1. Lo scambio bilaterale in genere
Nel novero degli scambi di breve durata delle Rete europea dei magistrati (dove si includono quelli “generali” e “specializzati”) quello bilaterale si presenta – di certo – meno accessibile, imponendosi agli applicants di essere parte attiva.
Si richiede, infatti:
- la ricerca di un contatto presso l’istituzione ospitante, così da poter far siglare l’hosting agreement al dirigente dell’ufficio. Ciò rappresenta, probabilmente, lo scoglio più grande, poiché non tutti gli emuli della Scuola Superiore della Magistratura partecipano ai bilaterali (il Portogallo, per esempio, non lo fa) e raccogliere la disponibilità di un tribunale o di una procura senza che vi sia una pregressa conoscenza richiede un fitto scambio di posta elettronica;
- di scegliere la lingua veicolo (inglese o francese);
- la presentazione di un progetto che, seppur in linee generali o talvolta generalissime, deve render conto del senso della reciproca visita;
- la formazione di una compagine di magistrati o di personale amministrativo, nel numero massimo di 5 per istituzione, che prenda parte allo scambio;
- la individuazione di un richiedente che sia referente del gruppo, per EJTN e per i futuri ospiti.
Ad ogni buon conto, completato il dossier, tutti i dettagli del programma verranno definiti solo una volta approvato il progetto (con elevata probabilità di successo, stante il numero di domande normalmente inferiori ai fondi stanziati), quando potrà individuarsi il periodo esatto in cui si andrà e quello in cui si verrà ricevuti.
Per i dettagli, consiglio la consultazione del sito EJTN[1] dove sono esplicitate anche le condizioni economiche sottese allo scambio.
È, certamente, buona lena cercare un contatto anche prima della pubblicazione, giacché sul sito dal portale EJTN è possibile trovare la lista coi contatti dei Paesi aderenti.
2. Il nostro scambio in particolare
Bene, dopo una doverosa premessa fra il burocratico e il didattico, dismetto (quasi) ogni formalità e vi racconto com’è stato – in concreto – il nostro scambio.
Per farlo, parto col dire che mentre scrivo (siamo a gennaio 2023), il gruppo WhatsApp dello scambio è in pieno fermento.
Si parla di quando e dove riunirsi e l’intenzione è di farlo al più presto.
Ciò perché è indubbio che le due settimane trascorse insieme siano state particolarmente significative e qualificanti, tanto da un punto di vista professionale quanto da uno personale.
E allora, lo scambio è cominciato con l’arrivo a Palermo, dal 13 al 17 giugno 2022, dei colleghi dell’Audiencia Provincial de Girona e della relativa Fiscalìa.
Si tratta di un Tribunale ordinario, che alterna le funzioni di primo grado con quelle di appello, sia in materia civile che penale, presso il quale insiste il locale ufficio di Procura.
Entrambe le compagini erano invero miste (con magistrati con funzioni giudicanti e inquirenti) e centrali sono stati i procedimenti da “codice rosso” – come modificati e in parte introdotti dalla l. 69/2019, “Disposizioni in tema di violenza, domestica e di genere”[2] – inseriti in una prospettiva comparatistica generale fra i due codici di rito.
Quali istituzioni ospitanti, ci siamo concentrati sul dare ai colleghi spagnoli il più caloroso benvenuto possibile, alternando seminari in materia di diritto penale e procedura penale che fornissero loro le nozioni di base (per lo più condivise) dell’ordinamento per dar loro la possibilità di partecipare scientemente alle attività pratiche.
Oltre alle udienze di convalida dell’arresto, a quelle preliminari e a quelle dibattimentali, come anticipato, particolare attenzione è stata dedicata al tema della violenza di genere e ai reati da c.d. “codice rosso”.
Significative poi le visite ai luoghi del Maxiprocesso di Palermo a “cosa nostra” (segnatamente, l’aula bunker dell’Ucciardone e le strutture annesse, comprese le celle dove risiedevano i collaboratori di giustizia), dove è stato anche proiettato un documentario sul tema, e all’Assemblea Regionale Siciliana, dove si è discusso dell’autonomia regionale.
In questo contesto, non sono mancate visite ad alcuni dei luoghi simbolo della città (dall’itinerario arabo-normanno a quello barocco).
