Magistrati sul campo, magistrati nella vita. Il Torneo A.N.M. di calcio
di Ignazio Fonzo, Procuratore aggiunto e allenatore UEFA B
Un giornalista chiese alla teologa tedesca Dorothee Solle: “Come spiegherebbe a un bambino che cosa è la felicità?”. “Non glielo spiegherei” rispose. “Gli darei un pallone per farlo giocare”(Eduardo Galeano).
“Chi sa solo di calcio, non sa niente di calcio” (José Mourinho).
“Il calcio è la cosa più importante delle cose meno importanti” (Arrigo Sacchi).
“Alcuni pensano che il calcio sia una questione di vita o di morte. Non sono d'accordo. Posso assicurarvi che è molto, molto di più” (Bill Shankly).
Queste frasi, la prima riportata dal grande scrittore sudamericano le altre di tre formidabili maestri di questo gioco, racchiudono la vera essenza del calcio.
Oreste Tolone (ricercatore senior di Filosofia morale presso l’Università “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara) ha curato l’edizione del libro Filosofia del calcio di Bernhard Welte.
Ciò che emerge nel saggio, a proposito della popolarità planetaria del football, é che” questo successo avrebbe radici più profonde. Esso nascerebbe dal fatto che nel calcio troverebbe piena espressione un archetipo del comportamento umano, una disposizione fondamentale dell’uomo in campi di battaglia, in gare di rivalità con avversari a cui contendere una vittoria; ma allo stesso tempo una predisposizione della natura umana alla ricerca dell’ordine continuamente desiderato e richiesto. Nel calcio, più che altrove, impulso agonistico e rituale agonistico – la regolamentazione a cui il combattimento sottostà – trovano un pieno equilibrio e una piena possibilità di manifestazione”.
Per Welte il calcio ha addirittura una funzione escatologica, ed a questo proposito il filosofo, come sottolinea Tolone, sostiene che il calcio “é emblema di una irrinunciabile tensione dell’uomo verso una società e un mondo più ordinati e pacificati. L’impulso agonistico pone sin da subito l’’uomo all’’interno di una partita, di un campo di scontro nel quale esercitare questa sua innata propensione alla contesa; contesa che, nonostante i singoli scontri e le singole battaglie, continua a riproporsi incessantemente, partita dopo partita, quasi a dimostrazione di una sua radice mitica. La gara di rivalità tra avversari, tuttavia, è sempre pronta a trasformarsi in uno scontro di ostilità fra nemici, il cui esito è incerto fino alla conclusione. Il fatto, tuttavia, che esistono regolamenti e arbitri che presiedono all’applicazione dei regolamenti, serve nel gioco e nel calcio a impedire che avvenga questo travalicamento. Il gioco sportivo è una sorta di anticipazione del principio speranza di Ernst Bloch, la testimonianza che una forma di convivenza pacifica e pacificata, ordinata è possibile: la testimonianza di un confronto-scontro civile, di vivaci conflitti, che indicano un perfetto equilibrio tra la vitalità dell’’esistenza e l’ordine. In termini teologici giocare a calcio, contenere i conflitti all’interno di un rituale prelude a una forma di convivenza perfetta, a una forma di vita irrealizzabile nella storia, e che dunque trova un suo pieno corrispettivo in ciò che nella Bibbia viene definito il Regno di Dio. L’ agonismo sportivo, nella sua capacità di consentire una tensione pacifica, è un’ anticipazione del Regno di Dio”.
Il calcio come “metafora della vita”, “perché la vita viene giocata con le carte di cui disponiamo, facendo i conti con l’imprevedibile che sfugge al nostro controllo, contendendo spesso ad altri concorrenti il risultato finale. Questo scenario, direbbe Welte, vede l’uomo agire in un campo di contese – la concorrenza nel libero mercato potrebbe esserne un esempio – che rischia continuamente di trasformarsi in un campo di battaglia, se non intervengono regolamenti, leggi, norme a contenere tale rischio; nella vita spesso inutilmente, nel gioco e nello sport quasi sempre con successo.”
