Abitare il tempo, abitare lo spazio.
Su queste rotte di orientamento e di orizzonte il Movimento per la Giustizia - Art. 3 ha costruito – o meglio ri-costruito – le sue nuove direttrici di marcia.
Sulle radici di un passato orgoglioso, canalizzata in Area l’ideologia associativa che ne aveva fatto un baluardo progressista in ANM e nell’organo consiliare, il Movimento, permanendo vitale, ha colto il bisogno di convertirsi in qualcosa di più prossimo ad una Giustizia a tutto campo; una Giustizia aperta al sociale, ai bisogni delle tante comunità in difficoltà che sul disagio e l’emarginazione costruiscono silenziosamente il loro grido d’aiuto; una Giustizia che dal ristretto perimetro del Foro, che ben conosce miseria e afflizione umana pur nell’esangue distacco proprio dell’ufficialità del ruolo, sappia guardare invece a percorsi più sciolti e diretti, informali e dunque più efficaci, di incidenza umana e sociale. L’impegno nella tutela dell’ambiente, nella valorizzazione dell’arte e della cultura portatrici del Giusto, nel credo d’accoglienza oggi troppo spesso retoricamente predicato se non addirittura negato, nella convinzione e partecipazione a contributi reali per una detenzione costituzionalmente più giusta, all’unisono con canoni di effettiva umanità. Nella costruzione, insomma, di un presente e di un futuro inclusivo e solidale, componente irrinunziabile di questo tempo di Giustizia.
Ecco perché occorre muoversi ad abitarlo così questo tempo, mettendo a frutto l’esperienza ultratrentennale di uomini e donne in toga e aggregando forze laiche e rinnovati entusiasmi per favorire il transito di un Movimento più contemporaneo anche in uno spazio diverso, dove si possa provare a dare risposte ai bisogni di giustizia ed equità con un armamentario più agile e flessibile.
E questo spazio nuovo da abitare, la nuova pelle di cui quest’anima rinnovata del Movimento vuole rivestirsi, ci viene offerta proprio dal terzo settore – l’àmbito in cui adesso anche formalmente esistiamo – perché è lì che i nuovi orizzonti possono trovare la giusta sagomatura operativa, intervenendo in affiancamento alle istituzioni e per esse supplendo alle diffuse carenze d’intervento in quei contesti d’interesse generale in cui il bisogno di giustizia e di solidarietà si fa grido sensibile e accorato.
La rivista Giustizia Insieme continuerà a tenerci legati e collegati al mondo del diritto, alla tutela dei vecchi e nuovi diritti, con l’autorevolezza dell’astrazione e l’incidenza di un pensiero progressista ormai ben gradito ai nostri lettori. Ciò che adesso vogliamo sul campo per il nostro Movimento è invece una rinnovata mobilità che dia sostanza sociale ad un’esperienza professionale vissuta sempre e soltanto come servizio. Un’esistenza che miracolosamente già conteneva i germi di questa svolta oggi portata a compimento.
Ad ottobre prossimo, precisamente venerdì 18, usciremo all’esterno con un primo appuntamento pubblico: nella cornice teatrale dello storico Kursaal di Bari, con il patrocinio della Regione Puglia, dell’Ateneo e dell’Ordine degli Avvocati di Bari, ci ritroveremo a discutere di lavoro, valore, identità, con un’iniziale presentazione del Segretario nazionale che servirà da manifesto pubblico del nuovo Movimento, cui farà seguito una sequenza di interventi che spazieranno sul tema con riguardo all’insicurezza, alla precarietà, e con autorevoli incursioni sui contesti estremi (carcere, migranti, povertà), avendo cura di inframezzare le relazioni con voci e letture affidate ad attori ed artisti noti. L’incontro culminerà con un intervento della Presidente del Movimento.
Un’occasione da non perdere, che fungerà da raccolta e confronto ideale e progettuale e al contempo da ribalta nazionale per la costruzione della nostra nuova identità sociale.
Consideriamoci tutti pronti!
Immagine: Onofrio Tomaselli, I carusi, olio su tela, 1905, Galleria di Arte Moderna, Palermo.