princìpi sono stati alla base dell’attività di Raffaele Foglia.
Sarebbe impossibile una rassegna, anche sintetica, delle migliaia di sentenze da lui estese durante la permanenza in Cassazione. Egli ebbe modo di interpretare si può dire tutti gli istituti del diritto del lavoro e della sicurezza sociale, e molti della procedura civile.
Anzitutto in materia di libertà di organizzazione dell’azienda, “sempre contemperata con il rispetto della dignità umana” (Cass. n.21967/10, 18122/05, 15346/04). Specialmente in queste pronunce si rivela il valore formativo della collaborazione prestata presso la Corte costituzionale.
Importanti le decisioni nella materia, controversa e toccata anche dalla normativa europea, della cessione del ramo d’azienda, con passaggio automatico del lavoratore da una ad altra impresa (Cass. n. 19000/10).
Ancora l’approfondimento dei temi costituzionali gli giovò alla conoscenza della teoria delle norme, e così di successione delle leggi nel tempo (Cass. n.11459/04) o di conoscenza, da parte del giudice, delle regole di diritto, quando esse stiano in atti non ufficialmente pubblicati, come avviene per la cosa giudicata esterna (Cass. n.7018/04).
Non ho le necessarie conoscenze professionali per illustrare l’opera svolta da Raffaele nel Ministero della giustizia. Essa si concretò nella collaborazione per la riforma del processo del lavoro, data come presidente dell’apposita commissione (la relazione definitiva è del 7 maggio 2001), nonché per l’adeguamento dell’ordinamento italiano a quello della Comunità, oggi Unione, europea.
Posso solo dire che l’opera prestata dai componenti delle commissioni per riforme di ampio respiro si rivela utile anche quando esse non trovino immediata attuazione. I materiali verranno utilizzati successivamente dagli uffici ministeriali e dalla dottrina.
Gran parte del lavoro ministeriale svolto da Foglia si tradusse anche in opere monografiche o di sistemazione.
Anzitutto nei lavori sul diritto comunitario (Profili di diritto comunitario, del 1996; L’attuazione giurisprudenziale del diritto comunitario del lavoro, del 2002; Il diritto del lavoro nell’Unione europea, del 2011; Il diritto europeo nel dialogo delle Corti, del 2013). È poi da ricordare la parte lavoristica da lui scritta nel Trattato di diritto privato diretto da Mario Bessone, e in particolare in uno dei due volumi sul Diritto privato dell’Unione europea, curati da Mario Tizzano (Giappichelli 2006). Si aggiunge la Rassegna di giurisprudenza costituzionale sulla sicurezza sociale, del 1997; poi i lavori sul diritto processuale, tra i quali il Manuale d’udienza del lavoro, del 1979, e Il processo del lavoro di primo grado, del 1995. Va ancora ricordato il libro su La nuova disciplina del trasferimento d’impresa, del 2002. Né mi illudo di aver fornito una bibliografia completa.
A tutto ciò si aggiunge la collaborazione a varie riviste. De Il diritto del lavoro Raffaele assunse anche la direzione.
Dopo il collocamento a riposo mi è toccato di ripensare spesso a magistrati della Sezione lavoro sempre ammirati da tutti i colleghi e scomparsi troppo presto, troncando un’attività che avrebbe potuto ancora essere utile in misura eccezionale. Voglio ricordare Ugo Berni Canani, Stefano Evangelista e Pasquale Picone. La tristezza causata dalla malattia di Raffaele e dalla sua fine è mitigata dal ricordo delle serene, pur se qualche volta travagliate, camere di consiglio e delle conversazioni private, anche in sede conviviale. Egli fu instancabile nella vita professionale. La sua grande operosità rivela un uomo animato da passione non solo per le tecniche giuridiche ma anche per la ricerca della giustizia.
L’esordio operativo dell’Ufficio per il processo nelle Corti di appello.
Intervista di Ernesto Aghina, Luca Marzullo e Michela Petrini a
Mario Vincenzo D’Aprile, Presidente Corte appello di Perugia
Matteo Frasca, Presidente Corte appello di Palermo
Giuseppe Meliadò, Presidente Corte di appello di Roma
Iside Russo, Presidente Corte di appello di Salerno
Dopo una partenza anticipata presso la Corte di Cassazione, il 21 febbraio inizieranno la loro attività negli uffici giudicanti di primo e secondo grado ben 7.264 addetti all’Ufficio per il processo, che costituiscono il primo scaglione dei 16.500 laureati assunti dal Ministero della Giustizia a tempo determinato con l’obiettivo di abbattere l’arretrato civile e di ridurre la durata dei procedimenti civili e penali.
Dopo la sua istituzione nel 2014 ed un avvio non uniforme nei singoli uffici giudiziari, non sempre in grado di fare fronte all’implementazione di tale struttura per l’endemica carenza di risorse, quello messo in atto è un intervento del tutto inedito nel nostro panorama giudiziario, che per la sua peculiarità impegnerà tutti gli uffici giudiziari, coinvolti in una vera e propria rivoluzione organizzativa di particolare complessità, a partire dai dirigenti degli uffici stessi, che hanno già predisposto a tal fine un progetto operativo.
Francesco Cottone, direttore generale per il coordinamento delle politiche di coesione del Ministero della Giustizia, ha affermato che il valore principale del progetto sugli Uffici per il Processo va oltre il raggiungimento degli obiettivi di efficienza giudiziaria previsti dal PNRR, in quanto “crea concime per l’innovazione del sistema giudiziario Paese e, speriamo che l’iniziativa lasci una eredità a regime, in termini di relazioni tra università e Uffici Giudiziari, di iniezione di capacità manageriali negli uffici giudiziari e di capacità predittiva della domanda di giustizia, per fornire le giuste risposte organizzative ma anche procedurali alla reale domanda di giustizia”[1].
Ed è proprio muovendo da queste premesse ed auspicando che questa rivoluzione porti ad un miglioramento del servizio giustizia, non solo in termini quantitativi (abbattimento dell’arretrato), ma anche qualitativi (contenuto del provvedimento giurisdizionale) che Giustizia Insieme ha deciso di aprire un focus sull’Ufficio per il processo, inserendo nella pagina web della Rivista una rubrica dedicata, nella quale, a partire da oggi, verranno pubblicate interviste ed approfondimenti, con l’obiettivo di monitorare il concreto evolversi di questo nuovo modello organizzativo che costituisce, ad oggi, la vera sfida per una riforma della giustizia.
Già in passato, su questa Rivista, si sono esaminati gli aspetti principali dell’U.P.P. e la sua genesi (vedi in proposito l’intervista a Barbara Fabbrini: Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e risorse degli uffici giudiziari: il “nuovo” Ufficio per il processo) ed oggi, all’esordio di questo innovativo modello organizzativo, può essere utile porre a confronto le scelte adottate, su alcuni temi “topici”, da alcuni dirigenti di Tribunale e di Corte di Appello, selezionati su un campione che tiene conto delle diverse aree geografiche e delle dimensioni degli uffici.
Non esistendo difatti un modello unico di Ufficio per Processo, quanto piuttosto uno schema flessibile che dovrà essere convenientemente adattato alle esigenze dei vari uffici giudiziari, si rilevano già sostanziali differenze strutturali che caratterizzano scelte gestionali diverse.
Di seguito le risposte offerte da Mario Vincenzo D’aprile (Presidente della Corte di Appello di Perugia), Matteo Frasca (Presidente della Corte di Appello di Palermo, Giuseppe Meliadò (Presidente della Corte di Appello di Roma) e Iside Russo (Presidente della Corte di Appello di Salerno).
1. Nel progetto organizzativo depositato la distribuzione degli addetti all’UPP tra settore civile e penale è stata operata in modo equivalente, ovvero sulla base di quali criteri?
D’APRILE La distribuzione degli addetti all’U.P.P. è stata organizzata in base alle esigenze specifiche e agli obiettivi individuati per i due settori, in particolare avendo riguardo agli arretrati da eliminare e ai tempi di definizione su cui occorre incidere in ciascuna delle sezioni. Nel dettaglio, le situazioni di partenza e gli obiettivi che hanno orientato la distribuzione degli addetti all’U.P.P. sono i seguenti, suddivisi per sezioni:
Sezione civile
Nel settore civile sarà perseguito l’obiettivo specifico della completa eliminazione delle pendenze ultrabiennali; inoltre, si curerà la progressiva riduzione dei tempi di definizione dei processi, anche oltre il 40% vincolante, fino a giungere, alla fine del periodo in considerazione, alla tendenziale eliminazione delle cause iscritte da più di un anno.
Sezione lavoro
La Sezione lavoro non ha un arretrato ultrabiennale significativo: i procedimenti ultrabiennali oggi pendenti devono l’eccedenza della loro durata all’opportunità di attendere le pronunce di organi giurisdizionali superiori (Corte di Cassazione, Corte Costituzionale, Corte di Giustizia dell’Unione Europea) su questioni di diritto rilevanti ai fini della decisione. Al momento attuale, tutte le questioni connesse a procedimenti ultrabiennali sono state risolte dalle giurisdizioni superiori o sovranazionali, per cui le cause in questione sono in corso di definizione e saranno verosimilmente esaurite entro i primi mesi dell’anno 2022. Conseguentemente, per la Sezione lavoro, un obiettivo specifico potrà consistere in una progressiva riduzione dei tempi di definizione dei processi, anche oltre il 40% vincolante, fino a giungere alla tendenziale eliminazione delle cause iscritte da più di un anno.
