La formazione dei magistrati al tempo dell’emergenza da covid-19
Ernesto Aghina e Costantino De Robbio
Sommario: 1. Preambolo - 2. La Scuola Superiore della Magistratura di fronte all’emergenza - 2.1. L’esplosione dell’emergenza sanitaria del Covid-19 ed il primo impatto sulla Scuola Superiore della Magistratura - 2.2 La formazione iniziale della S.S.M. e la prima sperimentazione dei corsi a distanza - 2.3 La formazione permanente - 3. La formazione dei m.o.t. negli uffici giudiziari - 4. La formazione dei tirocinanti ex art.73 d.l. n. 69/2013.
1. Preambolo
L’esplosione della pandemia che stiamo vivendo in queste settimane costituisce un avvenimento senza precedenti in tempi moderni e le criticità che ne derivano non sono limitate solo alle attività giudiziarie in senso stretto ma anche al delicato e complesso settore della formazione.
Si tratta di un’emergenza del tutto imprevedibile nel suo sorgere e di cui ancora non è possibile pronosticare né i tempi della sua conclusione né gli effetti nel lungo periodo e che ha costretto la Scuola Superiore della Magistratura ad una risposta immediata, anche in relazione alla legittima “ansia formativa” dei magistrati ordinari in tirocinio, oltretutto in un momento in cui sono in corso di espletamento i tirocini di due differenti concorsi.
Ciò nonostante, si può serenamente affermare che la Scuola ha reagito con prontezza e profondità di sguardo, riuscendo a non limitare la sua risposta solo al contingente ma approntando con coraggio e apprezzabile celerità una completa rimodulazione del suo modulo formativo.
Non sembra esagerato parlare dunque di una vera e propria rivoluzione copernicana, cui la Scuola è stata chiamata ex abrupto ed in un momento particolarmente difficile per l’organizzazione anche del lavoro ordinario: basti pensare al fatto che tutte le attività sono svolte in sinergia dalla struttura amministrativa, da quella informatica e dal Comitato Direttivo della Scuola “da remoto”, che costituisce l’unico strumento comunicativo con la vastissima platea dei soggetti coinvolti nell’attività formativa.
Per non parlare delle difficoltà in cui si sono trovati i formatori decentrati, i magistrati affidatari dei m.o.t. e dei tirocinanti ex art. 73, tutti accomunati dalla improvvisa necessità di non interrompere il percorso formativo intrapreso e di adeguarsi anche con originalità alla nuova situazione.
Si è così determinata negli uffici giudiziari una iniziale “risposta” formativa di carattere estemporaneo, variegata ed in una prima fase ineludibilmente affidata al dinamismo individuale, ma che ora occorre pianificare in modo adeguato ed organizzato, creando una “rete” di collegamenti anche all’interno dei singoli uffici.
Va detto peraltro come la necessità di far fronte all’emergenza in una fase così drammatica potrebbe anche portare ad una crescita qualitativa dell’offerta formativa.
Occorrono però a tal fine un veloce cambio di passo nella informatizzazione della magistratura e la decisione di dotare la Scuola e gli uffici giudiziari di personale e mezzi all’altezza della sfida che ci aspetta.
Non tutti sembrano avere piena consapevolezza del rilievo dell’impegno assunto e dei risultati raggiunti in un tempo eccezionalmente breve, probabilmente anche a causa della difficoltà di veicolazione all’esterno di quanto è stato fatto e si sta per fare.
Anche a questo scopo potrebbe servire il presente articolo.
2. La Scuola superiore della magistratura di fronte all’emergenza
2.1. L’esplosione dell’emergenza sanitaria del Covid-19 ed il primo impatto sulla Scuola Superiore della Magistratura.
L’attività della Scuola Superiore della Magistratura ha continuato a pieno ritmo anche se, come è intuibile, l’impatto della pandemia attualmente in corso sulla complessa macchina della formazione dei magistrati è stato devastante sin dalla sua prima fase.
L’esplosione dei primi focolai di contagio nelle zone presto individuate come “zone rosse” ha avuto un’immediata conseguenza su un’attività complessa e variamente articolata quale quella in esame.
