Nessuno deve marcire in carcere
Per non spegnere i riflettori, come ci esorta a fare Glauco Giostra con il suo articolo dal titolo Oltraggi visivi (https://www.giustiziainsieme.it/it/diritto-processo-penale/563-oltraggi-visivi), abbiamo ritenuto utile pubblicare la sentenza della V sezione penale n. 50187 /2017 in tema di continenza, valenza sociale delle parole e obiettiva lesività dell’onore di espressioni contro l’umanità della persona.
La corte ricorda che nessuno, nemmeno chi è stato dichiarato colpevole di delitti efferati, può essere disumanizzato e assimilato a concetti ripugnanti o cose destinate a marcire.
E’ proprio il riconoscimento dei diritti fondamentali e irrinunciabili della persona e il rispetto della dignità umana che qualificano la superiorità dell’ordinamento statale necessariamente fondato sulla centralità della protezione dell’individuo.
“Deve marcire in carcere” è una frase che mai avremmo voluto sentir pronunciare da un Ministro della Repubblica dal quale ci si aspetta il rispetto dei principi della nostra Costituzione e dello Stato di diritto.
Nota redazionale