Sezione penale
Nel settore penale, gli obiettivi specifici da perseguire consisteranno nella completa eliminazione delle pendenze ultrabiennali e nella progressiva riduzione del DT, in modo da raggiungere, tendenzialmente, tempi di definizione non superiori ad un anno; inoltre, si opererà per la riduzione dei tempi di trasmissione dei ricorsi alla Corte Cassazione, in modo che sia garantito il rispetto del termine massimo di novanta giorni decorrente da quello fissato per il deposito della motivazione; infine, sarà perseguita la progressiva e più ampia possibile informatizzazione di tutte le attività della Sezione.
FRASCA Sulla base dei dati sull'assetto organizzativo dell'Ufficio e sulla pendenza è apparso funzionale al conseguimento degli obiettivi che la maggior parte delle risorse in arrivo fosse destinata al settore civile ordinario, nel quale sostanzialmente sono concentrate le criticità in termini di arretrato patologico e che, viceversa, sono pressoché inesistenti nell'ambito delle controversie di lavoro e nel settore penale, per le quali sono ipotizzabili interventi di miglioramento sul versante del disposition time.
All’esito dell’analisi complessiva dei dati si è ritenuta adeguata la distribuzione delle risorse indicata nella tabella che segue:
| Servizi settore civile | Servizi settore penale | Servizi trasversali | TOTALE |
addetti UPP assegnati |
61 |
24 |
5 |
90 |
SETTORE CIVILE | |
SEZIONI | N. ADDETTI UPP ASSEGNATI |
Sezione Prima | 20 |
Sezione Seconda | 18 |
Sezione Terza | 20 |
Sezione Lavoro | 3 |
SETTORE PENALE | |
SEZIONI | N. ADDETTI UPP ASSEGNATI |
Sezione Prima | 6 |
Sezione Seconda | 5 |
Sezione Terza | 5 |
Sezione Quarta | 6 |
Corte di Assise di Appello | 2 |
SETTORI/ SERVIZI TRASVERSALI | |
SEZIONI | N. ADDETTI UPP ASSEGNATI |
Presidenza | 5 |
Tale distribuzione sarà rivedibile all'esito della periodica verifica sull'andamento del Progetto.
MELIADÓ Mi pare opportuno premettere che, presso la Corte di appello di Roma, è stata operata riguardo all’ufficio per il processo una scelta chiara, senza attendere il PNRR.
Partendo dall’idea che il coinvolgimento dei magistrati della Corte intorno ad un modello organizzativo volto a lavorare per progetti e per obiettivi condivisi (all’insegna del proposito di lavorare meglio, e non solo di più) è la indispensabile premessa per conseguire risultati positivi nella gestione della giustizia civile e penale, ho, sin dal mio insediamento, costituito un gruppo di lavoro per dare concreta attuazione, presso le sezioni civili e penali, all’ufficio per il processo, così come da lungo tempo auspicato nei documenti programmatici della Corte, e con la volontà di strutturarlo “per obiettivi”, e non per mera “sommatoria” di figure professionali, in modo da puntualizzare meglio i compiti di razionalizzazione del lavoro giudiziario e di miglioramento delle tecniche di decisione cui questa struttura è dedicata.
Questi propositi si sono finalmente attuati, nel maggio dello scorso anno, con la formale costituzione dell’ufficio per il processo presso tutte le sezioni civili della Corte (e di lì a qualche mese anche presso le sezioni penali), con la predisposizione di un documento programmatico che ne individua struttura, obiettivi, coordinatori e responsabili delle periodiche verifiche dedicate, chiudendo così una stagione di prolungati rinvii.
La preventiva previsione di specifici obiettivi per tutte le sezioni e per tutti i settori (civile, penale, lavoro, minori) ci ha pertanto sicuramente agevolati nella organizzazione della distribuzione delle nuove risorse che sono state attribuite agli uffici giudiziari dal PNRR, in ciò favoriti anche dal numero degli addetti in concreto destinati alla Corte capitolina (184), che pareggia quello dei magistrati in servizio. Con la conseguenza che tutte le sezioni potranno avvalersi della collaborazione dei nuovi funzionari.
RUSSO Una premessa. L’ufficio per il processo è stato istituito nella Corte d’appello di Salerno nel 2017 con ruolo di “filtro” cioè di valutazione preliminare dei ricorsi al fine di “fotografare” le pendenze e le sopravvenienze attraverso una ricognizione qualitativa e quantitativa della domanda. Nel corso degli anni è stato aumentato il numero da 3 a 6 e poi affinata la struttura organizzativa. Pertanto, nelle tabelle 2020-2022 della Corte d’appello di Salerno erano previsti 6 uffici per il processo (1 alla prima sezione civile, 1 alla seconda sezione civile, 1 alla sezione lavoro e 3 alla sezione penale: 1 al collegio A, 1 al collegio B ed 1 al collegio C). Nel progetto organizzativo redatto ai sensi del D.L. n. 80/2021 conv. in l. n. 123/2021 è stato aggiunto un 7° ufficio per il processo dedicato ai servizi trasversali (monitoraggio, Banca dati, digitalizzazione, ecc.). Va anche precisato che il progetto organizzativo è stato discusso e condiviso nell’ambito di una procedura partecipata con colleghi, personale amministrativo, avvocati ed organizzazioni sindacali.
I 41 addetti UPP assegnati alla Corte sono stati distribuiti nel seguente modo: 10 alla 1^ civile, 11 alla 2^ civile, 5 alla sezione lavoro, 9 alla sezione penale, 6 ai servizi trasversali, sulla base delle priorità del PNRR (eliminare il 90% dell’arretrato civile); delle pendenze superiori nella giurisdizione civile: al 20 novembre 2021 dinanzi alla Corte d’appello di Salerno erano pendenti 1.209 cause civili ultrabiennali a fronte dei 28 processi penali e delle 83 controversie di lavoro; della necessità del monitoraggio e creazione Banca dati richiesti dalla C.E. al Governo italiano che dovrà al riguardo rendicontare con cadenza ciclica.
2. La previsione dell’UPP è stata modulata con riferimento ai settori (civile/penale), alle sezioni, ai magistrati, ovvero in che altro modo?
D’APRILE L’U.P.P. è stato modulato con riferimento a ciascuna sezione (civile, lavoro, penale), essendo diverse le esigenze e le possibilità organizzative nell’ambito delle stesse. In particolare, gli addetti all’UPP destinati a questa Corte sono in numero di 29 e, allo stato, saranno assegnati nel modo seguente:
- n. 13 alla Sezione civile;
- n. 8 alla Sezione penale;
- n. 2 alla Sezione lavoro;
- n. 6 ai servizi trasversali;
Più precisamente, le unità destinate ai vari settori saranno così utilizzate: - nell’ambito della Sezione civile, la gran parte delle unità assegnate saranno impegnate nella collaborazione con l’attività dei magistrati, secondo le mansioni specificate nell’allegato II n. 1 del D.L. 80/2021 conv. dalla L. 113/2021; n. 4 unità costituiranno uno staff trasversale per lo svolgimento dei compiti indicati al successivo punto c); - nell’ambito della Sezione lavoro, le due unità saranno impegnate nella collaborazione con l’attività dei magistrati, secondo le mansioni specificate nell’allegato II n. 1 del D.L. 80/2021 conv. dalla L. 113/2021; una di queste unità provvederà anche alla raccolta degli indirizzi giurisprudenziali della Sezione, organizzando, entro la scadenza del 31/12/2023, una banca dati dei provvedimenti in materia di lavoro/previdenza, fruibile da parte del pubblico; - nell’ambito della Sezione penale, tutte le unità saranno impegnate nella collaborazione con l’attività dei magistrati, secondo le mansioni specificate nell’allegato II n. 1 del D.L. 80/2021 conv. dalla L. 113/2021; una di queste unità provvederà anche alla raccolta degli indirizzi giurisprudenziali della Sezione, in modo da poterne fare oggetto di diffusione; due unità si occuperanno pure dell’informatizzazione/digitalizzazione del settore, attualmente non soddisfacente;
- nell’ambito servizio trasversale destinato ad attuare il continuo monitoraggio dell’arretrato civile e del DT civile e penale, con conseguente rendicontazione alle scadenze fissate dalla normativa di riferimento, saranno impegnate due unità; - nell’ambito servizio trasversale destinato ad attuare il supporto alla digitalizzazione di tutti i settori dell’Ufficio saranno impegnate n. 4 unità.
