Diritto dell’emergenza Covid-19 e recovery fund
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La giustizia contro il Covid-19 in Francia, Grecia e Romania. Esperienze a confronto

La giustizia contro il Covid-19 in Francia, Grecia e Romania. Esperienze a confronto.

di Betta Pierazzi

Dopo il resoconto della Presidente del Tribunale di Lisbona, Giustizia Insieme prosegue nella pubblicazione dei contributi che ci giungono dai colleghi di altri Paesi dell'Unione europea colpiti dall'emergenza coronavirus. Per condividere non solo i problemi di questa crisi globale, ma anche le diverse possibili risposte, e perché dopo anni di formazione giudiziaria europea è naturale allargare lo sguardo. E anche perché dalla visione sinottica delle misure adottate emergono più chiaramente, nelle loro diverse declinazioni,  le linee di fondo comuni della legislazione emergenziale europea: i punti di forza da non disperdere e sui quali proseguire a lavorare (tra questi, prima di tutti, l'accelerazione impressionante all'informatizzazione della giustizia) e i temi sui quali mantenersi vigili, in primo luogo l'esercizio delle libertà fondamentali e le garanzie dei soggetti del processo.

Nel ringraziare tutte le colleghe e i colleghi che hanno speso parte del loro tempo per rispondere alla nostra richiesta, vogliamo inviare un particolare abbraccio ideale a  Mahrez ABASSI, presidente del Tribunale di Macon, che ha voluto raccontarci anche aspetti molto personali di una esperienza che ha lasciato il suo segno drammatico sulle vite di tante persone in Europa e nel mondo. Per chi volesse saperne di più, segnaliamo la pagina del sito dell'European Commission for the Efficiency of Justice (CEPEJ) presso il Consiglio d'Europa, dedicata alla panoramica delle misure adottate nei diversi Paesi per fronteggiare l'emergenza COVID-19 nei tribunali (raggiungibile all'indirizzo https://www.coe.int/en/web/cepej/compilation-comments ) Particolarmente apprezzabile, per i contenuti  e per l'ambizioso e inedito coinvolgimento da remoto di giudici provenienti da Paesi ai due lati del Pacifico, anche l'iniziativa della Rete Europea di Formazione giudiziaria EJTN alla quale ha aderito per l'Italia la Scuola Superiore della Magistratura. Il 23 aprile alle 17:00 ha previsto un webcast aperto alla partecipazione di tutti i giudici UE e USA, che discuteranno di come Italia, Spagna, Germania e Stati Uniti stanno gestendo la crisi pandemica da COVID-19. Non ci sono limiti di partecipazione; per registrarsi al webcast occorre visitare il sito: https://judges.webex.com/judges/k2/j.php?MTID=t9681e4181f6330f9e1f60068e99b94a9

La vita di un tribunale francese in piena crisi sanitaria da Covid19

Mahrez ABASSI, Presidente del Tribunale Giudiziario di Mâcon.

Quando ci sono arrivate dalla Cina le prime informazioni che ci avvisavano della nascita e della diffusione di un nuovo virus, in pochi se ne sono sentiti coinvolti. Tutto sembrava così lontano…

Cinque lettere e due cifre che purtroppo oggi ci sono divenute molto familiari : Covid19. E così, sul fronte europeo, l’ondata virale che, al principio, ha toccato così duramente l’Italia, si è abbattuta sulle altre nazioni, tra cui la Francia, senza risparmiare quasi alcun territorio.

L’amministrazione giudiziaria francese ha perciò dovuto adottare delle misure al fine di proteggere i suoi magistrati, i funzionari, l’insieme degli ausiliari della giustizia così come gli imputati che, molto spesso, sono tra i soggetti più vulnerabili.

Già da alcuni decenni, la Francia aveva riflettuto sulla messa in opera di misure speciali per il funzionamento dei tribunali in caso di gravi situazioni che avessero interessato la loro attività : il piano di « continuité d’activité ». Questo documento, elaborato dalla triarchia direzionale di ciascuna giurisdizione – il presidente del tribunale, il procuratore della Repubblica e la direzione amministrativa – è stato messo in opera in tutti i tribunali di Francia a partire dal 16 marzo 2020.

