Il pianoforte e la sua musica sublime, governati dall’autrice senza l’azzardo di manovre imprecise e col gusto raffinato della coerenza ad una trama a tratti energica, delicata e ricca di passaggi teneri ed accurati, sono i protagonisti indiscussi di una storia d’amore e d’amicizia.
In quello spazio indefinito tra il punto in cui vanno in frantumi i sogni e quello in cui nasce il pianto c’è un limbo - ci avvisa Abbadessa - in cui l’irruzione di un’amicizia può ridare linfa ed entusiasmo al grigiore e alla solitudine esistenziale, grazie a quell’onestà vicendevolmente protettiva non di rado più feconda dell’amore, condizione turbolenta, quest’ultima, e intimamente contraddittoria per sua stessa natura. Tra le due donne, Franca, pianista accompagnatrice, e Cristiana, talento indiscusso e di sicuro successo in àmbito di danza classica, s’insinua Carlo, fascinoso e colto professore appassionato di musica. Ed è proprio in questa leggiadra competizione tra donne, entrambe attratte dall’uomo, dipinta dalla scrittrice con l’incanto di una sognatrice ad occhi aperti, che si coglie il messaggio di egemonia sentimentale dell’amicizia, capace quest’ultima di ergersi come forza sovrastante, pronta a sublimarsi in una sopravvivenza vincente e convincente sull’amore.
Una scrittura accorta, a momenti musicale come le sue citazioni, che disegna frammenti di un’esistenza in fondo appartenente a tutti e che nel confronto - nell’attrito - tra ragione e sentimento coglie il senso profondo dell’amicizia.
Emanuela E. Abbadessa, La suggeritrice, Neri Pozza, 2024.