Il dato comune a pressoché tutti i settori della formazione dei magistrati è da sempre il continuo spostamento dei discenti e dei docenti da ogni parte d’Italia verso la sede didattica ove si tengono i corsi.
Nel momento in cui sono esplosi i primi segnali dell’emergenza sanitaria erano in calendario numerosi corsi che prevedevano l’affluenza a Scandicci di centinaia di utenti, oltre ad altri previsti in varie sedi, tra cui un importante evento formativo previsto proprio a Milano, a pochi chilometri dal primo focolaio italiano del virus.
Il primo effetto della pandemia sulla formazione è stato dunque indiretto, ma estremamente forte: prima ancora che il divieto di movimento dalle zone più colpite del territorio nazionale venisse sancito da un provvedimento avente portata generale, una semplice regola di buon senso ha portato in pochi giorni un numero sempre crescente di relatori a comunicare la revoca della disponibilità a tenere la relazione.
Al contempo, una fetta sempre più rilevante di partecipanti ai corsi ha presentato domanda di esonero, per motivi più o meno direttamente ricollegabili al coronavirus.
Il primo provvedimento adottato dal Comitato Direttivo della Scuola è stato il monitoraggio dei discenti e dei docenti provenienti dalle zone più a rischio, per evitare che la concentrazione dei partecipanti e dei docenti divenisse involontaria occasione di propagazione del virus; si è pertanto deliberato di concedere a chiunque avesse validi motivi la possibilità di richiedere di essere esonerati dalla partecipazione ai corsi in programmazione.
La situazione sanitaria nel frattempo, rivelatasi molto più grave di quanto inizialmente apparso, ha portato ben presto ad un numero di defezioni tra docenti e discenti talmente elevato da imporre l’immediata sospensione dei corsi in programmazione per la formazione permanente per le successive due settimane.
L’idea iniziale di continuare l’attività anche in condizioni così drammatiche, per dare un segnale di tenuta dell’istituzione, ha dovuto cedere di fronte alle pressanti esigenze di tutela della salute, procedendosi così all’annullamento dei corsi, inizialmente di settimana in settimana, in attesa di verificare gli sviluppi dell’emergenza.
L’annullamento di un corso, va detto per inciso, comporta a sua volta una procedura complessa comprendente la comunicazione di centinaia di annullamenti di prenotazioni alberghiere e di biglietti aerei e ferroviari, un numero pari di notifiche a discenti e relatori, agli organismi di formazione territoriale e agli altri organismi istituzionali coinvolti ed agli uffici di appartenenza dei soggetti coinvolti, la discussione del pagamento di eventuali penali e così via, attività che è venuta a gravare sulla struttura amministrativa in aggiunta a quella ordinaria.
Al contempo, in alcuni dei maggiori Tribunali d’Italia i Presidenti delle Corti di Appello disponevano la chiusura di tutte le aule destinate alla formazione al fine di evitare assembramenti forieri di possibili contagi, imponendo indirettamente l’immediata sospensione di tutti i corsi organizzati in sede territoriale ed il blocco totale degli stage.
Diverso il provvedimento adottato dalla Scuola Superiore della Magistratura per la formazione iniziale, di cui si dirà in seguito.
In conseguenza di questi primi provvedimenti la macchina amministrativa della Scuola si è trovata ad affrontare un’enorme mole di adempimenti e alla diramazione urgente di avvisi ai discenti, ai docenti, alle strutture alberghiere, alle compagnie ferroviarie ed aeree ed alla riprogrammazione dei corsi nelle nuove date.
Anche il Comitato direttivo è stato costretto a familiarizzare con la piattaforma telematica Teams, per continuare le sue riunioni periodiche e mantenere il collegamento con il personale amministrativo.
Nelle more, essendo i provvedimenti iniziali limitati alle successive due settimane, è continuata l’attività di organizzazione dei corsi successivi, con predisposizione dei programmi, contatti con i relatori (sempre più difficilmente disponibili), prenotazioni, nomina di esperti formatori e così via, il tutto per l’organizzazione di corsi forzatamente destinati a successivo annullamento.
