Sommario: 1. Novità dal Congresso - 2. Il caso dei magistrati sostituti spagnoli – similitudine e differenze con l’Italia - 3. Magistratura onoraria. La nuova figura di Giudice Professionale non di carriera.
1. Novità dal Congresso
Come ogni anno Enalj, rete europea di magistrati laici ed onorari, si è riunita in Congresso. Quest’anno l’onore di ospitare l’evento è spettato all’Italia.
Nelle giornate del 9 -11 maggio sono giunti a Bergamo delegazioni di Austria, Belgio, Bulgaria, Finlandia, Germania, Polonia, Spagna e Svezia che si sono unite alle delegazioni italiane rappresentate dalle associazioni Unimo e Angdp per festeggiare la giornata del Giudice laico ed onorario e per confrontarsi su temi comuni.
Quest’anno l’Italia aveva sicuramente un motivo in più per festeggiare, posto che il primo maggio è entrata in vigore la L. 51/2025 concernente la riforma della magistratura onoraria che si applica ai magistrati onorari c.d. di lungo corso che dopo una procedura valutativa sono stati confermati nella funzione.
La novità è stata accolta positivamente dai colleghi europei che hanno sostenuto per anni i magistrati italiani nelle loro battaglie.
Sono stati illustrati i punti fondamentali della riforma ed evidenziate le criticità che ancora non sono state sanate dalla nuova legge, che tuttavia è migliorativa rispetto alla disciplina precedente.
Enalj cresce ogni anno, e dopo la costituzione di un comitato che elabori un codice etico per l’associazione, è stata voltata all’unanimità la proposta di istituire in seno ad Enalj un Comitato di Pari Opportunità al fine di sensibilizzare tutti i membri e le singole istituzioni sul rispetto della parità di genere. Tale comitato avrà il compito di vigilare e dare voce ai magistrati onorari e laici che possano subire disparità di trattamento, segnalando le situazioni a rischio soprattutto in alcuni paesi membri.
2. Il caso dei magistrati sostituti spagnoli – similitudine e differenze con l’Italia
Ulteriore novità di quest’anno è rappresentata dalll’ingresso nella rete Enalj di ben tre associazioni di magistrati non di carriera spagnoli, si tratta di Asociación Plataforma Judicatura Interina (APJI) intervenuta con la Presidente Inmaculada Domínguez Oliveros, dell’Associazione “Pro dignidad” dei Giudici Sostituti Supplenti di Spagna con la Presidente Lydia Polo Alba e dell’Asociación de Abogados Fiscales Sustitutos de España, AAFS, con la Presidente Rosa Navarro.
Si tratta di magistrati non di carriera, laureati in giurisprudenza, nella maggior parte dei casi abilitati quali avvocati, che svolgono le funzioni giudiziarie presso i Tribunali e le Procure spagnole sostituendo i magistrati ordinari, sia in caso di assenza per malattia o altra impossibilità del magistrato ordinario, sia in caso di vacanza dei ruoli.
Per accedere a tale professione occorre sostenere una procedura valutativa da ripetere ogni anno. Tali magistrati svolgono le stesse funzioni dei magistrati di carriera, non vi sono limitazioni di competenza, né per materia né per valore.
Ai colleghi spagnoli è richiesta una disponibilità di 365 giorni l’anno, 24 h su 24 h, poiché debbono essere prontamente reperibili in caso necessiti una sostituzione di un giudice di carriera e, se non rispondono prontamente, rischiano di essere sottoposti a sanzione disciplinare e vedersi pregiudicata la possibilità di accedere all’esame di riconferma annuale.
Nel report che è stato sottoposto al congresso i magistrati sostituti spagnoli hanno riferito delle condizioni gravose in cui si trovano a lavorare, senza diritti, senza poter organizzare la propria vita in quanto debbono rimanere sempre a disposizione, senza certezza di lavoro, poiché le sostituzioni posso essere di pochi giorni o di alcuni anni, ma a volte rimangono senza lavoro per mesi tra una supplenza e l’altra.
Questa situazione si trascina da molti anni, posto che alcuni di essi svolge la funzione di Giudice Supplente da oltre venti anni.
A differenza dei magistrati italiani non esclusivi, i giudici spagnoli, non possono svolgere altra attività (salvo qualche ora di insegnamento) in quanto soggetti alle medesime regole di incompatibilità previste per i Giudici di Carriera.
È altresì emerso che questa sia una professione esercitata per la maggior parte da donne, e la ragione è evidente.
I magistrati spagnoli da tempo invocano al governo spagnolo una soluzione legislativa che ponga fine ad anni di ingiustizie e violazioni delle norme euro unitarie sul diritto del lavoro.
