GIUSTIZIA INSIEME

ISSN: 2974-9999
Registrazione: 5 maggio 2023 n. 68 presso il Tribunale di Roma

    ​Intervista a Mariafrancesca Abenavoli, candidata al C.S.M. per le elezioni del 18 e 19 settembre 2022

    ​Intervista a Mariafrancesca Abenavoli, candidata al C.S.M. per le elezioni del 18 e 19 settembre 2022

    Intervista a Mariafrancesca Abenavoli, candidata al C.S.M. per le elezioni del 18 e 19 settembre 2022 

    di Antonella Magaraggia 

    Come ti racconteresti a un elettore che non ti conosce?

    Sono entrata in magistratura nel 1999 e da allora ho sempre svolto attività giudiziaria, dapprima quale giudice presso il Tribunale di Vigevano, un ufficio di piccole dimensioni in cui ho svolto funzioni promiscue ma prevalentemente civili e poi, nel 2013, presso il Tribunale di Torino dove ho svolto funzioni di giudice delegato ai fallimenti il primo anno e successivamente sono stata trasferita presso la sezione gip-gup dove mi trovo tuttora. A Torino sono entrata in contatto con i colleghi di Area e ho iniziato a seguire da vicino l’attività associativa che mi ha molto arricchito, consentendomi di guardare oltre il mio fascicolo e di confrontarmi su temi di ordine più generale, sguardo di cui oggi non riuscirei più a fare a meno.

    La consiliatura che volge al termine è stata travolta dalla cd. questione morale, che ha portato la magistratura a un minimo storico di credibilità, sia all’interno che nella valutazione dei cittadini. In che modo si può invertire la rotta?

    Sarà fondamentale, proseguendo nel percorso tracciato dai consiglieri di AdG, mantenere fermezza nel rifiutare logiche corporative o clientelari operando sempre secondo le regole e, quanto ai posti direttivi e semidirettivi (per ottenere i quali si sono riempite di messaggi le chat di Palamara e co.), selezionando il candidato più idoneo per il posto a concorso. Occorrerà peraltro non enfatizzare il ruolo della dirigenza, limitando così la tendenza al “carrierismo”, in contrasto con il principio costituzionale per cui i magistrati si differenziano solo per funzioni. Molto è stato fatto nell’attuale consiliatura, con le nuove circolari sull’organizzazione degli uffici, giudicanti e requirenti, che limitano il potere del dirigente di delegare a terzi i propri compiti e con il rigoroso rispetto della regola di calendarizzazione delle pratiche in ordine cronologico, criterio recepito dalla riforma Cartabia, per evitare le famose “spartizioni”.

    L’attività del Consiglio è spesso -e ingiustamente- ricondotta alle nomine dei direttivi e dei semidirettivi. In realtà riguarda molto altro (l’organizzazione degli uffici, le condizioni di lavoro, le valutazioni di professionalità, i carichi di lavoro ecc.). Ritieni che ci siano cambiamenti da portare?

    Indubbiamente oggi quando si parla di CSM si parla solo di nomine dei dirigenti, mentre una grande ed importante fetta dell’attività del Consiglio riguarda altri temi fondamentali per l’assetto della magistratura: il controllo sull’organizzazione interna degli uffici, strumento fondamentale per inverare il principio costituzionale del giudice naturale e per riportare al centro della nostra organizzazione l’idea di una magistratura orizzontale, nella quale i magistrati si distinguono solo per funzioni; gli aspetti relativi alla mobilità ed all’utilizzo delle risorse (ad es. con le applicazioni extradistrettuali), soprattutto nell’attuale situazione di gravissime scoperture degli organici dei magistrati; la definizione delle pratiche di valutazione di professionalità e/o di conferma dei magistrati con funzioni direttive o semidirettive, che devono divenire molto più celeri di adesso, soprattutto laddove vi siano criticità già segnalate dai Consigli Giudiziari.

    La riforma del Consiglio potrà essere l’occasione per migliorare e razionalizzare l’organizzazione del lavoro, che a mio avviso deve anche primariamente svolgersi con attenzione al continuo raccordo con i Consigli Giudiziari.

    Nei programmi di ogni tornata elettorale si parla di trasparenza dell’attività del Consiglio e di semplificazione delle procedure, finalità solo in parte raggiunte. Quali le tue proposte?

    Credo che questo sia uno dei principali obiettivi su cui il prossimo CSM dovrà lavorare. Al fine di evitare logiche clientelari sarà importante potersi rivolgere all’istituzione per conoscere lo stato delle proprie pratiche (potrebbe anche pensarsi ad un ufficio relazioni con il pubblico); anche il sito del CSM dovrà essere migliorato per rendere la ricerca dei provvedimenti del Consiglio più facilmente accessibile; fondamentale sarà anche l’invio, tramite canale istituzionale, degli esiti delle pratiche la cui gestione non va lasciata ai singoli gruppi. Sarà importante che i consiglieri eletti in AdG proseguano nella redazione delle comunicazioni quasi settimanali (Diari e Post It), nelle quali vengono spiegati i motivi delle scelte fatte, nell’ottica del “rendere conto” in maniera pubblica e trasparente. Occorre infatti recuperare la credibilità di questa fondamentale istituzione nata per garantire l’autonomia e l’indipendenza della magistratura e avvicinare al Consiglio, rendendone comprensibile l’operato, anche i colleghi più giovani che mi sembrano sempre più distanti dall’autogoverno.

    Gli uffici sono attualmente impegnati nell’attuazione del programma riguardante PNRR, anche tramite gli Uffici per il processo. Come pensi debba muoversi il Consiglio nel monitorare/valutare i risultati e nei rapporti con il Ministero della giustizia?

    Si tratta di un tema che, come è noto, riguarda soprattutto l’attività del Ministero. Ciò che potrà fare il Consiglio, direzione nella quale peraltro mi risulta si stia già muovendo, sarà diffondere linee guida efficaci che aiutino tutti gli uffici nello smaltimento dell’arretrato al fine di porre la magistratura in condizioni di raggiungere gli obiettivi del PNRR, ma occorrerà soprattutto che il CSM vigili affinché l’eventuale fallimento degli obiettivi non sia addebitato ai magistrati se gli stessi non hanno ottenuto risorse adeguate. A tal proposito, va evidenziato come molti uffici non abbiano ancora avuto la dotazione di personale e strutture necessarie per il funzionamento dell’Ufficio per il processo.

    In tre parole, come vorresti definire il Consiglio che verrà?

    Serio, efficiente e autorevole.

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