Con l’acquisizione di una emergenza non più contingente, il 19 marzo è stata disposta la sospensione di tutti i corsi di formazione permanente e di quelli in sede decentrata fino alla data del 1 luglio e la riprogrammazione dei corsi di formazione iniziale nelle forme della partecipazione a distanza.
Dopo un travagliato periodo di incertezza (nel corso dei quali ai partecipanti italiani a corsi all’estero è stato impedito il ritorno in Italia o addirittura in alcuni casi disposto l’isolamento in albergo) anche la formazione internazionale ha patito uno stop completo fino a data da destinarsi.
2.2 La formazione iniziale della S.S.M. e la prima sperimentazione dei corsi a distanza.
Le caratteristiche della formazione iniziale impediscono la sospensione dei corsi a tempo indeterminato: il tirocinio dei m.o.t. deve iniziare e terminare in un periodo di tempo predeterminato per legge, sicché la sospensione delle settimane di frequenza dei corsi della Scuola fino al 1 luglio come disposto per gli altri settori di formazione avrebbe comportato la perdita secca della possibilità di espletare il tirocinio per i m.o.t., con conseguente loro immissione in servizio senza formazione o con periodi di formazione fortemente compromessi.
In questo momento sono in attività formativa iniziale due concorsi, uno nella fase del tirocinio mirato (D.M. 12.2.2019) ed uno in quello di tirocinio generico (D.M. 3.1.2020), con conseguente sovraccarico della struttura centrale di formazione.
Per altro verso, la chiusura pressocché totale degli uffici giudiziari ha fortemente limitato sia la parte del tirocinio in affiancamento agli affidatari – nonostante lo sforzo di molti di essi, tuttora lodevolmente in atto, di dedicarsi ai propri m.o.t. da remoto – sia la possibilità di effettuare gli stage.
La trasformazione delle settimane di frequenza presso la Scuola in corsi a distanza per i m.o.t. è dunque apparsa l’unica soluzione in grado di continuare l’espletamento del tirocinio per i due concorsi, anche se in forma diversa da quella tradizionale.
Va peraltro rilevato che alcune forme di formazione a distanza erano già state sperimentate con successo dalla Scuola nel suo primo quadriennio di attività: sia per la creazione di corsi e-learning sulla piattaforma Moodle (sulla quale è ancora a disposizione un’enorme mole di materiali fruibili da tutti i magistrati), sia per la videoregistrazione di numerosi corsi (di cui è ragionevole auspicare la rinnovata disponibilità sul sito web).
Nelle scorse settimane si è dunque deciso - stante anche l’impossibilità di rinviare ulteriormente i corsi in un calendario già affollato al limite della possibilità di gestione - di accelerare il progetto di organizzare corsi di formazione da remoto.
Un piano di lavoro già in fase di studio da tempo, sia per la formazione iniziale che per quella permanente, e a tale scopo la Scuola Superiore della Magistratura aveva già stipulato un contratto con la Microsoft per l’acquisto di un pacchetto di servizi comprendente la piattaforma Teams, particolarmente versatile a fini didattici.
La prima settimana del tirocinio generico del D.M. 2020 si è così trasformata in una settimana di formazione a distanza: il primo corso è in fase di espletamento proprio in questi giorni, dal 30 marzo al 3 aprile e ad esso seguirà un secondo corso (ogni settimana di questo DM, come si è detto, si divide in due tranche da 120 MOT ciascuno) dal 20 al 24 aprile.
Com’è evidente, l’urgenza dell’intervento, sollecitato anche con delibera del 26.3.2020 dal C.S.M., che ha anche rimodulato l’intero calendario del tirocinio, demandano alla Scuola di anticipare la propria attività didattica, nella forma “a distanza”, ha determinato non pochi problemi.
Si è costretti difatti ad affrontare una sfida inedita e suggestiva, dalle indubbie potenzialità, ma anche a superare gli ostacoli costituiti dall’innovazione rispetto ai moduli formativi tradizionali, alla divulgazione delle utilità di un software esterno alla quotidianità giudiziaria, al coinvolgimento a distanza della platea degli utenti.
