Sommario: 1. I caratteri di un’inedita procedura di riforma dell’ordinamento – 2. I principali settori di intervento. La modifica del potere di Impoundment – 2.1 La modifica dei limiti del potere presidenziale di procedere ad una riforma unilaterale dell’apparato federale – 2.2 La modifica dei limiti del potere presidenziale di licenziare i vertici delle agenzie amministrative indipendenti. L’unicità della Federal Reserve – 2.3. L’espansione dei poteri dell’esecutivo in materia di immigrazione – 2.4 L’abrogazione delle Universal Injunctions – 3. Prospettive future: il caso sulla legittimità dei dazi – 4. Conclusioni.
1. I caratteri di un’inedita procedura di riforma dell’ordinamento
Negli Stati Uniti è in corso una profonda riconfigurazione dell’ordinamento giuridico. La modalità con cui è attuato questo cambiamento epocale presenta però due anomalie, entrambe manifestazione della grave crisi istituzionale che attraversa il Paese. La prima è che questo processo di riforma non è condotto dall’organo costituzionale a ciò deputato, ossia il Congresso. Al contrario, totalmente escluso da questo processo, il Parlamento viene sostituito nel suo ruolo tradizionale dalle iniziative della Presidenza e dai successivi interventi della Corte Suprema. La seconda anomalia ha riguardato la natura delle decisioni adottate dal massimo tribunale. Su richiesta dell’Amministrazione la Corte si è infatti pronunciata con decisioni di tipo emergenziale a carattere interinale a cui, però, ha attribuito, in maniera inedita, valore di precedente.
Questa anomala procedura di riforma, utilizzata non solo per creare nuovo diritto ordinario ma, ancor più grave, per ridisegnare l’equilibrio dei poteri costituzionali, si è venuta ad affermare in conseguenza dello scontro tra l’Amministrazione in carica e le Corti federali.
Le Corti hanno infatti avversato fin da principio la strategia messa in atto dal Presidente Trump volta a ridefinire e ad ampliare i confini tradizionali del potere esecutivo[1].
Nei casi concernenti questi tentativi la giurisprudenza federale ha giudicato in via pressoché costante a sfavore del Presidente, ritenendo di dover disporre, in via cautelare, la sospensione dell’efficacia dei provvedimenti adottati dall’Amministrazione. In presenza di seri dubbi di legittimità degli atti dell’esecutivo, le Corti hanno dunque preferito tutelare i diritti dei soggetti potenzialmente lesi da queste politiche[2].
Di qui l’Amministrazione, al fine di non vedersi arenata nelle aule di Tribunale l’implementazione delle proprie politiche per tutta la durata dei vari giudizi di merito, ha deciso di adire direttamente la Corte Suprema in via emergenziale ai sensi dell’art.23 del Regolamento di Procedura della Corte Suprema degli Stati Uniti[3] e della sezione 1651, Titolo 28 U.S. Code, All Writs Act[4], proprio per ottenere la sospensione dei provvedimenti cautelari emessi dalle Corti federali. E la Corte Suprema, prestandosi a questo utilizzo, ha concesso all’Amministrazione, salvo qualche eccezione, numerose vittorie, provocando un’espansione di fatto senza precedenti del potere esecutivo[5].
Vale la pena rilevare che l’accoglimento dell’istanza di sospensione urgente dà vita alla costituzione in seno alla Corte Suprema del cosiddetto fascicolo ombra (shadow docket)[6], detto anche “interim relief docket” o fascicolo emergenziale, il quale consente alla Corte di decidere la questione sottoposta alla sua attenzione seguendo una disciplina speciale: con essa infatti, decide unicamente sulla base degli atti depositati dalle parti, in tempi molto brevi, senza una discussione orale e redigendo solo un dispositivo privo di firma e di motivazione.
