Solidarietà (presente e futura) prospettica nord-sud al tempo del "coronavirus"
di Mario Serio
La vita umana è composta di momenti e circostanze che esibiscono una straordinaria capacità di omologazione tra tutti coloro che abitano questo pianeta. Tutti, senza distinzioni di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali, sono egualmente soggetti alla congerie contingente.
Si verifica così l'effetto della "livella", decurtisianamente proiettato nella dimensione ultraterrena.
Una sorta di attuazione coattiva del principio di eguaglianza posto dall'art.3 della Costituzione; situazioni eccezionali in presenza delle quali si afferma come ancor più cogente il dovere di solidarietà scolpito nella norma immediatamente precedente. Situazioni che, appunto, realizzano in via forzosa una forma inattesa ( e talvolta indesiderata) di eguaglianza sostanziale tra tutte le persone appartenenti alla medesima comunità istituzionale, geografica, sociale, politica.
Oggi l'Italia, e presto il mondo nella sua globalità non potrà sottrarsi al rischio, sta conoscendo uno di questi momenti, esposta come è, nella sua totale rappresentazione individuale, alle conseguenze di un evento morboso misterioso, insidioso e non ancora dominabile.
Molte risposte si stanno dando sul piano delle misure e delle precauzioni che possono incidere in termini di prevenzione della diffusione del contagio.
Vi è, tuttavia, un altro aspetto più profondo, meno suscettibile di classificazione sul piano formale che prende piede quasi reattivamente rispetto al grave fenomeno.
Si tratta di un sentimento che supera le barriere territoriali e trascende le differenze economiche e sociali ( almeno per la durata della situazione eccezionale, è da credere),accomunando quanti vivono nella medesima cornice ordinamentale. La realtà attuale ce ne offre alcuni esempi, proprio nel nostro Paese. Scambi transareali di dispositivi di protezione individuale; mobilità di personale sanitario; accettazione di ricoveri di non residenti;limitazioni alla locomozione allo scopo di evitare il diffondersi del virus ad altre zone; circolazione estesa di mezzi per il trasporto di generi di prima necessità.
Tutte iniziative che fanno onore a chi le assume e che rappresentano un auspicio di superamento dell'emergenza. Ma a fronte di questi raggi di sole in un cielo scuro e nella nostra ora più buia permangono interrogativi pesanti ed allarmanti, forse alimentati da esperienze, errori, egoismi, insensibilità del passato ( quale la politicamente cercata segregazione dei distretti più produttivi da quelli meno affluenti, da isolare).
In primo luogo, l'accorciamento delle barriere sociali ( paradossalmente incoraggiato dall'opposto obbligo del distanziamento fisico) e geografiche, la sensibilità ai problemi di chi rischia di perdere il lavoro ed i mezzi di sostentamento, la cura per l'altrui salute sono destinati a vivere solo nel corso della stagione ( di incerta durata) dell'emergenza o costituiranno il viatico per una rifondazione in senso etico e solidaristico e della tutela della salute con incremento delle dotazioni della benemerita sanità pubblicadelle nostre vite?
Si riprodurranno a crisi domata gli stessi ostacoli precedentemente frapposti alla piena esplicazione della personalità umana senza vincoli, pregiudizi, preclusioni?
E, su scala europea, sarà finalmente tradotto in concreti atti politici il messaggio sempre più impellente che suona nel senso dell'abbandono dell'arida ricerca della parità di bilancio e della sostituzione dell'equilibrio sociale all'austerità intesa come modo di concepire la vita senza speranza di progresso e di miglioramento collettivo ed individuale?
La categoria dei giuristi ha una responsabilità accresciuta, ed un'aspirazione da coltivare: continuare (iniziare, in alcuni, limitati casi) ad elaborare modelli interpretativi della vigente piattaforma delle fonti di produzione, suggerendo se del caso interventi correttivi, che sappiano assicurare la costante, uniforme attuazione del principio solidaristico e garantire l'accesso ed il mantenimento del lavoro in ogni tempo ed in prospettiva universale. Perché nulla sia come prima ed il gattopardo venga messo in quarantena.