GIUSTIZIA INSIEME

ISSN: 2974-9999
Registrazione: 5 maggio 2023 n. 68 presso il Tribunale di Roma

    Procure: leoni, ma non sotto al trono!
    Un adagio del filosofo e politico Bentham voleva che i magistrati fossero leoni sotto al trono, ovvero un potere forte e autorevole che incutesse timore a tutti... tranne che ai potenti!

    Anche nel nostro Paese è sempre esistito il desiderio di ricondurre a questo modello la magistratura, ovvero un potente ordine sottomesso alla volontà del sovrano e che non disturbasse il manovratore.
    Peccato che in questo modo non avremmo davvero la separazione dei tre poteri e non ci potremmo dire pienamente democrazia liberale. Peccato che questo non lo consenta la Costituzione, che vuole la magistratura indipendente e sottomessa solo alle leggi ... non al trono, che non dovrebbe proprio esistere nel nostro Paese, anche se poi sappiamo bene come esista una classe di politici, amministratori e imprenditori che si ritiene al di sopra delle regole e vuole liberta' di manovra. Di solito per fare i propri interessi e non quelli del Paese.

    Per garantire un efficace controllo di legalità anche verso i potenti e il potere è indispensabile avere Procure indipendenti e messe in condizione di fare inchieste adeguate e approfondite in ogni direzione venga segnalata una notizia di reato.
    Ciò è tanto più vero in Italia, dove la criminalità del potere non è stata un incidente di percorso ma un vero fiume carsico che ha costantemente minacciato e inquinato il potere legittimo: pensiamo alla mafia, alla corruzione e al terrorismo... (si legga e si rilegga sul punto "il ritorno del Principe" di Scarpinato).

    Una norma nascosta nel ddl sulla giustizia sul quale il Governo starebbe per porre la fiducia al Senato minaccia questo ruolo della magistratura e delle Procure in particolare, compiendo un passo invece in direzione del modello che ci vuole appunto leoni, ma sotto al trono...

    Mi riferiso alla norma che vuole imporre al Pubblico Ministero di esercitare l'azione penale entro 3 mesi dalla fine delle indagini, a pena di avocazione automatica delle stesse presso la Procura Generale presso la Corte d'Appello.
    Sembrerebbe una disposizione anche logica e ragionevole, se non fosse che la realtà di un ufficio di Procura rende spesso molto difficile rispettare rigorosamente questi termini.
    Non per un sapiente uso manipolatorio della norme, come l'Unione Camere Penali ha detto, immaginando così un PM perverso che in modo arbitrario e capriccioso decide di far passare il tempo giocando con la prescrizione per tenere in scacco i suoi indagati...
    Ma perche' i fascicoli sono troppi, le procedure complesse e le risorse scarse (oltre al fatto che non sempre tutti fanno il massimo, ma questo è problema diverso da risolvere in altro modo).
    Io ho quasi 1000 indagini contro noti (oltre a i processi in corso), mentre vi garantisco che basterebbero le dieci inchieste piu' delicate e impegnative del mio ruolo per assorbirmi completamente. E la mia situazione di affogamento è condivisa dalla maggior parte dei pm italiani, anzi..molti stanno peggio.

    Per riuscire a coltivare le inchieste più complesse si fanno i salti mortali e invece adesso ci viene chiesto di darci una mossa come se fossimo sulla spiaggia ad oziare.
    Come se si chiedesse a un chirurgo di finire la sua operazione nel tempo previsto anche se sorgono complicazioni, anche se nel frattempo deve andare anche in pronto soccorso, anche se gli mancano tutti gli attrezzi, anche se nel corso dell'intervento scopre altre e più gravi malattie.

    Ma che modo è di aiutarci a fare il nostro lavoro?
    Certamente la ragionevole durata del processo è un valore altissimo ma va perseguito insieme all'affermazione della legalità e non a discapito di questa, costruendo un sistema che si occupi solo di piccole vicende e sia impegnati a produrre numeri piuttosto che a cercare di capire, scoprire, approfondire...

    Una Procura che si occupa solo delle favelas, di rapine violenze e truffe, non è una Procura che tuteli davvero la legalità per tutti i cittadini italiani, ma rischia di diventare sempre un organo normalizzato e burocratizzato al servizio del potere.
    Un leone sotto al trono, un leone potente, ubbidiente e temo scodinzolante...

    Non è questo che vuole la nostra Costituzione.
    La legalità deve essere e restare il potere dei senza potere, ciò che garantisce davvero che siamo tutti uguali davanti alla legge... perché non ci sono troni, ma solo cittadini con diritti e doveri!

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