2. I principali settori di intervento. La modifica del potere di Impoundment
La questione più recente ha riguardato il tentativo messo in atto dall’Amministrazione di ottenere dalla Corte Suprema il riconoscimento del potere di abolire unilateralmente parte dei fondi attribuiti dal Congresso agli apparati federali. Il contenzioso di fronte a questa Corte si è sviluppato lungo tre casi fondamentali: Department of State v. Aids Vaccine Advocacy Coalition[7], concernente il rifiuto dell’amministrazione di spendere 4 miliardi di dollari di aiuti per l’estero stanziati dal Congresso, Department of Education v. California[8], riguardante la cancellazione operata dalla Segretaria del Dipartimento dell’Istruzione di programmi e sovvenzioni federali stanziati dal Congresso in favore della formazione degli insegnanti e, infine, NIH v. APHA[9] concernente la sospensione operata dal Presidente di 783 milioni di dollari fondi federali attribuiti dal Congresso al Dipartimento della Salute perché contrari alla sua politica in tema di livellamento, sul luogo di lavoro, delle disuguaglianze legate al genere, all’orientamento sessuale o alla provenienza etnica delle persone.
In tutti questi casi, dopo che le Corti federali avevano temporaneamente bloccato le azioni dell’esecutivo perché considerate illegittime, la Corte Suprema ha temporaneamente concesso al Presidente, via shadow docket, di perpetrare queste condotte.
In attesa della decisione di merito, vale la pena sottolineare la rilevanza di questi casi sotto il profilo della separazione dei poteri: riconoscere al Presidente un potere unilaterale di “Impoundment” -per altro vietato dall’Impoundment Control Act del 1974[10]- equivarrebbe a svuotare di senso il “potere di portafoglio del Congresso”, strumento principe a disposizione del Parlamento per obbligare la macchina federale ad attuare le proprie volontà politiche.
2.1 La modifica dei limiti del potere presidenziale di procedere ad una riforma unilaterale dell’apparato federale
Un altro terreno di scontro di fondamentale importanza su cui ha trovato applicazione la nuova procedura di riforma ha riguardato il contenzioso azionato di fronte alle Corti federali in merito all’attuazione delle pesanti ristrutturazioni delle agenzie federali stabilite nell’ordine esecutivo 14210 e relative attuazioni[11]. La questione di merito concerne i limiti del potere del Presidente di procedere a licenziamenti di massa, ovvero alla cancellazione di intere agenzie in assenza di un espresso mandato parlamentare. Le Corti federali, all’unanimità, avevano bloccato le politiche attuate dall’amministrazione in esecuzione all’ordine esecutivo citato, sostenendo che il Presidente non potesse procedere ad una ristrutturazione delle agenzie senza collaborare con il Congresso. Dato che le agenzie sono create dal Parlamento con legge e sono dal medesimo finanziate, secondo le Corti si deve desumere che sia solo il Congresso a disporre del potere – eventualmente delegabile all’esecutivo – di modificarne la struttura ovvero di abrogarle.
In Trump v. AFGE[12] la Corte Suprema ha invece concesso al Presidente l’attuazione (temporanea) di queste politiche sostenendone il probabile successo, sotto il profilo della legittimità, nel giudizio di merito. Analogamente, in McMahon v. New York[13] la Corte Suprema ha rimosso, anche qui via shadow docket, la sospensione operata dalle Corti federali dei licenziamenti adottati dall’amministrazione nei confronti del 50% del personale del Dipartimento dell’Istruzione, attribuendo al Presidente, come nota nella sua opinione dissenziente la giudice Sotomayor, un potere di fatto di abrogare le leggi del Congresso “mediante la rimozione di tutti coloro che sono necessari alla loro attuazione”[14]. Dal punto di vista di merito, attribuire al Presidente il potere di abolire un Dipartimento istituito con legge del Congresso su base totalmente discrezionale ed in assenza di una specifica legge che lo autorizzi a ciò equivale ad alterare un cardine fondante il principio di separazione dei poteri e finisce per svuotare di reale significato la “Take Care Clause”, disposizione costituzionale che obbliga il Presidente a garantire la corretta applicazione delle leggi.