Il piano si propone un triplo obiettivo : determinare i soli servizi urgenti che vengono mantenuti ; indicare il numero ristretto di magistrati e di funzionari necessari per assicurare la continuità di ogni servizio ; precisare le condizioni in cui proseguire le attività, sia da un punto di vista materiale (il recupero dei fascicoli, il telelavoro, le attività in aula etc…)  sia informatico e logistico (luogo di esercizio).

A Mâcon, in concreto, sono state adottate le seguenti soluzioni :

1.I servizi mantenuti :

2.Il numero di personale :

-Per ogni servizio, è previsto un minimo di magistrati e di funzionari, almeno un giudice e un cancelliere.

-Gli avvocati si sono organizzati per essere sostituiti da un unico collega nel corso di ciascuna udienza.

-Sono state adottate delle misure eccezionali per assicurare la sicurezza sanitaria di tutti :

3.Le condizioni di esercizio :

Per tutti gli operatori giudiziari è stato messo in opera il telelavoro, quando possibile, o dei congedi speciali di assenza .

I procedimenti civili con presenza di avvocati sono stati definiti senza udienza, ovvero con il deposito di memorie in un luogo del tribunale, con una data di deliberazione comunicata alle parti tramite la nostra rete di comunicazione elettronica.

Per consentirci di adottare queste misure senza superare i numerosi termini previsti (ordini di carcerazione, prescrizione, perenzione, decadenza, termini vari…), il 25/3/2020 il Governo ha emanato alcune ordinanze, la n° 2020-303 in materia di procedura penale e la n° 2020-304 in materia di procedura civile.

Allo stesso modo, per la durata della quarantena, sono state assunte delle disposizioni per permettere alle persone convocate dall’autorità giudiziaria o amministrativa di spostarsi, misura che inizialmente non era stata prevista.

Sotto un profilo meno tecnico, il periodo ha richiesto una eccezionale capacità di adattamento a tutti i livelli.

I magistrati e i cancellieri non sono dei superuomini e, come chiunque, hanno paura di essere contagiati. Nel mio tribunale, si sono manifestati numerosi casi con sintomi e io stesso ne sono stato personalmente toccato, poiché mia moglie, infermiera, e i miei figli sono stati colpiti dal Covid19. Per questo, si è deciso di continuare a mantenere il servizio pubblico della giustizia adottando delle misure per proteggere la salute di tutti e lottare contro la diffusione del coronavirus. Da parte mia, mi sono imposto una quarantena rigorosa e non ho visto la mia famiglia per circa un mese, trascorrendo quasi tutto il mio tempo in Tribunale, 7 giorni su 7, nel cuore della crisi sanitaria.

Perché l’attività giudiziaria non è affatto diminuita, al contrario. Ci sono stati reati (violenze coniugali, furti di derrate alimentari e di mascherine…) e istanze riguardanti i più vulnerabili (minori, incapaci, espulsioni) che è stato necessario trattare.

La sfida più grande, come presidente, si è giocata su tre fronti : predisporre un’organizzazione flessibile e premurosa per assicurare il turn-over dei magistrati e dei funzionari ; portare ogni giorno un sostegno morale indispensabile a tutti gli operatori attraverso un ascolto e una presenza permanente ;sopportare la solitudine lontano dalla propria famiglia.

A Mâcon, Bergamo, Hannover o Toledo, esiste un legame invisibile e forte che unisce tutti i magistrati e i cancellieri : la fede. Quella che riponiamo in noi stessi e che ci permette di operare per assicurare alle nostre città una pace sociale, nonostante i media e i politici lo passino sotto silenzio. Ma poco conta questa assenza di riconoscenza perché, al termine di una giornata sfibrante, resta comunque la soddisfazione d’aver realizzato INSIEME una missione essenziale : rendere giustizia.

