Uno bianca per chi l'ha vista una storia per chi non c'era è il progetto di storia pubblica partecipata nato da un'idea di Maurizio Matrone, scrittore ed ex poliziotto.
La cosiddetta Banda della Uno Bianca era composta principalmente da poliziotti che, per sette anni e mezzo, hanno agito indisturbati nel nostro territorio, tra Bologna, la Romagna e Pesaro. Il nome era legato al fatto che per mimetizzarsi rubavano e poi usavano spesso Fiat Uno di colore bianco, molto diffuse all’epoca. I numeri ufficiali raccontano 23 morti, 114 feriti e 102 azioni criminali tra il 1987 e il 1994. È considerata la strage diffusa più duratura che la storia della Repubblica ricordi. Una storia ancora aperta, che va raccontata.
Questo progetto è promosso dalla Associazione Vittime della Uno Bianca con il sostegno dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna e la collaborazione di numerose associazioni, enti, istituzioni e archivi dell'Emilia Romagna, con l'obiettivo di mantenere viva, rinnovare, approfondire e divulgare la memoria degli avvenimenti e delle vittime, delle persone e dei luoghi, dei processi storici e culturali per testimoniare alle nuove generazioni un senso civico e di cittadinanza attiva.
Quattro mostre, dieci incontri, un sito web. Molto ricco il calendario di eventi che parte a novembre e arriva fino a gennaio per promuovere il ricordo delle vittime di quegli eventi.
Il punto di riferimento è il sito web www.unobianca.it che raccoglie e ordina, in forma digitale e permanente, un archivio sui fatti e la storia della Uno bianca. Il contenuto dell'archivio è vario ed è in divenire, perché i cittadini possono continuare a offrire testimonianze e contributi di ogni tipo.
Oltre al sito, quattro mostre e dieci incontri collegati. Le iniziative si svolgono a Bologna a partire da novembre 2025.
Ogni iniziativa rappresenta, sia nel mondo digitale sia nella dimensione analogica, un’indagine storica sulla reazione, sullo sgomento, sull’emozione, sullo sdegno e sull’impegno della società civile. Ognuna delle attività propone un tipo di sapere comunitario e condiviso attorno a quei terribili fatti.
Le mostre
Uno Bianca – Memorie da una città ferita allestita presso la Sala Ercole del Comune di Bologna, espone, attraverso un percorso emotivante, una mappa organica e ordinata di “fatti” raccontati dalla società civile quale viva testimonianza dell’epoca: articoli, fotografie, giornali e interviste. Nel percorso il visitatore potrà farsi un’idea sia degli eventi criminali sia del periodo storico. L’allestimento è proposto dagli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Bologna (del corso di Scenografia e allestimenti degli spazi espositivi) la sonorizzazione è a cura della compositrice Paola Samoggia, mentre le video-interviste sono raccolte da un team del Master in Giornalismo di Bologna.
Uno Bianca_Bianco e Nero, allestita presso il MAMBO, presenta una ricca selezione delle fotografie scattate da Luciano Nadalini, uno tra i testimoni più lucidi e sensibili della cronaca degli anni della Uno Bianca.
Uno Bianca – Identikit: i volti della paura, allestita presso la Biblioteca dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna, la mostra espone 9 tavole 35×50 degli identikit originali disegnati da Giovanni Battista Rossi, riguardanti la banda della Uno Bianca.
Uno Bianca – Documenti da un processo sarà allestita nel corso del 2026 presso il chiostro dell’Archivio di Stato di Bologna ed esporrà i fatti degli eventi criminali da un punto di vista prettamente giudiziario. Grazie al contributo della Regione Emilia Romagna si è raggiunta la digitalizzazione degli atti processuali bolognesi e oggi, ogni tipo di materiale poliziesco e giudiziario, è conservato presso l’Archivio stesso. L’allestimento offrirà un segno tangibile della numerosità e complessità “fisica” dei faldoni, dei documenti e dei reperti, tra una selezione di atti cartacei, fotografie e registrazioni audio e video.
Gli incontri
Uno Bianca – Raccontare il crimine. Il racconto del crimine tra fonti, testimoni, cronaca, storia e finzioni – con il contributo dell’Università Federico II di Napoli e la collaborazione della Biblioteca dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna, di ScriptaBo Aps e dell’Archivio di Stato. Un laboratorio per i giovani e quattro tavole rotonde dedicate alla narrazione del crimine da diverse prospettive.
Uno Bianca – Uno spazio di Teatro Pubblico. In collaborazione con il quartiere Navile, tre appuntamenti di carattere divulgativo dove giornalisti, attori, studiosi, criminologi e un ex poliziotto raccontano l’intera vicenda nelle molteplici e potenti forme del linguaggio teatrale.
Uno Bianca – Mirare allo Stato. In collaborazione con il quartiere Navile e la Biblioteca dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia Romagna, un cineforum e un incontro sul film documentario del 2019 che racconta la tragedia della Uno Bianca con il prezioso contributo degli studenti delle scuole secondarie superiori.
“Il progetto Uno Bianca è una chiamata alla memoria dal punto vista della società civile”, ha spiegato Matrone. “È un’indagine storica sulla reazione, sullo sgomento, sull’emozione, sullo sdegno e sull’impegno dei cittadini davanti ai tragici episodi criminali accaduti tra il 1987 e il 1994 (sette anni e mezzo di terrore) e ai loro responsabili quasi tutti uomini delle forze di polizia. È un invito per chi ha vissuto quel periodo, e per chi non c’era, a non dimenticare affinché fatti del genere non accadano mai più.”