FRASCA La rilevante dimensione dell'Ufficio e la sua ripartizione in diverse sezioni con competenza per materia differenziata hanno indotto a escludere, anche all'esito del confronto con i Presidenti di sezione, che gli addetti all'Ufficio fossero assegnati singolarmente ai magistrati, apparendo del tutto più funzionale che venissero destinati a ciascuna sezione all'interno della quale i Presidenti di sezione provvederanno a scegliere le modalità di impiego più idonee in coerenza con le linee del progetto, evitando ripartizioni statiche e privilegiando scelte duttili che consentano la maggior fungibilità possibile, che naturalmente terrà conto della capacità professionale e delle attitudini che si delineeranno con maggiore nitidezza dopo l'avvio dell'attività.
MELIADÓ Per come ho già detto, l’ufficio per il processo è stato costruito intorno a specifici obiettivi, che, in via di estrema sintesi, valorizzano, ferme restando le specificità di ciascun settore, un modello organizzativo basato sulla riorganizzazione dei ruoli di udienza, lo spoglio preliminare dei fascicoli, la rapida assegnazione e tematizzazione degli affari di nuova iscrizione, la predisposizione di archivi condivisi, la comunicazione fra il primo e secondo grado, con la trasmissione al primo giudice dell’esito delle impugnazioni su casi di maggiore rilevanza, e la gestione più efficiente delle fasi preparatorie e successive dell’udienza.
Sotto quest’ultimo aspetto, in particolare, l’inclusione fra gli obiettivi dell’ufficio per il processo delle attività di cancelleria preparatorie e susseguenti all’udienza sdrammatizza la distinzione, rispetto ai compiti dei nuovi dipendenti, fra attività di supporto alla giurisdizione e all’amministrazione, includendo entrambe nei processi di riorganizzazione degli uffici della Corte.
RUSSO L’UPP è stato organizzato prevalentemente su base sezionale, come già evidenziato. Nel privilegiare la giustizia civile si è assegnato un funzionario amministrativo UPP ad ogni Consigliere (una sorta di tutor; esperienza che ha funzionato bene con i GOA) in modo da creare un rapporto di formazione personale ma anche di responsabilizzare l’addetto che dovrà fare riferimento ad un ruolo specifico da tenere sotto controllo con il supporto e la vigilanza del giudice. I compiti dei funzionari amministrativi UPP sono specificati sub c). Inoltre ad ogni sezione civile si è dato un numero ulteriore di 4 addetti UPP che possano dedicarsi all’esame delle sopravvenienze (per evitare il formarsi di pendenza patologica), alla iscrizione del fascicolo al SICID, alla fase esecutiva delle decisioni, a collaborare con gli addetti ai servizi trasversali.
3. Come si è pensato di modulare le mansioni operative degli addetti all’UPP? Saranno impiegati esclusivamente a diretto supporto delle attività dei magistrati, ai servizi amministrativi, in modo promiscuo ovvero in altri compiti, e quali?
D’APRILE Gli addetti all’U.P.P. saranno prevalentemente addetti al supporto dei magistrati, espletando le mansioni loro proprie; in numero congruo e diversificato per ciascuna sezione, svolgeranno anche compiti trasversali, attinenti le banche dati di giurisprudenza, l’informatizzazione e il monitoraggio dei flussi. In particolare, con riferimento alle varie Sezioni:
Sezione civile
A ciascuno dei n. 6 Consiglieri verrà assegnato un addetto all’UPP, con compiti, tra l’altro, di controllo formale del ruolo, controllo del singolo fascicolo (notifiche e costituzioni), aggiornamento con i depositi telematici, preparazione udienza, redazione scheda riassuntiva del fascicolo, verifica in ordine ad eventuali ipotesi di inammissibilità e/o improcedibilità dell’appello al fine di fissare udienza ex art. 281-sexies c.p.c., partecipazione all’udienza, scarico dell’udienza, controllo liquidazioni C.T.U. e gratuito patrocinio, con redazione di bozza del relativo provvedimento e successivi adempimenti, redazione di bozze di sentenze nei procedimenti più semplici.
Al Presidente della Sezione saranno assegnati n. 3 addetti, che dovranno occuparsi della gestione del ruolo ordinario, della gestione del ruolo delle udienze di equa riparazione e del collegamento con lo staff trasversale di cui appresso, per quanto attiene al continuo monitoraggio di eventuali criticità organizzative, da sottoporre al Presidente al fine di porvi rimedio.
I restanti n. 4 addetti costituiranno uno staff trasversale all’interno della Sezione civile, con compiti di controllo dei flussi, organizzazione, entro il 31/12/2023, di una banca dati dei provvedimenti civili, fruibile da parte del pubblico, creazione di un sistema informatico di collegamento con gli Enti e Servizi pubblici coinvolti nell’attività giurisdizionale, specie in materia di famiglia e minori, coordinamento con la Procura Generale nei procedimenti in cui è prevista la partecipazione del Pubblico Ministero.
Sezione lavoro
Per abbreviare la durata media, attraverso la definizione di un maggior numero di processi nell’unità di tempo, occorrerà razionalizzare e velocizzare la preparazione e lo studio delle singole udienze; ciò potrà essere conseguito impiegando gli addetti all’U.P.P., previa la necessaria formazione, anche con l’essenziale contributo dei magistrati e del personale amministrativo della Sezione.
Sezione penale
Per conseguire gli obiettivi prefissati, gli addetti all’UPP saranno impegnati nella diretta collaborazione con l’attività dei magistrati, secondo le mansioni specificate nell’allegato II n. 1 del D.L. 80/2021 conv. dalla L. 113/2021.
Sarà dedicata peculiare attenzione all’attività di esame preliminare dei motivi di impugnazione avverso le decisioni di primo grado, al fine di fare emergere profili di eventuale inammissibilità (per consentire l’adozione di ordinanze de plano), ovvero gli estremi per possibili pronunce ex art. 129 c.p.p., in modo da ridurre il numero dei processi effettivamente meritevoli di trattazione in udienza.
A tal fine, dopo un primo spoglio da parte del Presidente di Sezione su tutte le sopravvenienze, gli addetti all’U.P.P. assegnati ai singoli Collegi cureranno un ulteriore e più analitico esame preliminare dei vari fascicoli, segnatamente in ordine al computo delle cause di sospensione dei termini di prescrizione.
Gli stessi addetti all’U.P.P., dopo l’emissione della sentenza di secondo grado da parte dei Collegi di rispettiva assegnazione, provvederanno agli adempimenti conseguenti, coadiuvando il personale di Cancelleria, in modo da consentire che gli atti pervengano alla Corte di Cassazione non oltre novanta giorni dalla scadenza del termine fissato per il deposito della motivazione.
In ordine all’informatizzazione, sarà necessario curare una modulistica condivisa dei provvedimenti di routine (ordinanze in tema di incidenti di esecuzione, riconoscimento di atti emessi da Autorità estere, decreti di liquidazione, ecc.), fruibile da parte di tutti i magistrati della Sezione; inoltre, si curerà la predisposizione di tutti i verbali di udienza in formato digitale.
FRASCA L'attività sarà calibrata in relazione alla specificità delle singole articolazioni dell'Ufficio. Al fine di consentire il miglior utilizzo delle risorse la Presidenza elaborerà preventivamente prospetti contenenti l'analisi stratigrafica del contenzioso e dei processi suddivisi rispettivamente per codici oggetto e per titolo di reato, per la conoscenza completa del carico di lavoro di ciascuna sezione.
Proprio con riferimento alle mansioni che saranno concretamente attribuite ai funzionari sarà cura dei Presidenti di sezione predisporre una più dettagliata possibile check list dei compiti che sarà accompagnata dalla preliminare attività informativa e formativa da parte dei Presidenti di sezione e dei Consiglieri, d’intesa con i responsabili amministrativi.
Ciò renderà più agevole, soprattutto in fase di avvio, lo svolgimento del lavoro da parte degli addetti e al tempo stesso semplificherà l’attività di monitoraggio.
Anche per tale ragione la scelta è stata indirizzata verso un modello duttile, suscettibile di rapidi aggiustamenti e adattamenti.
SETTORE CIVILE ORDINARIO
Le mansioni elencate nell’All. II al decreto legge 80/2021 saranno assegnate agli addetti all’Ufficio destinati alle Sezioni Civili ordinarie della Corte in funzione del conseguimento del duplice obiettivo di abbattere, o quantomeno ridurre in modo significativo, l’arretrato ultrabiennale e di contenere in due anni la durata dei procedimenti compresi nell’aggregato di riferimento [con esclusione, pertanto, di quelli di volontaria giurisdizione, sommari, di separazione e di divorzio congiunto].
