Pubblichiamo l'appello dei giuristi italiani che invoca il rispetto del diritto internazionale per la tutela dei diritti umani e la persecuzione dei crimini contro l'umanità, Giustizia Insieme è tra i firmatari.
***APPELLO GIURISTI per GAZA: rescoconto dell'organizzazione*** (1 ottobre 2025)
In allegato l’elenco aggiornato e definitivo delle adesioni all'iniziativa promossa fra il 22 settembre ed il 1 ottobre 2025, anche per eventuale ulteriore diffusione.
Si contano 3135 giuristi fra magistrati, avvocati, professori universitari e altri studiosi del diritto.
Scorrendo i tanti nomi, le diverse funzioni e la provenienza di chi ha aderito all'iniziativa, siamo confortati nel sapere, e grati di poter far sapere, che la tutela dei diritti fondamentali continua ad essere un impegno trasversale e condiviso.
Questa breve iniziativa naturalmente non esaurisce la necessità di continuare a custodire il patrimonio giuridico, prezioso e fragile, della tutela dei diritti umani attraverso gli strumenti del diritto internazionale pubblico e del diritto internazionale penale. Né quella di rendere riconoscibile e utile il nostro impegno come magistrati, anche attraverso le tante altre possibili forme che l'ANM ha individuato e saprà continuare ad individuare.
Grazie...
(e un ringraziamento speciale a Bianca Agostini, Sara Posa e Alessia Mussi: senza il loro aiuto non ce l'avremmo fatta)
Valeria Bolici, Marco Imperato
PS. Ci scusiamo se non tutti gli aderenti sono stati inclusi nella lista o se c’è ancora qualche errore refuso: la gestione delle adesioni è stata resa difficoltosa dalla travolgente risposta, e la abbiamo gestita come meglio potevamo.
APPELLO dei GIURISTI per GAZA
Di fronte alle notizie sulla violazione sistematica e protratta del diritto alla vita e degli altri diritti fondamentali della popolazione civile di Gaza, il silenzio ha smesso da tempo di essere un’opzione.
Come giuristi, sentiamo il dovere di ricordare che lo Stato italiano, per Costituzione e per legge, e con l’adesione a trattati e convenzioni, ha scelto la tutela dei diritti fondamentali e la persecuzione dei crimini internazionali.
Le ragioni di questa scelta sono tra l’altro compendiate nello Statuto della Corte Penale Internazionale, firmato a Roma nel 1998, sottoscritto da 125 Paesi, e ratificato con legge dello Stato nel 1999.
Vogliamo ricordare queste ragioni, unitamente ai rappresentanti dell’Avvocatura e dell’Università che vorranno aderire, leggendo ogni giorno - nelle aule d’udienza e in quelle universitarie - il preambolo allo Statuto della Corte Penale Internazionale, per testimoniare che le coscienze di chi ogni giorno contribuisce all’amministrazione della giustizia non sono indifferenti alle ingiustizie perpetrate nei confronti dei più deboli, e per fare appello a tutte le istituzioni perché si pretenda il rispetto del diritto e dei diritti fondamentali dei civili.
Questo il testo che vorremmo leggere ogni giorno pubblicamente nelle aule di udienza:
“Preliminarmente, il Tribunale intende oggi ricordare quanto enunciato nella Legge 12 luglio 1999, n. 232, di Ratifica ed esecuzione dello statuto istitutivo della Corte penale internazionale - e segnatamente nel suo Preambolo.
‘Consapevoli che tutti i popoli sono uniti da stretti vincoli e che le loro culture formano un patrimonio da tutti condiviso, un delicato mosaico che rischia in ogni momento di essere distrutto;
Memori che nel corso di questo secolo, milioni di bambini, donne e uomini sono stati vittime di atrocità inimmaginabili che turbano profondamente la coscienza dell'umanità;
Riconoscendo che crimini di tale gravità minacciano la pace, la sicurezza ed il benessere del mondo;
Affermando che i delitti più gravi che riguardano l'insieme della comunità internazionale non possono rimanere impuniti e che la loro repressione deve essere efficacemente garantita mediante provvedimenti adottati in ambito nazionale ed attraverso il rafforzamento della cooperazione internazionale;
Determinati a porre termine all'impunità degli autori di tali crimini contribuendo in tal modo alla prevenzione di nuovi crimini;
Rammentando che è dovere di ciascuno Stato esercitare la propria giurisdizione penale nei confronti dei responsabili di crimini internazionali’
procediamo con la trattazione dell'odierna udienza.”