Un altro caso di recente attualità concerne la legittimità dei licenziamenti di circa quattro mila dipendenti federali[15], operata dalle agenzie federali su indicazione dell’Ufficio per la Gestione e il Bilancio (OMB)[16] che, in una e-mail, le invitava a cogliere “l’opportunità” derivante dal “government shutdown” per procedere all’esecuzione del piano Reduction in Force (RIF)[17]. Tali licenziamenti sono stati rapidamente impugnati di fronte alle Corti federali e la Corte distrettuale per il Distretto Settentrionale della California ha adottato un provvedimento cautelare di sospensione dei licenziamenti, stabilendo che lo sfruttamento del “blocco delle attività amministrative” per procedere a licenziamenti su larga scala è illegittimo in quanto, richiamando il linguaggio della sezione 706 (2) (A) dell’Administrative Procedure Act (APA)[18], adottato in eccesso di potere e in modo “arbitrario e capriccioso”. La controversia è appena iniziata e, vista la vastità delle persone interessate, è ragionevole ritenere che sul punto si pronuncerà, in futuro, anche la Corte Suprema.
2.2 La modifica dei limiti del potere presidenziale di licenziare i vertici delle agenzie amministrative indipendenti. L’unicità della Federal Reserve.
Un altro settore di duro scontro tra le Corti federali e l’Amministrazione in cui l’intervento della Corte Suprema è stato decisivo ha riguardato il tema dei limiti del potere presidenziale di licenziare i vertici delle agenzie amministrative indipendenti. A fronte dei numerosi licenziamenti senza causa compiuti dal Presidente nei confronti di diverse figure apicali delle agenzie indipendenti nominate dal suo predecessore Joe Biden, le Corti federali hanno all’unanimità decretato l’illegittimità del loro licenziamento, ordinandone l’immediata reintegra sul posto di lavoro. Nelle loro decisioni le Corti hanno applicato i principi sanciti dal precedente del 1935 Humphrey’s Executor che aveva stabilito un limite al potere del Presidente in materia, sancendo che sebbene “il Presidente possa normalmente licenziare i propri subordinati per qualsiasi motivo, il Congresso può istituire agenzie amministrative indipendenti i cui membri possono essere rimossi solo per giusta causa.”[19]
Al contrario, in Trump v. Wilcox[20], Trump v. Boyle[21] e in Trump v. Slaughter[22] la Corte Suprema ha dato il via libera al mantenimento del licenziamento operato da Trump nei confronti di alcuni vertici delle agenzie indipendenti, adottando un’interpretazione estensiva dei principi sanciti in Seila Law[23]. Secondo questo precedente rientrerebbe tra i poteri del Presidente, in quanto titolare dell’intero potere esecutivo, quello di “rimuovere senza giusta causa i funzionari esecutivi che esercitano tale potere per suo conto, fatte salve le ristrette eccezioni riconosciute dai nostri precedenti giurisprudenziali.”[24]
La dottrina è pacifica nel riconoscere che queste decisioni preparano ormai la strada alla Corte Suprema per l’overrule del precedente Humphrey’s Executor[25]. Le conseguenze politiche sarebbero colossali: togliendo queste garanzie, l’esecutivo potrà controllare direttamente queste agenzie, mettendone a repentaglio il senso e dunque l’esistenza.
La questione si ripercuoterebbe, evidentemente, anche sulla sorte dei vertici della Federal Reserve, la Banca Centrale statunitense. Sul punto la Corte Suprema ha però mostrato un atteggiamento di maggiore prudenza, sottolineandone la natura peculiare. Nel caso concernente il licenziamento di Lisa Cook, membro del Board of Governors della FED, attuato da Trump sulla base di presunte false dichiarazioni rese dalla Cook al fine di ottenere un mutuo, la Corte ha imposto all’Amministrazione la reintegra sul posto di lavoro. Sul caso, la Corte ha fissato un’udienza per la discussione orale in gennaio 2026.