In particolare, gli addetti cureranno le seguenti attività negli ambiti che seguono:
1. studio dei fascicoli:
- controlleranno la regolarità delle notificazioni e il rispetto dei termini di costituzione delle parti;
- valuteranno la complessità della controversia sia sulla base della lunghezza degli atti defensionali [es.: fino a 5 pagine, da 6 a 15, oltre 15], sia in ragione del numero e della complessità delle questioni dedotte in giudizio, e assegneranno a ciascuna causa, con un indicatore numerico o cromatico, un “peso” secondo una predeterminata scala di difficoltà; ciò al fine di consentire una più efficiente distribuzione dei carichi di lavoro tra i magistrati della Sezione e di agevolare la rapida definizione dei processi mediante la fissazione di udienze “tematiche”, riservate a controversie seriali o affini, suscettibili di decisione secondo uniformi e consolidati criteri di giudizio, ovvero attraverso l’utilizzazione degli strumenti previsti dagli artt. 348 bis e 281 sexies c.p.c.;
- verificheranno la completezza del fascicolo [es., l’avvenuta trasmissione del fascicolo d’ufficio di primo grado] e l’osservanza degli adempimenti disposti dal giudice [es.: comunicazione del rinvio ex artt. 309 o 348 c.p.c., notificazione delle ordinanze di nomina di c.t.u., ritardi nel deposito dell’elaborato peritale]; evidenzieranno eventuali incompatibilità dei magistrati nei giudizi di rinvio dalla Corte di Cassazione;
- predisporranno e aggiorneranno per ciascuna causa una scheda riassuntiva della res iudicanda e delle principali vicende processuali, suscettibile di successiva testuale acquisizione nella parte c.d. narrativa del provvedimento decisorio;
- redigeranno, previa autorizzazione del Presidente della Sezione, bozze di provvedimenti semplici in procedimenti contenziosi e di volontaria giurisdizione;
- segnaleranno i fascicoli che presentino caratteri di priorità di trattazione [es. giudizi di rinvio dopo la cassazione].
Le attività suddette, da estendere in prospettiva a tutte le cause pendenti, privilegeranno, nella fase di avvio dell’ufficio per il processo, quelle di nuova iscrizione e quelle rinviate per la precisazione delle conclusioni o per la discussione a udienze prossime.
2. approfondimento giurisprudenziale e dottrinale:
- individueranno e approfondiranno, per le singole cause, i temi giuridici d’interesse, ricercando le fonti normative, i precedenti di giurisprudenza, anche locale, e i contributi dottrinari utili per il giudizio;
- predisporranno nelle cause di maggiore complessità, sulla scorta delle acquisizioni istruttorie, degli appropriati parametri normativi e dei pertinenti riferimenti giurisprudenziali, bozze di punti di motivazione, suscettibili di successiva testuale acquisizione nel provvedimento decisorio;
- in stretta coordinazione con i magistrati compileranno schede tematiche enuncianti, in forma di massima, gli orientamenti giurisprudenziali della Sezione, in vista sia del futuro riversamento nella costituenda banca dati della giurisprudenza di merito, sia della fruizione immediata da parte degli utenti del servizio giustizia [sul modello del “Progetto prevedibilità delle decisioni”, attivato nel sito web della Corte di Appello di Bari].
3. raccordo con il personale addetto alle cancellerie:
- in vista delle udienze da svolgersi in presenza, e con congruo anticipo rispetto a esse, effettueranno la ricognizione dei fascicoli di causa, onde accertare che non siano smarriti o fuori posto; accerteranno e annoteranno sul ruolo cartaceo, di cui cureranno la stampa e la distribuzione ai magistrati, gli eventuali adempimenti da compiersi in udienza [es., eventuale cancellazione della causa dal ruolo, eventuale dichiarazione di improcedibilità dell’impugnazione, redazione di verbale di conciliazione, assunzione delle richieste della Procura Generale, quando previste dalla legge]; cureranno la consegna ai Consiglieri relatori dei fascicoli delle cause da decidere in udienza;
- dopo le udienze in presenza o le trattazioni scritte sostitutive, cureranno la comunicazione dei provvedimenti di rinvio alle parti costituite, ove necessario; aggiorneranno i registri del SICID, indicandovi le date di rinvio delle cause e gli eventuali mutamenti del magistrato relatore; pubblicheranno, nella stessa giornata della pronuncia, le sentenze ex art. 281 sexies c.p.c. e i dispositivi di sentenza, attribuendovi il numero di sentenza e di repertorio;
- prima del deposito [tramite acquisizione al SICID] della minuta del provvedimento decisorio, controlleranno la completezza dei fascicoli [presenza dei fascicoli di ufficio e di parte], la completezza e la corrispondenza dei dati riportati nel verbale e nel provvedimento giurisdizionale; aggiorneranno i registri del SICID;
- dopo il deposito della sentenza [tramite acquisizione al SICID] cureranno la pubblicazione della stessa e ogni attività consequenziale, compresa la prescritta comunicazione alle parti costituite e le attività necessarie per la trasmissione dell’atto all’Agenzia delle Entrate; cureranno le attività finalizzate alla trasmissione del fascicolo al Ruolo Generale;
- nel caso di sentenza con parti ammesse al patrocinio a spese dello Stato, predisporranno il sotto-fascicolo relativo alle spese di giustizia e procederanno alla chiusura del “foglio notizie”; annoteranno sull’originale della sentenza la data di definitività;
- nei processi con parti ammesse al patrocinio a spese dello Stato coadiuveranno la cancelleria nelle operazioni di importazione dai sistemi SICID e SIAMM delle istanze di liquidazione trasmesse dai difensori, predisporranno le bozze dei decreti di liquidazione, compiranno gli adempimenti conseguenti all’emissione del decreto ad opera del magistrato.
4. Attività di collaborazione per tutte le udienze
I funzionari addetti all’ufficio per il processo coadiuveranno i Consiglieri curando:
a] la regolarità della notifica del ricorso in appello e del decreto di fissazione dell’udienza di discussione e/o di quella per la trattazione della eventuale inibitoria: tale attività sarà svolta nelle cause nelle quali fino alla giornata di lunedì precedente l’udienza non risulti la costituzione dell’appellato: il relativo esito sarà contestualmente annotato sul ruolo d’udienza di ciascun relatore;
b] la verifica della tempestività dell’appello: tale attività sarà svolta entro il giovedì precedente l’udienza di discussione contemporaneamente alla sistemazione del fascicolo relatore eseguita dal cancelliere e la eventuale tardività dell’impugnazione sarà annotata nella parte interna della copertina del fascicolo relatore;
c] l'esame del fascicolo d’ufficio di primo grado e la descrizione, in apposita scheda, dell’attività istruttoria svolta ove ritenuta rilevante dal relatore in relazione ai motivi di appello;
d]l'indicazione del nominativo del CTU nominato in primo grado;
e] la verifica nelle cause previdenziali e/o assistenziali della dichiarazione reddituale ex art. 152 disp. att. c.p.c. e/o degli eventuali aggiornamenti rispetto a quella resa in primo grado, annotandone l'esito sulla parte interna della copertina del fascicolo relatore;
f] la redazione della bozza del decreto di liquidazione dei compensi dovuti nei casi di ammissione al patrocinio a spese dello Stato;
g] la redazione nei procedimenti di inibitoria della scheda contenente l'indicazione delle statuizioni contenute nel dispositivo della sentenza appellata, della sussistenza o meno di pignoramento, delle ragioni addotte a sostegno del periculum in mora con verifica del contenuto della eventuale documentazione allegata a sostegno.
L'obiettivo perseguito con tale attività sono l'accelerazione e la razionalizzazione delle attività preparatorie allo svolgimento dell’udienza, con una presumibile riduzione media della durata dei procedimenti, nel 2022, in un range compreso tra il 5 e il 10%.
SETTORE PENALE
Va premesso che, d'intesa con il Presidente della Quinta sezione, che si occupa della materia delle misure di prevenzione e soltanto di un modestissimo numero di procedimenti ordinari in tema di reati connessi con le misure di prevenzione, non è apparso utile allo stato assegnare funzionari addetti all'ufficio per il processo.
Per quanto attiene alle altre sezioni l'organizzazione sarà calibrata in relazione alle specificità delle medesime.
