Pubblichiamo l'appello a tutela della indipendenza dei magistrati della Corte Penale Internazionale che ha già tra i suoi firmatari numerosi docenti universitari, avvocati, giuristi, magistrati e ricercatori di tutta Europa.
Nel pdf allegato si trova il testo dell'appello in diverse lingue. Per aderire https://forms.gle/5h31AFns3NBi3JxA9.
Gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni ai magistrati della Corte penale internazionale che hanno emesso il mandato di arresto nei confronti di Benjamin Netanyahu per crimini di guerra e crimini contro l’umanità. Con queste misure, sono stati inseriti nella stessa blacklist che comprende individui associati al terrorismo.
Si tratta di provvedimenti unilaterali e punitivi, la cui unica origine è la ritorsione contro una decisione giurisdizionale.
Le conseguenze sono immediate e gravi. Tra l’altro, a causa dell'interconnessione tra banche americane ed europee, i magistrati colpiti dalle misure ritorsive non possono più utilizzare carte di credito e le possibilità di effettuare bonifici sono fortemente limitate. Inoltre, la quasi totalità dei servizi digitali è loro inaccessibile, essendo questi per lo più statunitensi. La loro vita quotidiana risulta così profondamente compromessa.
Si tratta di una vicenda inaudita per gravità, ma finora le istituzioni europee hanno mantenuto il silenzio.
Tutti gli Stati membri dell'Unione hanno ratificato lo Statuto di Roma, che è il presupposto della giurisdizione della Corte penale internazionale. È qui però in gioco un valore fondativo dell'identità europea: l'autonomia e l’indipendenza della funzione giurisdizionale sono il fondamento dello Stato di diritto, parametro essenziale delle nostre democrazie.
A prescindere dall’opinione che ciascuno può avere sul contenuto del mandato di arresto, è necessario prendere atto dell’intollerabile clima di intimidazione generato dalle misure ritorsive nei confronti della CPI, che rischia di incidere profondamente sull’operatività della Corte e sull’indipendenza dei magistrati, ben oltre il caso specifico. Gli altri magistrati della CPI vengono avvisati che, in caso di decisioni sgradite, potrebbero essere chiamati a pagare un prezzo a titolo personale
Se chi indaga o giudica in materia di crimini internazionali viene sanzionato e le istituzioni europee restano in silenzio, a sgretolarsi non è soltanto la giustizia internazionale: è la credibilità dell’Europa come spazio nel quale il diritto viene garantito.
Per queste ragioni, chiediamo che le istituzioni europee adottino con urgenza tutte le misure necessarie per tutelare l’indipendenza dei magistrati della Corte penale internazionale e per garantire che nessuna forma di rappresaglia contro l’esercizio della funzione giurisdizionale resti senza risposta.
To:
President Roberta Metsola and the Members of the Bureau of the European Parliament
Subject: Urgent EU action to safeguard the independence of ICC judges targeted by US sanctions
Dear President Metsola,
Dear Vice-Presidents and Quaestors,
The United States has imposed sanctions on the magistrates of the International Criminal Court (ICC) who issued the arrest warrant for Benjamin Netanyahu for war crimes and crimes against humanity. These unilateral and punitive measures, the sole purpose of which is retaliation against an impartial judicial act, have placed the affected magistrates on the same financial blacklist as individuals deemed to be terrorists.
The consequences are immediate and grave. American and European banks are closely connected. Thus, among other penalties, the affected magistrates can no longer use credit cards, or receive bank transfers. Moreover, almost all digital services are inaccessible to them, as these are mostly based in the United States. Their daily lives are significantly disrupted.
This is an unprecedented use of government-initiated sanctions. However, to date, European institutions have remained silent.
All EU member states have ratified the Rome Statute, which is the legal foundation for the jurisdiction of the International Criminal Court. At stake here is nothing less than a fundamental value of European identity and democracy: the rule of law and the autonomy and independence of the judicial system on which the rule of law depends.
Regardless of one's opinion on the content of the arrest warrant, it must be acknowledged that the climate of intimidation generated by retaliatory measures against the ICC cannot be tolerated. That climate risks profoundly undermining the ICC's operations and the independence of its magistrates, well beyond the specific case involved. The unmistakable message to all ICC magistrates is that, in the event their decisions are unwelcome in certain quarters, the magistrates themselves will be personally sanctioned solely for performing their judicial duty.
If those investigating or adjudicating international crimes are personally sanctioned, yet European institutions remain silent, not only international justice suffers. Such silence calls into serious question Europe’s own dedication to the rule of law.
For these reasons, we call on the European institutions to urgently take all necessary measures to protect the independence of the International Criminal Court's magistrates and to ensure that no form of reprisal against the exercise of judicial office goes unanswered.