2.3. L’espansione dei poteri dell’esecutivo in materia di immigrazione
In materia di immigrazione, la Corte Suprema ha concesso molteplici vittorie all’Amministrazione ma ne ha anche frenato, talvolta, gli estremismi. In particolare, la Corte ha espanso i poteri dell’amministrazione di rimpatriare immigrati irregolari anche presso paesi terzi pericolosi con cui gli stessi non hanno alcun legame (DHS v. D.V.D.)[26]. La Corte ha anche concesso all’Amministrazione la possibilità di utilizzare procedure particolarmente rapide per l’espulsione degli immigrati irregolari e le ha consentito di procedere alla rimozione del “temporary protected status” (TPS) nei confronti di centinaia di migliaia di immigrati venezuelani[27]. Nel caso concernente l’utilizzo da parte del Presidente Trump dei poteri di guerra derivanti dall’Alien Enemy Act (AEA)[28] del 1798 per espellere numerosi immigrati irregolari, la Corte non si è pronunciata sulla legittimità dell’utilizzo di questa fonte normativa, limitandosi ad affermare che alla categoria degli “alien enemies” devono essere garantite le tutele derivanti dal diritto ad un giusto processo, soprattutto sotto il profilo della notifica e della concessione di un termine ragionevole per la proposizione di un ricorso prima che avvenga la loro espulsione (Trump v. J.G.G.)[29]. Infine, la Corte ha anche obbligato l’amministrazione a facilitare il rientro negli Stati Uniti di Abrego Garcia, soggetto erroneamente detenuto in una prigione salvadoregna[30].
2.4. L’abrogazione delle Universal Injunctions
Un altro settore di intervento in cui la Corte Suprema ha modificato il diritto ordinario con una decisione emergenziale priva di motivazione ha riguardato il tema delle “universal injunctions”, ossia gli ordini cautelari emessi da una corte federale che hanno l’effetto di bloccare l’applicazione di un provvedimento governativo su scala nazionale.
In Trump v. CASA[31], caso concernente la legittimità costituzionale dell’ordine esecutivo 14160[32] con cui Trump ha modificato il diritto costituzionale di cittadinanza per ius soli nei confronti di determinate categorie di soggetti nati da genitori illegalmente residenti negli Stati Uniti, la Corte non si è espressa sulla manifesta incostituzionalità del decreto esecutivo, ma ha decretato l’illegittimità delle universal injunctions. Secondo la Corte esse eccedono i poteri equitativi delle Corti federali in quanto non hanno fondamento storico nel diritto statunitense. Di conseguenza, d’ora in avanti i giudici potranno attribuire tutela solo nei confronti dei ricorrenti in giudizio, creando effetti paradossali: mentre un provvedimento illegittimo non produce effetti per i ricorrenti, può rimanere in vigore nei confronti di tutti gli altri soggetti.
La decisione produce effetti diretti sull’equilibrio dei poteri. Il potere delle Corti federali di interdire l’amministrazione dal compiere politiche in contrasto con i principi dell’ordinamento viene ridimensionato, indebolendo così nei fatti il ruolo di garanzia e di bilanciamento del potere giudiziario, a favore di una Presidenza rafforzata.
3. Prospettive future: il caso sulla legittimità dei dazi
Il caso certamente più esplosivo e rilevante su cui si attende una decisione della Corte Suprema nel prossimo futuro riguarda la legittimità dei dazi adottati dal Presidente Trump sulla base dell’International Emergency Economic Powers Act (IEEPA)[33]. La controversia ha terminato il suo iter ordinario presso le Corti federali e la Corte Suprema, accogliendo il ricorso, ha accettato di decidere sul caso, fissando l’udienza per la discussione orale il 5 novembre 2025.