In sintesi, e salve le specificazioni indotte da particolari condizioni di ciascuna sezione, l'ufficio per il processo sarà articolato con l'assegnazione agli addetti dei seguenti compiti:
- coadiuvare il Presidente della Sezione nello spoglio dei processi di nuova iscrizione, esaminando la tempestività degli appelli, la sussistenza di eventuali cause di immediata declaratoria di inammissibilità, i termini di scadenza delle misure cautelari e di prescrizione del reato, nonché [per i reati commessi dopo il 1° gennaio 2020] di durata massima del processo in appello, al fine di consentire una più agevole fissazione e verificare i presupposti di priorità di trattazione, anche secondo il "peso" del singolo procedimento in base alla tabella di valutazione ponderale utilizzata dalla Corte;
- individuazione delle parti [imputati, difensori, parti civili] al fine della emissione del decreto di fissazione dell'udienza e successivo controllo della regolarità delle notifiche;
- controllo della pendenza di istanze o richieste relative ai predetti fascicoli redigendo le bozze dei provvedimenti per i casi di routine;
- redazione delle minute dei provvedimenti di ammissione al patrocinio a spese dello Stato e delle richieste di liquidazione con gli adempimenti conseguenti in tema di notifica alle parti;
- preparazione dei fascicoli assegnati al magistrato di riferimento e studio preliminare dei fascicoli di più agevole trattazione con redazione delle minute dei relativi provvedimenti e compimento delle correlate attività preliminari e successive [avvisi, notifiche, ecc.];
- redazione, per processi di maggiore complessità, di sintesi per punti della sentenza di primo grado e dei motivi di appello;
- raccolta e distribuzione dei fascicoli di udienza per singolo magistrato, curando gli adempimenti preliminari [controllo notifiche ed avvisi] e successivi [scarico] delle udienze relative ai processi dei magistrati con cui collaborano e l’intestazione delle sentenze;
- accertamento della definitività del provvedimento, essenziale anche al fine della individuazione dei termini di scadenza delle misure cautelari e per il controllo del c.d. "scadenziario";
- effettuazione di ricerche di approfondimento giurisprudenziale e dottrinale e ricostruzione del contesto normativo riferibile alle fattispecie proposte, aggiornando periodicamente, attraverso gli strumenti informatici a disposizione, le cartelle condivise all'interno della Sezione per un'agevole verifica dei precedenti al fine di consentire la rapida consultazione degli indirizzi giurisprudenziali sezionali;
- procedere alla digitalizzazione degli atti e provvedimenti del Giudice così come del ruolo di udienza;
- svolgere, nell’orario residuo rispetto all’impegno lavorativo con il magistrato, le attività di supporto alle Cancelleria e ai cd. servizi trasversali, in considerazione della qualifica di appartenenza;
- incremento, previo confronto con la Procura Generale, di una o più udienze al mese, nella quale fissare almeno venti procedimenti selezionati tra quelli di più agevole trattazione in ragione delle competenze tabellari della Sezione, con assegnazione dei fascicoli, a rotazione, ai magistrati della Sezione e contestuale destinazione di un addetto all'ufficio per il processo a supporto di ciascun magistrato per lo svolgimento dei compiti sopra indicati;
- assegnazione per le restanti udienze già calendate di un numero variabile di procedimenti del medesimo tipo alle unità di ufficio per il processo a supporto dell’attività di ciascun magistrato;
- assegnazione a ciascuna unità di ufficio per il processo di un target numerico di attività da espletare nelle ore libere dall’attività svolta a supporto del magistrato, al fine di collaborare con la cancelleria nella fase di lavorazione dei fascicoli dopo la dichiarazione di irrevocabilità della sentenza [inserimento schede SIC, redazione fogli-notizie, redazioni delle note A, annotazioni al SICP e restituzione del fascicolo agli uffici di primo grado].
L'obiettivo generale per il 2022 è l'incremento delle definizioni di una percentuale variabile tra il 5 e il 10% con evidente contrazione della pendenza e della durata dei processi.
Per la Corte di Assise di Appello, oltre alle predette attività, sono stati programmati i seguenti specifici compiti [in parte estensibili anche alle sezioni ordinarie] per le due unità che vi saranno assegnate:
- per i processi più complessi: ricerche di giurisprudenza che evidenzino eventuali contrasti di indirizzo interpretativo o pronunce a SS.UU.; sinossi delle eventuali sentenze acquisite in ciascun processo; schede riepilogative delle prove dichiarative assunte o acquisite sia in primo che in secondo grado, e, se si tratti di collaboranti, del percorso collaborativo desumibile dalla sentenza impugnata o da altre fonti utilizzabili; verifica delle eventuali riserve ancora da sciogliere; realizzazione di una cartella informatica in cui inserire le ordinanze emesse su richieste istruttorie, o questioni ed eccezioni sollevate;
- realizzazione di un osservatorio sulla giurisprudenza delle corti europee, ordinato per poli tematici e in relazione alle pronunce di maggiore impatto o pertinenza per i processi trattati da questa Corte d’Assise d’Appello;
- realizzazione di un archivio informatico che raccolga le sentenze emesse dalle due sezioni negli ultimi cinque anni [e poi a ritroso negli altri quinquenni] e ordinate, in sequenza cronologica, per tipologia di reati;
- realizzazione, sulla base delle indicazioni dei magistrati delle due sezioni, di una sorta di database, ovvero un archivio informatico ordinato per poli tematici, che raccolga le principali questioni che sono state più frequentemente oggetto di trattazione nei processi definiti da questa Corte, almeno nell’ultimo quinquennio e che siano ancora di particolare attualità [perché ricorrenti o ancora controverse];
- realizzazione, per i più importanti processi in materia di criminalità organizzata, di un database che consenta di incrociare la ricerca tematica per singoli episodi omicidiari e quella su base anagrafica dei relativi imputati;
- realizzazione di un archivio informatico ordinato su base anagrafica per gli incidenti di esecuzione [così da visualizzare in tempo reale l’eventuale sussistenza di precedenti che riguardino lo stesso condannato];
- ulteriore perfezionamento e incremento del modello già collaudato da una delle due sezioni della Corte d’Assise di digitalizzazione degli atti dei processi più ponderosi, basato sulla costruzione di un indice analitico strutturato con collegamenti ipertestuali che permette l’accesso immediato a tutti gli atti – previamente a loro volta digitalizzati – del procedimento.
Un'aliquota degli addetti è stata assegnata alla Presidenza della Corte sia per l'attivazione dei servizi trasversali come quello di monitoraggio che sarà curato unitamente ai funzionari statistici operanti nella Corte, sia per il supporto, con i medesimi compiti sopra riportati, all'attività giudiziaria del Presidente, inserito nelle tabelle come presidente supplente di due sezioni penali, di una sezione di Corte di Assise e della sezione lavoro, con un impegno costante di almeno due udienze al mese.
MELIADÓ Bisogna partire dalla constatazione che il legislatore non ha voluto introdurre l’ufficio del giudice, ma l’ufficio per il processo.
Nell’ambito delle sezioni, i funzionari addetti all’ufficio per il processo opereranno, pertanto, sia per l’assistenza alla attività giurisdizionale dei consiglieri di riferimento che per la realizzazione dei servizi integrati di cancelleria, sulla base degli obiettivi programmatici dell’ufficio, garantendo un apporto temporale differenziato che dovrà essere predeterminato ex ante dal dirigente amministrativo d’intesa col capo dell’ufficio, ma con modalità necessariamente flessibili, in relazione alle condizioni “logistiche” e agli obiettivi delle varie sezioni (che incideranno, fra l’altro, sulla quantità di lavoro agile rispetto al lavoro in presenza da assegnare ai nuovi funzionari, ma anche sulla loro presenza nelle ore pomeridiane o nella giornata del sabato).
I presidenti di sezione, attraverso periodiche riunioni e verifiche, garantiranno, a loro volta, che l’attività di supporto alla giurisdizione assicurata dai funzionari presso i magistrati di riferimento si svolga sulla base di modalità quanto più uniformi, essendo la costituzione dell’ufficio per il processo funzionale al miglioramento complessivo della qualità del lavoro giurisdizionale, sulla base di modelli innovativi, volte a superare prassi puramente individuali, scollegate dal contesto di riferimento dell’ufficio nel suo complesso.
Analoga attività svolgeranno i presidenti coordinatori con riferimento alle sezioni di riferimento.
RUSSO Le mansioni sono state modulate, ovviamente, sulla base dell’allegato II n. 1 del d.l.n.80/2021 conv.l. 123/2021 e della circolare Ministero - Direzione Generale del personale amministrativo che ha declinato questo mansionario. Ogni addetto avrà funzioni promiscue e, esemplificativamente, dovrà imparare a redigere la scheda informatica riassuntiva del fascicolo, operare una valutazione preliminare, redigere bozza provvedimento non complesso e comunque di facile esecuzione e iscrivere i fascicoli al SICID, curare assegnazione automatica poi sottoposta al controllo presidente sezione, verificare trasmissione fascicolo dal primo grado, scaricare udienza. Nel penale i 9 addetti sono collegati ai tre collegi (3 per ogni collegio) e, esemplificativamente, procederanno al “filtro” del ricorso d’appello compilando scheda informatica riassuntiva del fascicolo, verificando correttezza scheda 1° grado ex art. 165 bis disp. att. c.p.p., operando una valutazione preliminare (appello complesso, appello sulla pena, tipologia di reato, questioni nuove, giudizio in sede di rinvio, ecc. ), dovranno redigere bozza provvedimento non complesso e comunque di facile esecuzione e imparare a iscrivere i fascicoli al SICP, accertare definitività sentenza.
I sei funzionari addetti ai servizi trasversali saranno in contatto con le altre articolazioni di UPP, dovendo provvedere al monitoraggio dati di smaltimento e gestione flussi di lavoro.