La partecipazione attiva d’altronde costituisce da sempre una peculiarità percipua della formazione iniziale, laddove alla relazione frontale si alternano anche nel corso della stessa sessione i momenti in cui i MOT lavorano, in piccoli gruppi di 20-25 persone, con colleghi più esperti (c.d. tutor) nella risoluzione di casi pratici, processi simulati ed insieme approfondiscono gli aspetti che si troveranno di lì a poco ad affrontare nelle aule giudiziarie.
E’ fondamentale il rapporto personale che i tutor e gli stessi relatori riescono ad instaurare con i giovani colleghi, di cui divengono punto di riferimento spesso anche dopo la fine del corso.
Si tratta di uno modello formativo positivamente sperimentato sin qui dalla Scuola che può apparire difficilmente conciliabile con la formazione a distanza, per l’inevitabile perdita della fisicità (lato sensu intesa) , che ciascuno di noi ricollega istintivamente alla creazione dell’empatia.
Tuttavia, si tratta a ben vedere della semplice instaurazione di modalità differenti di comunicazione, conseguenti ad uno strumento inedito o poco utilizzato fino a questo momento.
A fronte di questi ostacoli, la nuova modalità di formazione presenta indubbi aspetti positivi che possono aumentare sensibilmente il livello qualitativo dell’offerta didattica.
Lo stiamo verificando in questi giorni, tra questi la possibilità per i discenti di chattare con i relatori nel corso della relazione, che dà a tutti la possibilità di scrivere domande nel momento in cui una questione si affaccia alla loro mente, senza dover attendere la chiusura della relazione ed il momento del dibattito.
Il relatore può leggere le domande e rispondere oralmente al termine della relazione o – se è particolarmente bravo e veloce (smart, si potrebbe dire) – inserire la soluzione al quesito nel corso dell’esposizione che sta svolgendo.
Una delle grandi incognite tecniche che affronteremo nei prossimi giorni per organizzare le settimane di formazione a distanza di cui si è detto è stata di verificare quanto potesse reggere la piattaforma telematica all’impatto di 140 soggetti connessi contemporaneamente per un certo numero di ore consecutive, soprattutto in un momento storico in cui le linee nazionali sono al limite della capacità e quelle domestiche spesso ben oltre (per l’occupazione simultanea da parte dei componenti del nucleo familiare)
A tal fine la Scuola ha pensato di offrire ai relatori la possibilità di registrare la prima parte del proprio intervento: tale soluzione impedirebbe cadute di linea e ritardi che, in un corso caratterizzato dalla molteplicità di interventi quotidiani in un ritmo estremamente cadenzato, comporterebbe uno sforamento progressivo dei tempi, ferma restando la connessione live per rispondere alle sollecitazioni degli utenti.
Ulteriore vantaggio offerto dalla piattaforma Teams è dato dalla possibilità di caricare i documenti e condividere lo schermo con quello di tutti i soggetti connessi: se ben usata, questa opzione potrà consentire di mostrare in tempo reale ai discenti una sentenza della Cassazione o di merito o un articolo di dottrina mentre li si cita e di arricchire l’intervento con slide di Power Point per compensare la perdita di contatto visivo.
Tutte le sessioni interventi saranno comunque registrate ed offerte alla consultazione on line.
Anche le valutazioni sono state informatizzate: alla fine di ogni sessione i discenti compileranno in forma anonima un modulo online con votazione alfanumerica e giudizi su relatori e corso che sostituisce quello cartaceo sinora in uso.
Quanto al rapporto personale tra tutor e discenti, vero nodo cruciale del passaggio dalla formazione tradizionale a quella da remoto, potrebbe uscirne addirittura rafforzato laddove i primi riusciranno a padroneggiare la teleconferenza e le sue molteplici potenzialità: la coabitazione nella stanza virtuale, laddove abilmente gestita, può favorire legami personali come e più di quanto avveniva in passato.