     

Le misure della Grecia per l’emergenza Coronavirus.

di Alexandra Alidromiti, Giudice a Irinodikio, Athinon (Tribunale civile di primo grado ad Atene)    

L'umanità sta affrontando una crisi globale a causa del coronavirus COVID-19, che è apparso in Cina e si è diffuso molto rapidamente in tutto il mondo. In Grecia il primo caso è apparso il 26 febbraio: era una donna greca della Grecia settentrionale che aveva viaggiato nel Nord Italia (Milano). Oggi per fortuna è guarita ed è a casa.

Alla fine di febbraio al confine tra Grecia e Turchia improvvisamente è apparso un numero enorme di rifugiati e immigrati che ha iniziato a cercare di "invadere" la Grecia per raggiungere l'Europa centrale e settentrionale. Erano anche un pericolo molto grave per la salute pubblica. Quindi, il mio paese ha chiuso il confine per proteggere la salute dei cittadini. Un numero enorme di poliziotti e soldati sono stati trasferiti lì a guardia del confine lungo la riva del fiume Evros, aiutati da Frontex. Sul posto sono giunte anche molte personalità importanti dell'UE, riconoscendo l'importanza del problema.

Dopo il primo caso di coronavirus il governo ha agito in modo rapido ed efficiente, fino ad ora, con l’accordo e il sostegno di tutti i partiti politici. Il Primo Ministro ha deciso che la priorità è la salute di tutti i cittadini. A seguito dei suggerimenti del Comitato nazionale per la sanità pubblica, il presidente della Repubblica greca, il primo ministro e il governo hanno preso decisioni graduali per motivi preventivi di sanità pubblica: 1) all'inizio, il 10 marzo hanno deciso di chiudere tutte le scuole e università, 2) poi, il 13 marzo hanno deciso di sospendere le attività di ristoranti, bar, musei, teatri, centri commerciali e impianti sportivi, 3) il 16 marzo sono stati chiusi tutti gli esercizi commerciali, ad eccezione dei negozi di alimentari e delle farmacie. 4) Nella stessa data è stato deciso di sospendere temporaneamente le funzioni religiose di tutte le fedi e le religioni del paese. Tutti questi provvedimenti sono stati ulteriormente estesi fino al 10 aprile 2020[1]. 5) Il 18 e il 19 marzo hanno annunciato misure finanziarie a sostegno dei dipendenti e delle aziende e il 30 marzo le misure finanziarie che sarebbero entrate in vigore ad aprile 2020 (ad esempio il divieto di licenziamento dei dipendenti nel comparto privato, nelle imprese chiuse dopo i provvedimenti del governo, agevolazioni fiscali per tali attività ecc.). Infine, il 23 marzo sono state imposte restrizioni alla circolazione dei cittadini in tutto il paese, ad eccezione degli spostamenti per ragioni di lavoro, per la fornitura di generi di prima necessità e di medicinali, per esercizio fisico in non più di due persone insieme e alle uscite per gli animali domestici,  e dopo aver informato le autorità. Sono state introdotte misure rigorose per coloro che non osservano le misure (multe gravi e reclusione in alcuni casi). La parola d’ordine è diventata  #westayathome (# μενουμεσπιτι). Utilizzando come testimonial personaggi dello spettacolo, dei social e persone comuni si sta cercando di convincere la popolazione a rimanere a casa.    

Quanto al funzionamento della giustizia, dopo i primi provvedimenti del presidente della Repubblica greca e del primo ministro, il Ministro della Giustizia e il Ministro della Sanità hanno deciso, dal 16 marzo fino al 10 aprile[2], la sospensione temporanea delle attività di tutti i tribunali del paese, di tutti i termini legali e giudiziari per i procedimenti, della messa in esecuzione delle sentenze, dei procedimenti di esecuzione e di  messa all’incanto ad eccezione delle azioni strettamente necessarie, dell'emissione delle sentenze nei tribunali civili e amministrativi, degli ordini cautelari e dei processi per soggetti arrestati in flagranza se l'imputato è detenuto; per alcuni casi è stato previsto il potere del presidente del tribunale di decidere se trattare o rinviare processi già in corso.