Dopo questa lunga introduzione, forse noiosa e supponente tenendo conto che anche il calcio (lo sport tutto) ha inevitabilmente le sue magagne ed i suoi lati tristi ed oscuri come ben noto, qualcuno si chiederà dove si vuole andare a parare (tanto per restare in tema …).
È semplice: dal 23 al 25 aprile 2023 a Coverciano (FI) presso il Centro Tecnico Federale della FIGC si disputerà la IX edizione del Torneo di calcio ad 8 ANM.
La magistratura, ed i singoli magistrati, non vivono in una turris eburnea, non si rinchiudono in attività slegate dagli affari pratici della vita di ogni giorno, interagiscono con il mondo, figli del loro tempo.
Ed in questo essere, come é normale, espressione della società sono anch’ essi (i magistrati, ça va sans dire) appassionati, tifosi e, non ci si stupisca, calciatori (sic!), allenatori (doppio sic !) e dirigenti (triplo sic!).
Ed é così che dal 2015, dopo un’edizione estemporanea del 2009 limitata a rappresentative regionali vinta dalla selezione siciliana, grazie all’ iniziativa della sezione ANM piemontese il Torneo di calcio ad 8 é stato nuovamente organizzato con squadre rappresentative delle Corti d’Appello.
Dalle dieci squadre presenti nella città sabauda (Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Lecce, Napoli, Palermo, Roma, Torino e Venezia), si è arrivati alle diciassette presenti all’ultima edizione perugina del 2022 ed annunciate per l’edizione 2023 (si sono aggiunte Abruzzo, Caltanissetta, Catanzaro, Messina, Milano, Salerno, Partenope – Napoli 2, Reggio Calabria, Umbria, si è persa per strada, per sopravvenuta mancanza di vocazioni, Venezia…).
Può subito sottolinearsi che, nel corso degli anni, la partecipazione sempre crescente ha fatto sì che, in un clima di grande empatia, il numero di magistrati – calciatori (si fa sempre per dire…) sia esponenzialmente cresciuto fino a superare le 300 unità.
Gli sforzi organizzativi sono diventati non indifferenti, in un contesto ove principalmente si fa ricorso all’autofinanziamento, non trascurando la possibilità di fare beneficenza.
Basti solo ricordare un piccolo esempio concreto.
Edizione 2018, Lecce.
Tutte le squadre si autotassarono e la somma di denaro raccolta fu devoluta alla palestra di judo di Scampia (Napoli) gestita dal Maestro Gianni Maddaloni, nota per operare in una zona campana ad alto rischio camorristico, che per difficoltà economiche rischiava la chiusura: lo sfratto fu scongiurato!
Si deve rimarcare, quindi, che nel corso di questi anni si sono verificate esattamente le situazioni richiamate all’inizio.
300 e passa magistrati, proprio come il bambino di Dorothee Solle, per un week end l’anno generalmente a fine aprile, giocano a pallone e quindi conoscono la felicità!
Per questi stessi magistrati, nel medesimo periodo, il calcio, come affermato da Arrigo Sacchi, diventa la cosa più importante delle cose meno importanti!
Ovviamente essi - presuntuosamente ? – pensano di sapere di calcio (sic !), ma in realtà nulla sanno, contrariamente a quanto sostenuto da Josè Mourinho, anche se a vederli giocare sembra veramente che il calcio sia più di una questione di vita o di morte, come sosteneva Bill Shankly!
In conclusione, l’appuntamento, per chi ne avrà voglia è per il prossimo 23 aprile, a Coverciano, sui campi verdi dove si allena anche la Nazionale italiana, che si spera di non “sminuire” con la nostra presenza.
Infine, l’albo d’oro delle edizioni precedenti con le finaliste vincenti:
2015 Napoli (d.c.r. vs Catania)
2016 Catania (d.c.r. vs Palermo)
2017 Napoli (d.c.r. vs Palermo)
2018 Cagliari/Milano (d.c.r. vs Catania)
2019 Roma (vs Torino)
2020 non disputato
2021 Reggio Calabria (d.c.r. vs Palermo)
2022 Roma (vs Milano)
2023 ?