Le Corti federali avevano decretato in primo grado[34] e in appello[35] l’illegittimità dei dazi ricorrendo a tre argomenti essenziali. Anzitutto è stato sostenuto, sulla base dell’argomento letterale, che il potere invocato dal Presidente di imporre dazi non è sancito nell’IEEPA e che, dallo stesso testo, non è nemmeno ricavabile in via interpretativa.
In secondo luogo, si è affermato che anche qualora questo potere fosse ricavabile in via interpretativa dalla fonte normativa, la delega di tale potere sarebbe incostituzionale in quanto in violazione del principio di separazione dei poteri, della dottrina della “non delegazione”[36] e della dottrina delle “questioni maggiori”[37].
Le Corti federali, qualificando i dazi come tasse, hanno sostenuto che l’adozione degli stessi rientra in una competenza costituzionale esclusiva del Congresso[38]. Sulla base di ciò, l’esercizio di tale potere non può essere abdicato dal Congresso: la delega all’esecutivo per essere legittima deve contenere dei limiti chiari. Nel risolvere la controversia i giudici federali hanno applicato in maniera rigorosa le dottrine della “non delegazione” e delle “questioni maggiori” secondo i rigidi standard imposti dalla Corte Suprema nei suoi più recenti verdetti adottati nel corso dell’Amministrazione Biden, quali Biden v. Nebraska[39], West Virginia v. EPA[40] e Looper Bright v. Raimondo[41].
La Corte Suprema si trova ora posta di fronte ad un dilemma. Da un lato è evidente che non possa decretare l’illegittimità di tutti i dazi imposti dal Presidente Trump senza evitare uno scontro politico interno dalle ripercussioni globali. I dazi sono stati il principale strumento di politica estera utilizzato dal Presidente dal suo insediamento e decretarne l’illegittimità comporterebbe invalidarne i risultati conseguiti. Le pressioni attuate da Trump con i dazi si sono dimostrate uno strumento efficace per obbligare numerosi Paesi, tra cui l’Unione europea, a rinegoziare con gli Stati Uniti nuovi accordi commerciali. Dichiararne l’illegittimità equivarrebbe a depotenziare la Presidenza: la questione è semplicemente “too big to fail”.
Dall’altro lato l’unico modo che la Corte ha per salvare i dazi del Presidente è smentire i propri più recenti precedenti esautorandone di fatto la portata normativa.
Una potenziale via d’uscita da questo vicolo cieco è offerta dal ricorso presentato dal Solicitor General D.J. Sauer: al fine di aggirare la competenza esclusiva del Congresso in materia, i dazi non vanno qualificati come tasse ma, guardando alle finalità per cui sono imposti, come strumenti di politica estera e di tutela della sicurezza nazionale[42].
In questo modo, avendo il Presidente dei poteri costituzionali in materia di tutela della sicurezza nazionale e in materia di politica estera, i dazi adottati per queste ragioni rientrerebbero, come le sanzioni economiche, in una “zona d’ombra” in cui la distinzione tra i poteri del Congresso e del Presidente si fa sfumata e in cui, in definitiva, il Presidente può vantare un potere proprio.
L’impatto di una decisione di questo tipo sull’equilibrio dei poteri sarebbe enorme, con la conseguenza di compiere un ulteriore passo verso l’accentramento di più potere nelle mani dell’Esecutivo.
Nel frattempo, l’imposizione unilaterale dei dazi da parte del Presidente ha creato diversi malumori nel Congresso, anche all’interno di esponenti di vertice del Partito Repubblicano.