I giudici greci, specialmente nei tribunali civili e amministrativi, riescono a gestire la maggior parte del lavoro da casa studiando files, documenti e testimonianze e scrivendo le motivazioni dei casi che hanno già giudicato in tribunale. Ora continuiamo a farlo, ma in circostanze diverse: lo stress è ovvio per tutti noi e per i cittadini. Lavoriamo con tutta la famiglia a casa o, alcuni di noi, in completo isolamento. Allo stesso tempo, per la prima volta, abbiamo adottato strumenti tecnologici con i quali siamo riusciti a fare conferenze a distanza tra di noi per continuare il nostro lavoro. Quando andiamo in tribunale, perché dobbiamo andare due giudici, almeno, ogni giorno nel mio tribunale per i casi urgenti, abbiamo paura di chi incontreremo. Stiamo provando a prendere precauzioni per proteggerci. La maggior parte dei greci obbedisce alle misure.

Ci sentiamo al sicuro, perché abbiamo verificato che le decisioni prese tempestivamente dal governo hanno consentito di controllare la diffusione dell’epidemia nel paese, almeno per ora. Abbiamo grandi difficoltà a rimanere a casa, ma pensiamo che le misure siano necessarie per la salute dei greci.

Sappiamo che il sistema di sanità pubblica non è in buone condizioni dopo 10 anni di crisi e dobbiamo aiutarlo rispettando le misure. Inoltre siamo preoccupati per l'economia del nostro paese. Dopo tanti anni di crisi le cose stavano andando meglio prima del coronavirus.

Cosa succederà il giorno dopo?  

Pensiamo anche a voi, cari colleghi e amici in Italia, in Spagna, in Francia, in Portogallo ... e inviando i nostri pensieri positivi e il nostro sostegno ... Speriamo che #tuttoandrabene!    

 

La Giustizia in Romania ai tempi del coronavirus

di Dragoș Călin-Copresidente dell'Associazione del Forum dei giudici rumeni; giudice alla Corte d'appello di Bucarest-

Ai sensi del decreto n. 195 del 16 marzo 2020, il Presidente della Romania ha decretato lo stato di emergenza su tutto il territorio della Romania, per un periodo di 30 giorni, a partire dal 16 marzo 2020. Durante lo stato di emergenza, l'esercizio di alcuni diritti civili è limitato nei termini e alle condizioni previsti dal Decreto. Con il decreto n. 240 del 14 aprile 2020 lo stato di emergenza nel territorio della Romania è stato prorogato per ulteriori 30 giorni, a partire dal 15 aprile 2020.   

1. Misure relative ai processi civili

Durante lo stato di emergenza, l'attività dei tribunali rumeni continua nei casi di particolare urgenza. In questi casi, se possibile, i tribunali adottano le misure necessarie per tenere le udienze in videoconferenza e procedono alla comunicazione dei provvedimenti via fax, e-mail o altri mezzi che assicurano la trasmissione del testo del documento e la conferma della sua ricezione.

L'elenco dei casi definiti di speciale urgenza speciale è stabilito dai tribunali competenti (l'Alta Corte di Cassazione e Giustizia e le corti di appello) come specificato nel Decreto, e il Consiglio Superiore della Magistratura fornisce indicazioni per di garantire una applicazione omogenea delle disposizioni. Il Consiglio superiore della magistratura, con decisione n. 417 del 24 marzo 2020, ha indicato le cause per le quali il giudizio non viene sospeso, tra le quali i procedimenti riguardanti la protezione dei minori, le misure cautelari, richieste di sospensione dell'esecuzione delle sentenze e qualsiasi altra richiesta che riguardi situazioni eccezionali che possono essere considerate di particolare urgenza.

Al fine di garantire un processo celere nei casi ritenuti urgenti, i tribunali, attenendosi alle regole sanitarie stabilite dalle decisioni del Comitato nazionale per le situazioni di emergenza speciali possono fissare termini più brevi, anche da un giorno all'altro, o rinviare le udienze su richiesta delle parti o d'ufficio.