Dal 4 all’8 luglio 2022, poi, la delegazione palermitana si è recata a Girona.
Le attività, lì, sono state programmate di modo speculare a quanto fatto a Palermo, avendo noi stessi partecipato a seminari sul diritto penale sostanziale e processuale, assistendo – all’esito degli incontri – a udienze di primo e secondo grado.
Anche in questo caso, il tema dei delitti da “codice rosso” ha assunto una particolare centralità, diventando oggetto di approfondita comparazione.
La Spagna, infatti, è intervenuta con anticipo sul tema, con la “Ley Orgánica 1/2004, de 28 de diciembre, de Medidas de Protección Integral contra la Violencia de Género”[3], una legge “rafforzata” (che non trova corrispondenti nel nostro ordinamento) mossa da un obiettivo ben chiaro sin dal preambolo:
«la violenza di genere non è un problema che riguarda l’àmbito privato. Al contrario, rappresenta il simbolo più brutale della disuguaglianza esistente nella nostra società. Si tratta di una violenza che si direziona sulle donne per il fatto stesso di essere tali, essendo considerata – dagli aggressori – prive dei diritti minimi di libertà, rispetto e capacità decisionale[4]».
Al di là delle rationes della Ley organica, nella pratica giudiziaria – ben più consolidata per il solo fatto del ben più risalente tempo di vigenza – ci è sembrato particolarmente significativo il dato della presenza di spazi dedicati per le denunce e l’audizione delle persone offese, all’uopo create e contraddistinte dalla presenza di esperti a disposizione delle corti.
Va detto che, in generale, come si evince dal testo normativo, quella in commento offre un approccio pubblico fisiologicamente orientato alla formazione di una società che superi le discriminazioni basate sul genere, attraverso la predisposizione di percorsi formativi, di canoni chiari in materia di comunicazione nonché di presidi sanitari dedicati.
Ciò si colloca su un piano ben distante, dunque, dal reato di genere e dal procedimento penale.
Particolarmente interessante è stata poi la visita al centro di detenzione di “Puig De Les Basses”[5], nota quale modello virtuoso di rieducazione e reinserimento sociale, dove detenute e detenuti partecipano attivamente ai programmi della struttura, specchio di un sistema penitenziario con ottimi risultati in fatto di non recidivanza[6].
Anche durante la settimana gironense, in ogni caso, non sono mancate scoperte di piccoli ma meravigliosi villaggi (La Perà, Púbol, Cadaqués, etc.) o altri luoghi straordinari, dentro e fuori Girona, dove mai ci siamo stancati delle chiacchiere e della incredibile compagnia.
Forse dovrei concludere tracciando un bilancio (che dire positivo, come si evince da quanto vi ho finora raccontato, sarebbe davvero riduttivo).
Concludo, per non essere ridondante, che l’organizzazione della nostra reunión continua, a pieno ritmo, per maggio o giugno 2023.
Ciò testimonia come non possa esserci modo migliore per costruire una comune cultura della giurisdizione, all’interno dei Paesi dell’Unione Europea (e della Rete), già accomunati da solide radici teoriche in fatto di diritto penale e processuale penale, in cui le somiglianze sono ben più consistenti e significative delle differenze.
[1] Per prenderne diretta visione: https://ejtn.eu/activity/exchanges/.
[2]Qui il testo dell’intervento normativo:
[3] (qui il testo https://www.boe.es/buscar/act.php?id=BOE-A-2004-21760.
[4] Traduzione mia, l’originale qui: «La violencia de género no es un problema que afecte al ámbito privado. Al contrario, se manifiesta como el símbolo más brutal de la desigualdad existente en nuestra sociedad. Se trata de una violencia que se dirige sobre las mujeres por el hecho mismo de serlo, por ser consideradas, por sus agresores, carentes de los derechos mínimos de libertad, respeto y capacidad de decisión».
[5] https://justicia.gencat.cat/ca/departament/infraestructures/centres_penitenciaris/cp_puig_basses/.
[6] Qui un rapporto del Ministero dell’interno spagnolo https://www.interior.gob.es/opencms/pdf/archivos-y-documentacion/documentacion-y-publicaciones/publicaciones-descargables/instituciones-penitenciarias/La_estancia_en_prision_126170566_web.pdf.