Quattro degli otto senatori repubblicani più anziani sono stati infatti co-firmatari del Trade Review Act, una proposta di legge bi-partisan che ha l’obiettivo di vietare espressamente al Presidente la possibilità di imporre i dazi con il livello di unilateralità e discrezionalità che ha esercitato dall’inizio del suo secondo mandato[43]. La proposta, dopo un voto 49-49 al Senato, non è stata approvata. Dopo questo tentativo fallimentare, il Senatore Repubblicano Paul ha co-firmato la proposta democratica di adottare una Joint Resolution per porre termine, ai sensi della sezione 202 del National Emergency Act (NEA)[44], alla dichiarazione di emergenza nazionale sulla cui base Trump, nell’ordine esecutivo 14257[45], ha invocato il potere emergenziale di imporre dazi su scala globale[46]. Non essendo cambiata la maggioranza al Congresso è tuttavia poco probabile che la risoluzione venga approvata.
4. Conclusioni
Come illustrato, le Corti federali hanno deciso a sfavore del Presidente Trump nella maggior parte dei casi riguardanti gli atti della sua Amministrazione che fossero particolarmente impattanti sui diritti dei cittadini o dei residenti negli Stati Uniti. Di segno opposto la Corte Suprema, salvo qualche rara eccezione, è intervenuta in via emergenziale a favore dell’Amministrazione, rovesciando sistematicamente le decisioni dei giudici di grado inferiore[47]. Questa condotta ha creato forti tensioni all’interno della magistratura statunitense[48]. Come riportato dal New York Times, diversi giudici federali descrivono il loro rapporto con il massimo tribunale come “una zona di guerra” e considerano gli ordini emergenziali emessi dallo stesso come “uno schiaffo in faccia alle corti distrettuali”[49]. Secondo la maggior parte dei giudici intervistati, le decisioni emergenziali adottate dalla Corte Suprema sono “incredibilmente demoralizzanti e preoccupanti”: esse non solo sarebbero problematiche dal punto di vista giuridico, ma produrrebbero anche l’effetto di ledere la fiducia dell’opinione pubblica nei confronti dell’intero sistema giudiziario[50].
Gli stessi giudici democratici della Corte Suprema riconoscono, nelle loro opinioni dissenzienti, la problematicità di queste decisioni emergenziali tanto da averle definite, a più riprese, come “una minaccia esistenziale alla rule of law”[51].
Ad alimentare la tensione è stata soprattutto la nuova concezione adottata dalla Corte Suprema sulla natura delle decisioni emergenziali. In maniera inedita, infatti, essa ha stabilito che queste decisioni assumono valore di precedente trovando applicazione “in casi simili”. In una storica opinione concorrente il giudice Gorsuch ha rimarcato che anche se le Corti di grado inferiore non sono d’accordo con queste decisioni, ciò non significa che possano non applicarle[52].
Dai casi analizzati emerge una postura della Corte Suprema in evidente discontinuità rispetto alla concezione tradizionale dei poteri presidenziali affermatasi nel secolo scorso. La Corte dà segnali di essere sempre più orientata all’adozione di una dottrina maggiormente conforme ai principi propri della teoria dell’ “esecutivo unitario”.
[1] L. Novellini, Come la Corte Suprema favorisce il cambio di regime di Trump, in Fiamme Americane, Limes online, 6/10/2025.
[2] A. Bonica, The Supreme Court Is at War With Its Own Judiciary, in Data for Democracy, Substack, 25/06/25.
[3] Rules of the Supreme Court of the United States, adottato il 5 dicembre 2022 ed in vigore dal primo gennaio 2023.
[4] United States Code, Title 28, Part V, Chapter 111, § 1651.
[5] Brennan Center, Supreme Court Shadow Docket Tracker — Challenges to Trump Administration Actions, 21/10/2025.
[6] W. Baude, The Supreme Court’s Shadow Docket, in New York University Journal of Law & Liberty, vol. 9, 2015.
[7] U.S. Supreme Court, Department of State, et al., v. Aids Vaccine Advocacy Coalition, et. al., 604 U. S. ____ (2025)
[8] U.S. Supreme Court, Department of Education, et al. v. California, et al., 604 U. S. ____ (2025)
[9] U.S. Supreme Court, National Institutes of Health, et al. v. American Public Health Association, et al., 606 U. S. ____ (2025).