Le due direttive principali su cui la Scuola si sta muovendo sono costituite sono: la formazione dei formatori e l’incremento delle strutture.
Quanto al primo tema, si sta procedendo in questi giorni a formare i relatori ed i discenti attraverso riunioni online ad essi dedicate, invio tramite mail di tutorial per garantire a ciascuno di essi l’acquisizione del livello minimo di conoscenze informatiche necessario per ottimizzare l’uso della piattaforma telematica.
Accanto ai componenti del Comitato Direttivo, va menzionato il ruolo fondamentale dei componenti amministrativi dell’area informatica della Scuola, cui è demandato il ruolo di assistenza tecnica nei giorni precedenti ciascun corso nonché il servizio di helpdesk a disposizione di docenti e partecipanti durante i giorni del corso.
Una mole di lavoro ingente gestita allo stato da sole quattro unità di personale che dovranno essere necessariamente implementate (si pensi che l’organico amministrativo della Scuola consta oggi di sole 27 unità rispetto alle 50 previste nella pianta organica).
Anche se naturalmente qualsiasi valutazione è del tutto prematura, tuttavia i primi riscontri sono comunque estremamente incoraggianti: il corso di formazione a distanza dei m.o.t. in via di completamento procede senza intoppi ed è confortato sia dalla sorprendente duttilità dei primi docenti di adeguarsi al nuovo modello didattico, sia (e soprattutto) dalle valutazioni estremamente lusinghiere espresse dai m.o.t.
Mentre i relatori sono riusciti in breve tempo ad impadronirsi delle potenzialità di Teams ed a fornire relazioni coinvolgenti ed approfondite, i m.o.t. (nativi telematici), al loro esordio nella Scuola, hanno affrontato con entusiasmo questa nuova proposta formativa da remoto che ha anche incrementato la loro partecipazione al dibattito, tradizionalmente “timida” nelle prime iniziative di formazione frontale.
La temuta perdita di empatia pare non essersi verificata, rectius sembra essere sostituita da un tipo di interazione diversa e per certi versi addirittura più ricca di quanto sperimentato in passato.
In generale, se pure con le ovvie riserve derivate da un campione di osservazione necessariamente circoscritto, può rilevarsi come i m.o.t., coscienti della decisiva importanza della formazione, che li vuole anche “soggetti attivi” per la rilevanza dell’obiettivo da perseguire, abbiano affrontato questo impegno imprevisto e del tutto originale con grande maturità ed entusiasmo, consapevoli dello sforzo organizzativo realizzato dalla Scuola in tempo contenuto.
Se è pur vero che “una rondine non fa primavera”, in questa difficilissima stagione (anche) della comunità giudiziaria, l’esordio della formazione a distanza deve ritenersi foriero di sviluppi confortanti, probabilmente oltre le attese della vigilia.
2.3 La formazione permanente
La felice sperimentazione dei moduli di formazione a distanza per i corsi di formazione iniziale di cui si è detto fungerà da apripista anche per i corsi di formazione permanente.
E’ difatti in corso di ultimazione la (nuova) calendarizzazione dei corsi del 2020, che prevederà inevitabilmente la sperimentazione di corsi da remoto anche in questo nevralgico settore della formazione.
3. LA FORMAZIONE DEI M.O.T. NEGLI UFFICI GIUDIZIARI
L’attuale e quasi generalizzata sospensione dell’attività ha naturalmente comportato pesanti ricadute anche sulla “quota” di tirocinio comprendente la gestione dei MOT da parte degli affidatari nei vari uffici giudiziari.
Non v’è dubbio che la pratica in udienza costituisca un elemento indispensabile nel processo formativo del neomagistrato, e l’improvvisa cesura di un percorso appena iniziato (sia per i MOT in tirocinio ordinario che per quelli in tirocinio mirato) evidenzia criticità fin qui mai sperimentate.
In particolare, l’impossibilità di coinvolgere i MOT nella concreta gestione della funzione corrispondente alla scelta da poco operata al termine del tirocinio ordinario, determina un vulnus di rilevante portata nella fase più importante del loro processo formativo.