Rilevante anche la raccolta degli indirizzi giurisprudenziali come base per la costruzione della Banca dati della giurisprudenza della Corte. Entrambe le azioni degli addetti all’UPP si svolgeranno sotto il diretto coordinamento dei presidenti di sezione e il coordinamento generale di questa presidenza (ruolo del resto già previsto nelle tabelle 2020-2022). Ai fini della elaborazione della Banca dati delle decisioni di merito, gli addetti all’UPP trasversale si terranno in stretto contatto con gli UPP assegnati alle singole sezioni per la selezione delle sentenze e per la pubblicazione con le modalità di PCT. Inoltre, ai fini della Banca dati la Corte potrà avvalersi del supporto collaborativo di due magistrati in pensione. In proposito va evidenziato che due magistrati in pensione hanno sottoscritto un rapporto di collaborazione – avallato dal Ministero – con la Corte d’appello e sono preposti da novembre 2021 alla Segreteria della Conferenza permanente (contratti di appalto, disfunzioni nella manutenzione servizi, studio normative speciali in materia di edilizia giudiziaria, ecc.). La loro collaborazione nell’ambito dell’UPP riguarda specificamente le decisioni di merito, per estrapolare il fatto, estrarre la massima, fornire la loro esperienza per la formazione della importante Banca dati. Tra i servizi trasversali rientrano anche le azioni finalizzate all’innovazione organizzativa e di accompagnamento alla digitalizzazione, per le quali si programmeranno riunioni periodiche. Va però chiarito, relativamente ai diversi servizi “trasversali”, che l’ufficio per il processo sarà integrato con personale di cancelleria, informatici, magistrati, a seconda delle specifiche finalità. Ad esempio, fanno parte del 7° UPP destinato al monitoraggio anche il funzionario statistico, tre funzionari di cancelleria (civile e penale) per il controllo della tenuta dei registri informatici, il Rid.
4. Si è ipotizzata la realizzazione di specifici progetti innovativi mediante l’utilizzazione dell’UPP. Quali?
D’APRILE In questa fase, non sono stati ipotizzati specifici progetti innovativi.
FRASCA Allo stato no se non per la parte relativa alla Corte di Assise.
MELIADÓ Mi limito a ricordare l’obiettivo relativo al miglioramento dell’informatizzazione del processo penale e delle cancellerie penali.
La mancanza di un adeguato contesto informatico ha fatto la differenza fra il settore civile e quello penale durante il periodo dell’emergenza sanitaria ed il reperimento di nuove risorse telematiche, pur nei limiti del miglioramento e del potenziamento degli applicativi esistenti, mi sembra un traguardo irrinunciabile, al quale stiamo già lavorando, e che ci ha consentito di realizzare già ottimi risultati con l’informatizzazione dell’UNEP, e cioè dell’ufficio notifiche più grande del paese, facendo cessare file e code notturne e diurne che non facevano onore alla Capitale d’Italia.
RUSSO I compiti che questi giovani dovranno svolgere sono molteplici e consistenti. Legittimo prevedere tempi lunghi prima che giovani laureati possano andare a regime, non potendosi pretendere che in breve tempo riescano ad imparare un “mestiere” per supportare il giudice ed un “mestiere” per lavorare nelle cancellerie. Per queste ragioni non sono previsti ulteriori progetti innovativi. Si segnalano invece alcune iniziative che accompagnano il “decollo” di questo innovativo modello organizzativo. Per garantire la circolazione delle idee e prassi in relazione a questa importante esperienza organizzativa, già nelle tabelle 2020-2022, antecedenti al D.L. n. 80/2021, “è prevista, fermi i compiti di coordinamento e controllo riservati ai presidenti di sezione, una funzione di coordinamento generale da parte del Presidente di Corte, sia tra le tre unità interne al settore penale, sia tra le due strutture attive nel settore civile (ad esempio garantire l’omogeneità dell’applicazione dei parametri di filtro tra le due sezioni civili), sia con gli altri uffici per il processo operanti nella Corte, anche per non disperdere il patrimonio di conoscenze e di esperienza della singola struttura tecnica (modelli innovativi di lavoro, schemi adottati, prassi virtuose), per quella trasmissione di saperi che è preziosa in un’organizzazione complessa (ad es. nel corso delle riunioni per la formazione dell’odierna proposta tabellare è emerso che nella seconda sezione civile è stata creata una postazione SICID per i tirocinanti supportati in questo dalla cancelleria che ha fatto vedere loro il funzionamento del programma, velocizzando pertanto i necessari adempimenti a cui sono addetti, ad es. verifica notifiche), quindi anche al fine di una centralizzazione delle informazioni strumentale alla circolazione delle stesse nella struttura giudiziaria”. Inoltre, è stata predisposta una “scheda di accoglienza”, per agevolare l’inserimento del funzionario nell’ufficio, conoscere le esperienze lavorative, le sue competenze, le sue attitudini e i settori (civile o penale, informatica, ecc) di preferenza. Infine, nel progetto organizzativo, tra i suggerimenti richiesti ho proposto la formazione di un Comitato composto da rappresentanti degli addetti all’ufficio per il processo del distretto, coordinato dalla Corte, per facilitare la diffusione di pratiche e modalità operative nel distretto.
5. Molte facoltà di giurisprudenza hanno attivato un percorso di affiancamento e collaborazione degli uffici giudiziari per il miglior funzionamento dell’UPP: quale tipo di supporto ritiene proficuo attendersi da parte del mondo accademico?
D’APRILE Vi sono stati recentemente contatti con esponenti del mondo accademico, al fine di individuare le modalità per una proficua collaborazione. Al momento, però, si è in una fase assolutamente preliminare e non è possibile esprimersi sul punto.
FRASCA La Corte di Appello di Palermo partecipa, analogamente agli altri Uffici giudiziari, al progetto “JUSTSMART: Giustizia Smart: Strumenti e modelli per ottimizzare il lavoro dei giudici”, con beneficiario l’Università degli Studi di Palermo in qua-lità di soggetto capofila del raggruppamento di Università proponenti ed è inserita nella Macroarea 6, assieme ai distretti di Cagliari, Caltanissetta, Catania e Messina.
Il progetto si propone una pluralità di obiettivi specifici in direzione dell'efficienza che si prospettano di particolare utilità in vista e in funzione dell'Ufficio per il processo.
Nella Corte di Palermo sono già da anni in uso sistemi di rilevazione e analisi mensile dei flussi del contenzioso che oltre alla mera estrazione dei dati relativi al numero dei procedimenti pendenti li distinguono anche per materia e anno di iscrizione per fornire ai magistrati una conoscenza più profonda possibile della pendenza e per l'adozione di soluzioni organizzative, in gran parte trasfuse nei programmi di gestione, per l'impiego razionale delle risorse disponibili, in dire-zione soprattutto del contenzioso più datato o che richiede prioritaria definizione.
La previsione dell'apporto di professionalità altamente qualificate per l'analisi dettagliata della pendenza che vada al di là della ricognizione dei dati numerici ma si estenda alla tipologia del contenzioso e al suo contenuto costituisce un salto di qualità per la selezione, già nel breve periodo, di modelli di "aggressione" dell'arretrato e, soprattutto mediante l'indagine sulle cause principali della formazione dello stesso, per evitare che si riproponga.
Un contributo, quindi, che consenta di valutare nuove metodologie di lavoro, supportate dalla intensificazione della digitalizzazione ed eventualmente anche dall'impiego calibrato di forme di intelligenza artificiale, da implementare con il supporto di scienze diverse da quelle giuridiche in una proficua sinergia di saperi che si prospettano di grande ausilio anche per gli specifici compiti degli addetti all'ufficio per il processo.
Il progetto presenta, tuttavia, una criticità connessa con il dato temporale del suo avvio, programmato per un momento successivo a quello dell'ufficio per il pro-cesso, quando, invece, sarebbe stato indispensabile esattamente il contrario proprio per offrire tempestivamente ai nuovi funzionari e all'organizzazione degli uffici nel suo complesso, anche in considerazione del limitato orizzonte temporale del progetto dell'Accademia ancor più breve di quello dell'ufficio per il processo, quel contributo propedeutico all'ambizioso programma di recupero di efficienza della Giustizia.
Un'altra preoccupazione investe le possibilità di accesso ai registri e ancor di più ai fascicoli processuali che si scontra con le politiche ministeriali restrittive e con l'esigenza di tutela della riservatezza dei dati ma che necessita di una soluzione positiva per consentire quell'analisi accurata e intrinseca del contenzioso costituente condizione importante per l'attuazione del progetto.
Naturalmente è di sicuro rilievo l'obiettivo di una revisione della proposta formativa universitaria indirizzata alla formazione di professionalità specifiche nel mondo giudiziario, che, peraltro, potrà solo essere avviata nel tempo disponibile e i cui frutti saranno destinati a essere apprezzabili nel medio periodo.
MELIADÓ Non sembri strano, ma mi pare più proficuo un contributo, più che sul piano della formazione e delle conoscenze giuridiche, su quello dell’innovazione informatica e organizzativa.
Penso, ancora una volta, al processo penale telematico, ma anche all’organizzazione dei servizi al pubblico (a Roma manca a tutt’oggi un ufficio relazioni con il pubblico) o alle banche dati della giurisprudenza di merito: tema che, nonostante tanti buoni propositi, non è riuscito sino ad oggi a decollare.
RUSSO Dal mondo accademico mi aspetto soprattutto un apporto multidisciplinare con il contributo di docenti di ingegneria informatica, esperti di scienza dell’organizzazione, che elaborino ad esempio applicativi da utilizzare negli uffici giudiziari. Mi aspetto suggerimenti/consigli/proposte di carattere organizzativo con la collaborazione della imprescindibile presenza di analisti dell’organizzazione per far emergere un fabbisogno non esplicito, mettere a fuoco le criticità del nostro modello organizzativo UPP, migliorarlo, affinarlo. Importante il contributo dei docenti in materia di mediazione, concepita non tanto come strumento deflattivo, alternativo alla giustizia ordinaria ma come strumento con funzione culturale che formi le parti ad una giustizia conciliativa “coesistenziale”.