[10] Impoundment Control Act of 1974, Pub L No 93–344, 88 Stat 297, codificato in U.S.C. 2 §§ 681–688.
[11] United States, Executive Order 14210: Implementing the President’s “Department of Government Efficiency” Workforce Optimization Initiative, 11 Feb 2025, 90 Fed Reg 9669 (2025).
[12] U.S. Supreme Court, Donald J. Trump, President of the United States, et al. v. American Federation of Government Employees, et al., 606 U.S. ____ (2025).
[13] U.S. Supreme Court, Linda McMahon, Secretary of Education, et al. v. New York, et al., 606 U.S. ___ (2025).
[14] Ivi, opinione dissenziente giudice Sotomayor.
[15] Questa è stata la cifra resa dal Senior Advisor dell’Ufficio per la Gestione e il Bilancio (OMB) alla Corte Distrettuale del Distretto Settentrionale della California nella sua “Supplemental Declaration”. Cfr U.S. District Court for the Northern District of California, Supplemental Declaration of Stephen Billy, Case No. 3:25-cv-08302-SI, 2025.
[16] Office of Management and Budget (OMB). Accessibile al sito: https://www.whitehouse.gov/omb/
[17] U.S. District Court for the Northern District of California, Declaration of Stephen Billy in support of Defendants’ opposition to plaintiffs’ motion for a temporary restraining order, Case No. 3:25-cv-08302-SI, 2025.
[18] Administrative Procedure Act of 1946, 5 U.S.C. §§ 551–559, §§ 701 – 706.
[19] U.S. Supreme Court, Humphrey's Executor v. United States, 295 U.S. 602 (1935).
[20] U.S. Supreme Court, Donald J. Trump, President of the United States, et al. v. Gwynne A. Wilcox, et al., 605 U. S. ____ (2025).
[21] U.S. Supreme Court, Donald J. Trump, President of the United States, et al. v. Mary Boyle, et al., 606 U.S. ____(2025).
[22] U.S. Supreme Court, Donald J. Trump, President of the United States, et al. v. Rebecca Kelly Slaughter, et al., 606 U.S. ____(2025).
[23] U.S. Supreme Court, Seila Law LLC v. Consumer Financial Protection Bureau, 591 U.S. ___ (2020).
[24] Ivi.
[25] Cfr N. Bednar, ‘Slaughter’-ing Humphrey’s Executor, in Lawfare, 15/10/25; S. A. Miller, et al., Supreme Court to Revisit Humphrey’s Executor in December; Reinstatement of Former FTC Commissioner Slaughter Paused Pending the Supreme Court’s Review, in National Law Review, 23/09/2025; A. Christafore, Humphrey’s Execution? Whether Humphrey’s Executor is Slated for the Supreme Court’s Chopping Block, in University of Cincinnati Law Review, Vol. 93, 2025; H. A. von Spakovsky, Humphrey’s Executor Case Shouldn’t Survive the Trump Presidency, in The Heritage Foundation, 24/09/2025.
[26] U.S. Supreme Court, Department of Homeland Security, et al. v. D. V. D., et al., 606 U.S. ___ (2025).
[27] U.S. Supreme Court, Kirsti Noem, Secretary, Department of Homeland Security v. National TPS Alliance, et. al., 606 U.S. ___ (2025).
[28] Alien Enemy Act of 1798, ch. 66, 1 Stat. 577 (US).
[29] U.S. Supreme Court, Donald J. Trump, President of the United States, et al. v. J.G.G., et al., 604 U. S. ____ (2025).
[30] U.S. Supreme Court, Kristi Noem, Secretary, Department of Homeland Security, et al. v. Kilmar Armando Abrego Garcia, et al., 604 U. S. ____ (2025).