La Sentenza C-658/18 della Corte (Seconda Sezione) del 16 luglio 2020. UX contro Governo della Repubblica italiana è stata più volte invocata dai Giudici Sostituti spagnoli senza tuttavia ottenere un risultato. Attualmente è allo studio, e sarà licenziata una legge che tuttavia non recepisce i precetti sanciti nella sentenza sopra citata, e per tale ragione Enalj si è impegnata ad inviare una lettera di supporto ai magistrati spagnoli così come in passato è stato fatto per l’Italia.
La soluzione adottata dall’Italia, anche all’esito delle lettere di infrazione da parte dell’Unione Europea, è guardata con ammirazione non solo dai colleghi spagnoli che auspicano una soluzione simile, ma anche da altri colleghi europei, poiché anche da altre parti ci si sta sempre più rendendo conto che il lavoro dei magistrati, siano essi onorari o laici (per esempio esperti in diritto commerciale o di diritto agrario) è un impegno importante, che richiede ore di studio dei fascicoli, professionalità nella trattazione dei casi, e tale impegno va giustamente remunerato.
3. Magistratura onoraria. La nuova figura di Giudice Professionale non di carriera
Da tempo i magistrati onorari italiani si pongono una domanda che è stata discussa con altri colleghi europei. Possiamo ancora sostenere che i magistrati italiani si debbano definire onorari?
Dell’onorarietà a dire il vero non hanno mai avuto alcun carattere. Da sempre sono stati inquadrati all’interno dell’organizzazione giudiziaria, soggetti alle direttive dei capi degli uffici, con previsione di ruoli esclusivi, carichi di lavoro e obblighi di rendimento, nonché obblighi formativi e di rispetto dei principi etici.
Quello che emerge dal confronto con i colleghi europei è che il magistrato italiano così come quello spagnolo è un giudice che, sebbene non possa dirsi di carriera poiché non ha sostenuto il concorso previsto per i giudici ordinari, ha sostenuto una prova valutativa, è soggetto a verifiche periodiche, ha un obbligo formativo, decide applicando la legge, pronuncia sentenze che hanno lo stesso valore di quelle pronunciate dai giudici ordinari.
A questi magistrati viene richiesta la stessa preparazione e conoscenza delle norme richiesta ai giudici di carriera, con la sola limitazione per quanto concerne la competenza per materia e valore. Tuttavia si osserva che una causa civile che abbia un valore di dieci mila euro può avere le stesse problematiche giuridiche di una causa con valore superiore, ragione per la quale non ci sono differenze nella preparazione e nello studio dei singoli processi tra giudici di carriera e non di carriera.
Ricordiamo che anche i giudici non di carriera sono chiamati a conoscere oltre alle norme interne anche le norme europee, essi sollevano questioni pregiudiziali e sono stati formati tramite un corso che ha coinvolto vari paesi europei, sulla conoscenza della Carta Europea e del Trattato di Funzionamento dell’Unione Europea, formazione peraltro auspicata ed inserita nelle Conclusioni del Consiglio dell’Unione Europea sul rafforzamento dell’applicazione della Carta dei Diritti Fondamentali, che al punto 23) recita “il Consiglio esorta gli Stati membri a valutare ulteriori possibilità di miglioramento della competenza della magistratura e degli altri operatori della giustizia in merito alla Carta, attingendo a materiale formativo dedicato, compresi gli strumenti di e-learning. Il Consiglio suggerisce che gli Stati membri incoraggino le reti di giudici, di giudici onorari e laici e di altri operatori della giustizia a porre rinnovata enfasi sull’applicazione della Carta a livello nazionale, in particolare cooperando in materia di formazione e condivisione delle pratiche e avvalendosi del sostegno e degli strumenti offerti dalla Commissione, dalla rete europea di formazione giudiziaria (di seguito “REFG”) e dalla FRA”.
Per questa ragione i magistrati non di carriera italiani esortano altresì lo Stato italiano e la Scuola di Magistratura ad aprire anche a tale categoria i percorsi di studio internazionale che, per ora, in assenza di una previsione, sono stati comunque svolti grazie a progetti finanziati dall’Unione Europea, tra i quali il progetto Select (https://selectproject.eu).
Ed allora ci si chiede, perché continuare a chiamare onorari questi giudici? Perché chiamarli semi professionali o non professionali, quando in realtà è evidente il contrario? Non sarebbe più giusto chiamarli semplicemente Giudici?
I magistrati italiani sono innanzitutto Giudici Europei, sono magistrati professionali, con anni di esperienza acquisita, semmai si può affermare che siano essi magistrati non di carriera, ma il termine onorario non gli si addice e mortifica la loro dignità professionale.