6. Quali sono le principali criticità che si frappongono nel suo ufficio, alla vigilia della sua partenza, al decollo operativo dell’UPP?
D’APRILE Gli spazi a disposizione della Corte sono tutti occupati dai magistrati e dal personale amministrativo già in servizio. Si sta portando avanti un’azione di razionalizzazione della dislocazione delle postazioni, al fine di individuarne ulteriori, in numero sufficiente per i n. 29 addetti all’UPP destinati all’Ufficio.
Siffatta attività di predisposizione delle nuove postazioni è piuttosto complessa e rischia di non portare a soluzioni pienamente soddisfacenti per la migliore operatività del personale amministrativo di prossima assunzione.
Ulteriore criticità, più difficile da risolvere in breve tempo, è collegata alla scopertura della pianta organica dei magistrati, essendo vacanti attualmente due posti di Consigliere, tra Se- zione civile e Sezione penale.
Come ripetutamente evidenziato in varie occasioni, compresa l’ultima cerimonia di inaugu- razione dell’anno giudiziario, ove si è fatto riferimento particolare alla situazione di alcuni Tribunali del distretto e alla pianta organica flessibile distrettuale (attualmente completa- mente scoperta), l’abbattimento degli arretrati e la riduzione dei tempi di definizione dei processi, nella misura drastica che viene richiesta nell’ambito del P.N.R.R., non potrà esse- re ottenuta esclusivamente con l’assunzione dei pur numerosi addetti all’Ufficio per il pro- cesso. È vero che questi funzionari avranno il compito precipuo di supportare i magistrati in tutte le loro attività, con conseguente aumento di produttività, ma non ci si può illudere che sif- fatto ausilio possa essere, da solo, risolutivo, poiché i nuovi funzionari, pur se molto numerosi, non potranno supplire alle carenze numeriche dei giudici.
FRASCA L'ufficio per il processo rappresenta una sfida e una grande scommessa che però sconta già nell'immediato alcune criticità di particolare rilievo di cui occorre avere consapevolezza pur senza arretrare minimamente nel doveroso e responsabile impegno per la sua migliore realizzazione.
La prima criticità attiene a quella che pare essere la contraddittorietà tra un progetto di così grande rilievo, che si preannuncia epocale e strutturale, e la sua programmata breve durata, resa ancor più problematica dalla suddivisione della dotazione degli addetti in due tranche biennali.
Pur nella consapevolezza che la temporaneità è imposta da fonti sovranazionali, due anni sembrano davvero pochi, soprattutto se si tiene conto dei necessari tempi di avvio di un'attività per certi versi inedita.
È frequente la domanda se sia realmente utile investire tempo e risorse per la creazione di una struttura così complessa già dal punto di vista numerico e però destinata a esaurirsi in breve tempo con un ritorno dell'assetto organizzativo degli Uffici alle dotazioni preesistenti.
Ci si chiede anche come potrà contribuire un progetto di breve durata a rea-lizzare il non agevole cambiamento culturale che ne costituisce lo spirito informatore.
L'ufficio per il processo, infatti, richiede una riconversione verso modalità di lavoro organizzato in team con l’abbandono del tradizionale schema operativo su base marcatamente individuale: si tratta di modelli di lavoro già sperimentati con successo in altri Paesi europei, sia di “civil law” sia di “common law”, che contrariamente a quanto suggestivamente potrebbe temersi, non burocratizzano affatto l’attività giudiziaria ma, al contrario, esaltano la capacità del giudice di sa-per discernere il core business della vicenda giudiziaria sul quale indirizzare la propria professionalità, dalle altre questioni preparatorie per le quali valorizzare sapientemente gli apporti che derivano da un gruppo di lavoro appositamente costituito, formato e coordinato.
Un'altra criticità, o ancor meglio un ragionevole timore, investe la professionalità degli addetti all'Ufficio per il processo, che è lo snodo decisivo dal quale dipende in gran parte l'esito complessivo del progetto e che, attualmente, è una grossa incognita, soprattutto se valutata con riferimento all'aspettativa di un li-vello necessario all'espletamento di taluni compiti di rilievo previsti nel mansionario.
Esiste, poi, un problema specifico che riguarda le Corti di Appello.
Il nuovo ufficio per il processo appare pensato e concepito prevalentemente con riferimento agli uffici di primo grado, nei quali si forma la domanda di giurisdizione e verso i quali, quindi, è opportuno indirizzare la massima attenzione per assicurare una risposta efficace ed efficiente.
Tuttavia, la più elevata consistenza dell'arretrato si riscontra nelle Corti di Appello divenute il vero imbuto della giurisdizione e la cui eliminazione, costituente un obiettivo primario del legislatore, richiede l'intervento di professionalità di particolare qualificazione in relazione al notorio maggior tasso di complessità delle controversie.
Non va trascurato che una giurisdizione di qualità nel secondo grado costituisce un filtro efficace per la Corte di Cassazione, anch'essa afflitta da una pendenza elevatissima.
Anche per questa ragione non sembra irrealistico temere che le Corti di Appello dovranno affrontare, probabilmente senza ancora avere risolto i problemi dell'arretrato esistente, l'incremento delle impugnazioni che verosimilmente seguirà all'atteso aumento della produttività degli uffici di primo grado e che potrebbe diventare un nuovo grande ostacolo alla realizzazione degli obiettivi del progetto.
MELIADÓ Se la mancanza di risorse ha costituito nel tempo la ragione, ma spesso anche l’alibi, per non attuare l’ufficio per il processo, o per configurarlo come una mera formula di stile, oggi, in realtà, i finanziamenti europei aprono un nuovo scenario per l’amministrazione della giustizia, e pongono i presupposti per un possibile balzo in avanti in termini di efficienza e di produttività.
Detto ciò, sarebbe tuttavia illusorio pensare – e bisogna dirlo con altrettanta chiarezza- che, negli uffici ove più si è sedimentato l’arretrato civile e penale, i grandi numeri del nuovo ufficio per il processo, e cioè di un investimento finanziario limitato nel tempo e nelle motivazioni sociali, possano da soli radicalmente ridimensionare i tempi del processo italiano, senza, in particolare, un ulteriore e straordinario ampliamento dell’organico della Corti in maggiore sofferenza e senza colmare e aumentare gli organici del personale amministrativo stabilmente in servizio.
In altri termini, si ripropone il problema di proseguire, al di là della stagione dell’emergenza, riforme di struttura finalmente avviate, ma non certo portate a regime, e che necessariamente debbono correre in parallelo con gli interventi straordinari, ma temporanei, concessi dall’Unione in una logica di necessaria complementarietà.
In presenza di dati che confermano come a tutt’oggi l’arretrato della Corte di appello di Roma costituisce quasi il 20% dell’arretrato nazionale civile e penale, non pare contestabile che l’aumento degli organici di questa e di altre Corti rappresenti uno dei principali snodi del cambiamento atteso.
RUSSO Le criticità sono varie. Solo un flash su un quadro problematico. La complessità dell’impegno e la responsabilità che grava su ciascuno di noi, perché, come è noto, se falliamo le riforme sulla Giustizia, l’Italia non prenderà neanche un euro dei 191 e più miliardi finanziati dalla C.E. Poi il tema centrale e delicato della formazione di questi funzionari amministrativi. Noi viviamo di formazione giorno dopo giorno, per cui non basta il corso iniziale, bisogna avvalersi della sinergia tra Scuola di Formazione del Ministero, SSM, CSM, anche RID e Magrif per continuare a programmare incontri e corsi, insegnare uso consolle magistrato, utilizzo applicativi ministeriali, verificare indici di mediabilità di una controversia civile, calcolare termini decorrenza custodia cautelare, ecc. ecc.. Necessario formare continuamente sia i magistrati sia gli addetti all’UPP con corsi specifici di implementazione del PCT ed aprire questi corsi all’Avvocatura per una comune condivisione degli obiettivi e delle modalità di intervento. Ma soprattutto la principale difficoltà si ricollega al fatto che l’ufficio per il processo è il paradigma di un cambiamento culturale che si richiede ai giudici. Non si tratta soltanto dell’arrivo di oltre ottomila persone che entreranno nelle aule di udienza e nelle cancellerie per garantire un supporto a giudici e cancellieri a superare la crisi dell’arretrato e della durata eccessiva dei processi – e solo la realizzazione di questo obiettivo sarebbe un risultato eccellente -, ma di un profondo e strutturale cambiamento del modo di lavorare del giudice.
Il giudice che ha in genere l’abitudine di lavorare da solo dovrà d’ora in avanti abituarsi a lavorare in team, coordinando il lavoro degli UPP, assegnando i compiti e definendo i tempi e le fasi del processo organizzativo. Un terreno nel quale entrano in gioco le diverse sensibilità, la diversa consapevolezza dell’importanza della cultura dell’organizzazione.