Il C.S.M., cui inevitabilmente compete il difficile governo di questo periodo ha, con delibera dell’11.3.2020, confermato la prosecuzione dei tirocini in atto, raccomandando che ” l’attività formativa si svolga tramite collegamenti a distanza o l’assegnazione di attività da compiersi in ambiente domestico”, rimodulando i calendari sin qui approntati ma senza incidere, sin qui, sulla complessiva tempistica.
Vengono in rilievo, rispetto alla già prospettata richiesta di disporre una proroga del tirocinio, molteplici ed apparentemente inconciliabili esigenze, collegate all’acquisizione di un compiuto processo formativo ovvero a soddisfare le richieste di sollecita copertura dell’organico specie da parte di uffici periferici in difficoltà.
Inevitabilmente, specie se l’attuale situazione emergenziale perdurerà, il Consiglio sarà chiamato ad operare una scelta difficile (naturalmente di concerto con il Ministro della Giustizia e la Scuola), attesa l’obiettiva rilevanza degli interessi in gioco, che si connota anche quale scelta “culturale” laddove intesa, come sembra ineludibile, alla concezione stessa del valore e del significato della formazione, intesa come connotato essenziale del modello di magistrato.
Specie con riguardo ai m.o.t. in tirocinio mirato tuttavia, possono sollevarsi dubbi (proseguendo l’attuale situazione di paralisi dell’attività giudiziaria) sull’opportunità di una immissione in servizio attivo secondo i tempi prestabiliti.
Nel frattempo, se pure non sia agevole una compiuta ricognizione al riguardo, appare concreta e quasi generalizzata la sperimentazione negli uffici giudiziari di forme di gestione a distanza dell’udienza (quasi sempre con riferimento alla convalida degli arresti), operata utilizzando la piattaforma di comunicazione Teams, cui partecipano attivamente i m.o.t.
Naturalmente si presenta come urgente ed indispensabile un’attività di formazione di tipo informatico generalizzata e non contingente, che il CSM ha affidato con delibera dell’11.3.2020 alla Scuola in collaborazione con i RID.
Il presente ci consegna una realtà complessa, per la distribuzione territoriale dei m.o.t., affidati al tradizionalmente proficuo rapporto unipersonale con i magistrati affidatari, cui competono ora compiti inediti e complessi, affidati ad una peculiare “creatività” formativa da remoto ancora da elaborare compiutamente e necessariamente diversamente praticabile in riferimento alla peculiarità delle funzioni svolte.
La pregressa esperienza maturata dalla Scuola a riguardo, se pure in un contesto non certo emergenziale, consente di indicare soluzioni didattiche a distanza che possono essere scelte tra la soluzione di “casi”, la redazione di ordinanze (anche a seguito di questioni preliminari o eccezioni “virtuali”), la stesura di provvedimenti definitori, il confronto live su sentenze, criteri giurisprudenziali, questioni dibattute, articoli di dottrina, ecc.
Si tratta di un mero elenco esemplificativo che potrà essere convenientemente arricchito da ciascun magistrato affidatario, anche mediante la predisposizione di relazioni su stanze Teams appositamente realizzate per i m.o.t.
Naturalmente il coordinamento di questa attività formativa insorta in questi giorni in modo del tutto spontaneo competerà inevitabilmente alle articolazioni formative decentrate, cui è demandata una parte importante dell’attività formativa, e che potranno utilmente predisporre materiali e moduli didattici utili per agevolare gli affidatari impegnati in un ruolo del tutto imprevisto e che, soprattutto all’inizio, può avere determinato qualche incertezza rispetto alla domanda formativa inesorabilmente proveniente dai m.o.t. (peraltro in questa fase impegnati nei corsi di formazione a distanza organizzati dalla Scuola di cui si è detto in precedenza.
Anche in questo settore, sono stati mossi i primi passi per un’attività di formazione dei formatori che nei prossimi giorni vedrà importanti e decisivi sviluppi.
