Gli attori della giustizia
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Il concorso in magistratura: istruzioni per l’uso da una (ex) insider

Intervista di Enrico De Santis a Elisabetta Pierazzi


Cosa si deve aspettare chi ha deciso di partecipare al concorso in Magistratura? Domande e risposte tra chi è nel pieno dello studio e chi il concorso lo ha fatto due volte, da candidata e da componente della Commissione di esame.

 

1. Dott.ssa Pierazzi, lei è stata componente della Commissione d'esame del Concorso in Magistratura nel 2010: sulla base della sua pregressa esperienza, quali sono stati i criteri che hanno guidato voi commissari nella scelta delle tracce?

Prima di pensare a delle tracce abbiamo ragionato insieme per capire quale fosse il nostro obiettivo. Certamente avevamo la necessità di individuare argomenti che ci aiutassero a "fare una selezione" tra i candidati, dato che gli iscritti erano circa 6000, ma volevamo anche che si trattasse di tracce che ci consentissero di valutare la conoscenza degli istituti e la capacità di ragionare in un'ottica ordinamentale complessiva. Abbiamo anche deciso di escludere gli argomenti sui quali i commissari avevano scritto di recente, per evitare tracce eccessivamente prevedibili e premiare un approccio “furbo” all’esame.

Ci siamo dati questi criteri di massima, e poi ognuno ha indicato, anonimamente, una traccia, in competa libertà. Tra queste sono state votate le tre per ciascuna materia tra le quali, come per legge, è stata pubblicamente estratta quella sottoposta ai candidati.

 

2.    Scorrendo sul sito del Ministero della Giustizia l’elenco delle tracce assegnate, le commissioni di concorso sembrano orientate, almeno negli ultimi anni, nel prediligere temi di stretta attualità giurisprudenziale. Nell’ultimo concorso - forse anche a seguito delle note polemiche sui corsi privati di preparazione al concorso - sono state formulate tracce di diverso respiro, quasi dottrinale. L’esito del primo approccio potrebbe essere quello di premiare una conoscenza, e quindi una preparazione, molto puntuale e casistica. L’esito del secondo potrebbe essere invece l’opposto, oltre a favorire un’estensione della discrezionalità delle commissioni in sede di valutazione. Quale è la sua opinione a riguardo?

Credo che si debba partire dalla consapevolezza che il concorso in magistratura non mira a selezionare teorici del diritto ma operatori pratici, sostenuti da una solida preparazione teorica, che devono avere una conoscenza e prima ancora un sincero interesse per i casi concreti e le ricadute che le scelte giurisprudenziali hanno nel mondo reale.

Come in parte ho detto rispondendo alla prima domanda, l'esigenza di selezionare non indicando tracce eccessivamente generaliste, con questi numeri, c'è; ma c'è anche l'esigenza di allontanarsi dal modello di conoscenza prevalentemente teorica dell'Università e delle scuole di specializzazione, premiando anche, indubbiamente, uno studio meno scolastico e più critico e l'approfondimento sui temi più attuali.

Per quanto mi riguarda credo che la scelta delle tracce debba sempre tenere insieme questi due aspetti. 

 

3. E’ di certo importante scrivere un elaborato concorsuale che sia di qualità nei contenuti, tuttavia quanto rilievo viene dato alla forma dell'elaborato in sede di correzione? E quali sono gli elementi che la commissione tende ad apprezzare?

Può sembrare scontato, ma la correttezza della forma è il primo requisito, anzi il prerequisito per la valutazione di sufficienza di un elaborato. Purtroppo durante la correzione ci siamo imbattuti in errori grammaticali e sintattici che francamente non ci aspettavamo da candidati di un concorso di secondo grado. Data per presupposta comunque la necessità della mancanza di carenze di questo tipo, la chiarezza della forma e la capacità di organizzare un discorso strutturato per punti logicamente interconnessi è certamente apprezzata.

Quanto agli stili individuali, ognuno ha il suo e questo non è certamente un problema; per conto mio, mi sento di sconsigliare il ricorso al "latinorum", che tra l'altro è spesso fonte di tremendi scivoloni... difficili da dimenticare.

 

4. Quale peso viene dato alla conoscenza delle opinioni dottrinali e le pronunce giurisprudenziali più recenti?

E' un elemento che può fare la differenza in termini di voto, ma solo se dalla lettura della traccia emerge anche una solida conoscenza e direi confidenza con gli istituti di base. Se, viceversa, le pronunce non sono citate, ma il candidato dimostra di sapere sviluppare un ragionamento coerente per rispondere alle questioni poste dalla traccia, non sarà l'assenza di queste citazioni a rendere l'elaborato insufficiente.

 

5. Il concorso si compone anche di una prova orale nella quale è richiesta la conoscenza di diverse e numerose materie.  Qual è, secondo lei, un buon modo di prepararsi al meglio al colloquio orale? C'è un approccio valutativo diverso tra prove scritte ed orali di cui bisogna tenere conto?

Tutti i magistrati che compongono le commissioni di concorso ricordano come fosse ieri il loro esame orale... quindi l'approccio è generalmente rassicurante, perché mettere a proprio agio il candidato è il primo passo per il buon esito dell'esame. Le materie sono veramente moltissime; anche in questo caso, non ci sono trucchi. La preparazione non si improvvisa, occorre uno studio costante che renda possibile studiare e ripassare in contemporanea le materie affrontate da più tempo.  Tieni conto comunque che la maggiore selezione è fatta agli scritti, quindi la prova va affrontata con serietà ma anche con fiducia: la capacità di non perdersi d'animo se non si conosce la risposta alla domanda fatta dal commissario, e proseguire l'esame senza andare nel pallone è un elemento valutato molto positivamente. Diciamo che è un buon test predittivo della tenuta di fronte alle molte situazioni stressanti che ci si troverà ad affrontare nel lavoro!

 

6.  Quale consiglio si sente di dare a tutti coloro che si stanno preparando per il concorso appena bandito?

 Non so se è un consiglio, ma certamente è una informazione importante: la preparazione al concorso in magistratura è una maratona, e non una gara di velocità! E' normale che ci siano momenti di stanchezza e di scoraggiamento, che ognuno supera a suo modo, ad esempio studiando o ripetendo in gruppo o in coppia, o concedendosi un piccolo stacco, ma l’unico consiglio che mi sento di dare è di non mollare perché il nostro è un lavoro bellissimo per il quale vale la pena impegnarsi... Vi aspettiamo!

 

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