È una rinnovata concezione del modello culturale del magistrato che non può prescindere dai profili organizzativi, che non spettano solo al Dirigente ma a tutti i magistrati quale espressione rilevante dell’autogoverno.
Per ultimo: è un contratto a tempo determinato. Fra due anni dovremo ricominciare ex novo con altri giovani laureati da assegnare all’UPP?
Non posso non rilevare la nota intrinseca flessibilità di questo progetto organizzativo meramente programmatico, che sarà soggetto a continui monitoraggi e verifiche proprio al fine di modularlo in funzione degli obiettivi del PNRR e delle riforme normative, e ovviamente sulla base dei risultati acquisiti.
Prime Conclusioni
Le risposte sopra riportate, pur rappresentando un campione certamente contenuto della geografia giudiziaria, consentono di svolgere alcune prime riflessioni che, lungi dal voler porre vere e proprie conclusioni, costituiscono spunti di riflessione in merito all’imminente avvio di un progetto per certi versi epocale, cui è affidato il raggiungimento di obiettivi parimenti epocali e destinato inevitabilmente a modificare il quotidiano esercizio della giurisdizione.
È chiaro che si tratta di considerazioni “a caldo”; allo stato l'organizzazione dell'UPP è in fase preliminare se non addirittura embrionale e vi sarà, certamente, maggiore concretezza quando gli addetti prenderanno servizio e cominceranno ad essere operativi: solo da quel momento in poi, valutando anche le attitudini dei singoli, si potranno avere idee più chiare, modificando e implementando i singoli servizi.
Tanto premesso, in via di prima approssimazione, alla luce delle riposte fornite dai Dirigenti intervistati possiamo certamente affermare che la sfida dell’Ufficio per il Processo sia stata accettata con serietà, impegno ed un, seppur cauto, ottimismo.
In primo luogo, appare assolutamente apprezzabile la scelta di coinvolgere tutti i magistrati i servizio nei rispettivi Uffici nella procedura che ha portato alla adozione del progetto organizzativo; l’istituzione di gruppi di lavoro, tavoli tecnici o comunque la previsione di riunioni preliminari all’adozione delle decisioni organizzative appare in linea con la previsione legislativa e con le indicazioni che da anni provengono anche dalle circolari del CSM, sempre più indirizzate nella valorizzazione di modelli organizzativi “partecipati” e adottati in seguito al confronto tra i Dirigenti ed i colleghi in servizio.
Dall’analisi delle soluzioni prescelte dai Presidenti delle Corti, pur nella consapevolezza, come si diceva, di aver esaminato un campione ristretto di Uffici e con tutti i limiti connessi a tale opzione, possiamo delineare le seguenti direttrici generali.
L’ufficio per il Processo (già avviato in alcune realtà giudiziarie quali proprio Roma e Salerno anche prima della riforma) è stato strutturato in funzione del raggiungimento degli obiettivi imposti dal piano di ripresa e resilienza; da qui, in particolare, le scelta che appare emerge in maniera condivisa di dedicare le maggiori risorse destinate agli uffici distrettuali nel settore civile, in ragione dell’esigenza di abbattere il patologico arretrato di procedimenti ancora pendenti, laddove per il settore penale e quello del lavoro tale struttura appare volta al conseguimento della riduzione del disposition time.
Emerge, altresì, in modo chiaro quella che da più parti è stata definita la natura “promiscua” della funzione svolta dall’addetto all’Ufficio del processo, con riguardo alle attività collaterali e prodromiche all'attività decisoria del magistrato.
Accanto a compiti più propriamente di supporto alla giurisdizione (studio fascicolo, ricerche anche dottrinarie e giurisprudenziali, anche delle corti sovranazionali, preparazione schede o la predisposizione di punti di motivazione o vere e proprie bozze di provvedimenti) viene, infatti, prevista – anche in tal caso in maniera pressoché condivisa – l’assegnazione anche mansioni di carattere tecnico – amministrativo (aggiornamento registri, inserimento di rinvii e pubblicazione delle sentenze, controllo decreti di liquidazione per i procedimenti con parti ammesse al Patrocinio a spese dello Stato).
Ad un livello intermedio o meglio trasversale tra attività giurisdizionale ed attività amministrativa vi è la preparazione delle udienze, la verifica preliminare dei fascicoli anche allo scopo di formulare una diversificazione dei singoli procedimenti sulla scorta del dato ponderale, la verifica delle sopravvenienze, ed il monitoraggio dei flussi, quali attività di più diretta attinenza alla “gestione del ruolo”, nonché la creazione anche di una banca dati dell’ufficio.
In tutti i progetti, ancora, appare prioritaria l’assegnazione di una attività di spoglio preliminare e valutazione del dato ponderale del fascicolo, ritenendosi evidentemente tale attività come particolarmente dispendiosa di tempo ed energia per il magistrato.
In conclusione, dalle interviste condotte, emerge il tentativo di raggiungere lo scopo dato dal Ministero che vede negli addetti all’uffici del processo uno strumento di supporto al lavoro dei magistrati non solo in qualità di collaboratori per le attività di studio, ricerca, redazione di bozze di provvedimento, ma anche per attività collaterali al giudicare e di innovazione organizzativa, digitalizzazione oltre che alla collaborazione alla costruzione della banca dati di merito giurisprudenziale; e del resto, anche all’esito dei lavori della cd. Commissione Luiso l’ufficio per il processo, quale struttura organizzativa a supporto della giurisdizione, è stato concepito come un tassello fondamentale per aiutare il giudice che dovrà decidere la controversia a svolgere in modo più efficiente tutto il lavoro preparatorio alla decisione stessa.
E, in tal senso, la temuta dicotomia tra qualità e quantità della giurisdizione ravvisata nell’obiettivo di un sensibile abbattimento dell’arretrato è, probabilmente, solo apparente: una efficiente organizzazione, in grado di individuare tempestivamente e rapidamente il “core business” delle questioni portate all’attenzione degli uffici consente di ottenere un risultato valido tanto in termini quantitativi quanto in termini qualitativi.
Come era ragionevole aspettarsi in questa fase iniziale, non sono stati ancora individuati specifici progetti innovativi; emerge, nondimeno, la volontà di valorizzare le nuove risorse nell’implementare – soprattutto nel settore penale – la digitalizzazione e informatizzazione degli Uffici e l’aggiornamento degli applicativi.
Il rapporto con l’Università si caratterizza per un proficuo avvio di relazioni; tuttavia, traspare un condivisibile disorientamento in ordine al come dare concreta attuazione a questa collaborazione, che costituisce, peraltro, una delle vere novità del progetto.
Infine, sebbene emerga univocamente un certo ottimismo nell’affrontare la scommessa dell’Ufficio, non vengono sicuramente celate preoccupazioni.
In primo luogo, appare, invero, contraddittoria la scelta di affidare un sì ambizioso progetto di portata rivoluzionaria ad una struttura connotata, sin dal principio, da una (breve) durata già programmata in due distinti scaglioni e basata su contratti di lavoro a tempo determinato della durata massima di due anni e sette mesi (per il primo scaglione) e due anni (per il secondo).
Il cambiamento culturale, che comincia già nella concezione della funzione giurisdizionale, richiede tempo per poter sedimentare e la riconversione a modelli organizzativi nuovi cui ciascuno deve fare ricorso nel quotidiano esercizio dell’attività giurisdizionale, mal si concilia con un timer biennale e con tempi di formazione (le cui linee guida non sono ancora state adottate) di neoassunti, i quali hanno esperienze di studio e professionali ben diversificate.
Si tratta, in realtà, di un problema già noto nelle prime esperienze dell’Ufficio del Processo e che si ripropone ora.
Il tipo di reclutamento previsto, seppur imposto dalla necessità di rispettare i vincoli del diritto dell’Unione, reca seco il rischio di un eccessivo turn over del personale assegnato e la conseguente rapida dispersione delle professionalità appena acquisite, vieppiù ove si consideri la necessaria fase di formazione del personale addetto all’Ufficio per il Processo prima di poter svolgere proficuamente le funzioni assegnate che, dunque, dovrà essere ripetuta.
E questo consente di passare al secondo profilo problematica, emerso nelle interviste.
Aspetto tutt’altro che secondario è, infatti, quello della cura dell’esigenza di formazione deli addetti che, evidentemente, non può ritenersi soddisfatta da quella prevista in fase iniziale e che richiede, ragionevolmente, il coinvolgimento della Scuola Superiore della Magistratura nonché dei distretti didattici territoriali per la Formazione.
Sarà necessario valorizzare le specifiche attitudini degli addetti all’Ufficio e creare occasioni di confronto e
dialogo, anche per far si che i giudici, abituati a lavorare in solitudine, si adattino a collaborare con un team.
I lavori sono in corso ed il cantiere è certamente aperto.
Non è facile fare previsioni, ma certamente si sono poste le premesse per l’avvio di un percorso che poterà ad una riforma strutturale della organizzazione giudiziaria.
[1] Intervista pubblicata sul sito www.altalex.com
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