4. La formazione dei tirocinanti ex art.73 d.l. N. 69/2013.
La paralisi dell’attività formativa non ha escluso naturalmente anche l’articolata platea dei giovani neolaureati impegnati (in numero sempre crescente) presso gli uffici giudiziari nel tirocinio formativo previsto dall’art. 73 d.l. n. 69/2013.
Non si rinvengono indicazioni sulle modalità di adeguamento del tirocinio all’emergenza da parte del Ministero.
L’unico riferimento in proposito (sinora) è nella delibera del C.S.M. del 1.3.2020 che in sede di “Ulteriori linee guida in ordine all’emergenza sanitaria Covid-19 all’esito del d.l. n.11 dell’8.3.2020”, esplicitamente evidenzia l’opportunità “..nell’attuale contingenza, che i dirigenti consentano l’espletamento de tirocinio, ex art. 73 d.l. 69/2013 con modalità da remoto”, prevedendo, ove questo non sia possibile (e quindi solo in ipotesi subordinata) che “..favoriscano il recupero delle ore di tirocinio non svolte in un momento successivo alla piena ripresa delle attività, sì da evitare che ne venga posticipata la conclusione”.
La ratio della disposizione risiede in tutta evidenza nella volontà di non determinare alcuna penalizzazione in danno dei tirocinanti, per larga parte proiettati verso le prove di esame del concorso di accesso alla magistratura che, in caso di posticipazione del tirocinio (derivante da una sua possibile sospensione), potrebbero non risultare legittimati allo svolgimento delle prove (scritte) del concorso.
Si tratta di una preoccupazione legittima, e accolta positivamente dagli utenti interessati, anche se è lecito ritenere che i tempi dei prossimi concorsi per la magistratura possano essere posticipati.
Nelle due alternative offerte dal C.S.M. appare ragionevolmente preferibile l’opzione che preveda una continuazione del tirocinio con modalità da remoto, essendo implausibile alcuna prognosi relativa al pur possibile “recupero” di un periodo di sospensione che non si è in oggi grado di preventivare, senza contare che l’intensificazione dell’attività dei tirocinanti in un periodo più prossimo alle prove concorsuali potrebbe determinare palesi criticità.
Anche per i tirocinanti quindi, come per i m.o.t., il modello didattico a distanza appare quello necessariamente privilegiato in questo difficile contesto.
Non mancano naturalmente le iniziative spontaneamente insorte a tale riguardo: l’entusiasmo dei tirocinanti per il lungo (e difficile) itinerario intrapreso ha “contagiato” la gran parte dei magistrati affidatari e, specie negli uffici periferici dove i m.o.t. non sono presenti, non vi è stata che una breve sospensione del rapporto interindividuale.
La familiarità dei tirocinanti con la telematica ha fatto sì che spesso si è offerto un contributo formativo “inverso”, questa volta da parte dei tirocinanti al magistrato di affidamento, funzionale ad un utile e celere apprendimento della piattaforma di teleconferenza Teams, cui i tirocinanti possono accedere come ospiti anche laddove non siano muniti di un account “giustizia”.
La pluralità dei modelli formativi è svariata ed analoga a quella descritta con riferimento al tirocinio dei m.o.t., che potrà essere dilatata dalla comunicazione interattiva precipua dei tirocinanti, adusi a fare “rete” tra loro per scambiarsi esperienze, provvedimenti, ecc.
Anche la possibilità di assegnare “temi” sul modello concorsuale potrà contribuire alla loro formazione preconcorsuale ed acquisire padronanza di un linguaggio tecnico adeguato, lontano da quel giuridichese “esoterico” che purtroppo connota molti degli operatori del diritto.
Particolarmente preziosa a questo riguardo potrà essere l’utilizzazione del materiale formativo approntato dalla Scuola, sia con riferimento a quanto esistente sulla piattaforma Moodle, sia riguardo ai corsi oggetto di videoregistrazione sia, da ultimo, alle attività allestite nei corsi a distanza inaugurati per i m.o.t., il cui materiale potrà essere reso fruibile per una più ampia e proficua platea di discenti.
In definitiva l’investimento formativo operato verso i tirocinanti potrà costituire una sorta di laboratorio esportabile anche verso i m.o.t.