[31] U.S. Supreme Court, Trump, President of the United States, et al. v. CASA, Inc.., et al., 606 U. S. ____ (2025).
[32] United States, Executive Order 14160: Protecting the Meaning and Value of American Citizenship, 20 gennaio 2025, in Fed. Reg. vol.90, no.18, 8449.
[33] International Emergency Economic Powers Act, 50 USC §§ 1701–1707 (1977).
[34] U. S. Court of International Trade, V.O.S. Selections, Inc., et. al., v. the United States of America, et. al., Case No. 25-00066, 2025.
[35] U.S. Court of Appeals for the Federal Circuit, V.O.S. Selections, Inc., et. al., v. Donald J. Trump, in his official capacity as President of the United States, et. al., Case 25-1812, 29/08/2025.
[36] U.S. Congress, Constitution Annoted, Overview of Nondelegation Doctrine, ArtI.S1.5.1 e ss.
[37] La dottrina e la giurisprudenza attorno a questa dottrina è molto estesa. Cfr D. T. Deacon, L. M. Litman, The New Major Questions Doctrine, in Virginia Law Review, vol.109, Issue 5, 2023, p.1009 e ss.
[38] U.S. Constitution, Article I, Sez. 8, Clause 1.
[39] U.S. Supreme Court, Biden, President of the United States, et al. v. Nebraska et al., 600 U. S. ____ (2023).
[40] U.S. Supreme Court, West Virginia et al., v. Environmental Protection Agency et al., 597 U.S. ____ (2022).
[41] U.S. Supreme Court, Loper Bright Enterprises et al., v. Raimondo, Secretary of Commerce, et al., 603 U. S. ____ (2024). Per un commento sulla portata strategica di questa sentenza si veda: L. Novellini, Il Tribunale della storia, in Musk o Trump: l’America al bivio, Limes, Rivista italiana di geopolitica, vol.12/2024, p.207 e ss.
[42] D. J. Sauer, Petition for a Writ of Certiorari, U.S. Supreme Court, Donald J. Trump, President of the United States, et al. v. V.O.S. Selections, Inc., et. al.
[43] S.1272 - Trade Review Act of 2025, 119th Congress, 1st Session. Promotrice Senatrice Maria Cantwell (D-WA). Tra i firmatari vi sono: Chuck Grassley (R-IA), Jerry Moran (R-KS), Amy Klobuchar (D-MN), Lisa Murkowski (R-AK), Mark Warner (D-VA), Mitch McConnell (R-KY), Michael Bennet (D-CO).
[44] National Emergency Act of 1976, Public Law 94-412, 50 U.S.C. 1622.
[45] U.S. Executive Order 14257, Regulating imports with a reciprocal tariff to rectify trade practices that contribute to large and persistent annual United States goods trade deficits, 90 Fed. Reg. 15041.
[46] S. J. Res., Terminating the national emergency declared to impose global tariffs, ROS25I38 JV9, 119th Congress, 1 st Session. Promotore Sen. Wyden. Tra i firmatari: Mr. Wyden (D-OR), Mr. Paul (R-KY), Mr. Schumer (D-NY), Mr. Kaine (D-VA), Mrs. Shaheen (D-NH), Mr. Welch (D-VT) e Ms. Warren (D-MA).
[47] A. Bonica, op.cit.
[48] M. Schwartz, Z. Montague, Federal Judges, Warning of ‘Judicial Crisis,’ Fault Supreme Court’s Emergency Orders, in New York Times, 11/10/2025.
[49] Ibidem.
[50] Ibidem.
[51] U.S. Supreme Court, Trump v. CASA, supra nota, opinion dissenziente giudice Jackson, p.1 e ss.
[52] U.S. Supreme Court, NIH V. APA, supra nota, opinione concorrente del giudice Gorsuch a cui si unisce il giudice Kavanaugh, p.1 e ss.

 
	