Per i casi che non sono considerati urgenti i giudizi sono sospesi automaticamente, senza necessità di adottare alcun provvedimento. Verranno riassunti automaticamente alla cessazione dello stato di emergenza quando, entro 10 giorni, verrà fissata una nuova data di trattazione per ciascun processo per la quale verranno citate le parti. Nei casi che non sono ritenuti di particolare urgenza i termini per proporre appello già in corso alla data dell'entrata in vigore dello stato di emergenza sono sospesi, e nuovi termini della stessa durata riprenderanno a decorrere dalla data di cessazione dello stato di emergenza.

Le attività esecutive continuano solo nei casi in cui è possibile conformarsi alle norme sanitarie previste dal Decreto.  

2. Provvedimenti relativi alle indagini e ai procedimenti penali

Le attività di indagine proseguiranno esclusivamente nei casi indicati nel decreto ed in quelli ritenuti urgenti dal pubblico ministero: casi nei quali sono state applicate o richieste misure cautelari, casi riguardanti la protezione di vittime e testimoni, casi per l'applicazione di misure sanitarie obbligatorie e casi con persone offese  minorenni; casi nei quali il ritardo nelle indagini potrebbe danneggiare l'acquisizione della prova o la cattura dell'indagato/imputato e le attività di udienza preliminare; casi urgenti in relazione allo stato di emergenza nazionale, nonché altri casi urgenti considerati come tali dal pubblico ministero.

Nell’udienza preliminare e nel processo si trattano soltanto i procedimenti dichiarati urgenti dal giudice e quelli indicati nel decreto (reati in flagranza, misure cautelari, ricorsi contro sequestro di beni, cooperazione giudiziaria internazionale, misure riguardanti la protezione di vittime e testimoni, misure di sicurezza medica, reati contro la sicurezza nazionale, terrorismo o riciclaggio di denaro).

I termini per la comunicazione delle decisioni, per la presentazione di un reclamo e la decisione relativa a tali reclami vengono interrotti.

L'ascolto delle persone private della libertà deve essere effettuata mediante videoconferenza. Le gare d'appalto pubbliche per la vendita dei beni mobili sequestrati nel procedimento penale sono sospese. Si presume il consenso per la comunicazione di documenti procedurali in procedimenti penali tramite posta elettronica e, se necessario, gli organi giudiziari richiederanno urgentemente telefonicamente gli indirizzi e-mail per la comunicazione di documenti.

L'esercizio di alcuni diritti delle persone detenute è stato sospeso, mentre il tempo per le conversazioni telefoniche e online è stato aumentato di conseguenza.  

3. Esempi di pratiche ai tempi del coronavirus

Durante questo periodo i giudici non sono esonerati dal lavoro, al contrario, vengono sciolte le riserve e vengono redatte le motivazioni dei provvedimenti. L’impegno è quotidiano, effettuato soprattutto da casa, mancano solo udienze regolari.

L'associazione del Forum dei giudici rumeni ha chiesto al Consiglio superiore della magistratura rumena, al Ministero della giustizia, al Servizio speciale delle telecomunicazioni e a tutti i tribunali di attuare una digitalizzazione estesa e rapida dei tribunali rumeni.

Il 27 marzo 2020, la Corte d'appello di Timişoara ha ascoltato su WhatsApp un sospetto di furto, ritenuto contagiato dal coronavirus, e lo ha posto sotto controllo giudiziario in ospedale per non contaminare l'arresto.

In attuazione delle misure adottate per combattere la nuova pandemia di coronavirus le udienze del 30 marzo 2020 della Corte Suprema si sono svolte in videoconferenza, da località situate in entrambi gli uffici dell'Alta Corte di cassazione e giustizia. Il sistema è stato implementato da specialisti IT della Corte Suprema e ha funzionato senza problemi tecnici. Il 30 marzo 2020, l'Alta Corte di Cassazione e di Giustizia ha trattato procedimenti in una udienza alla quale hanno preso parte il Presidente dell'Alta Corte, i presidenti di sezione e un totale di 67 giudici, membri delle diverse unità giudiziarie, a cui si aggiungono gli assistenti magistrati e il rappresentante del Pubblico Ministero.    

[1] Le misure sono state ulteriomente prorogate fino al 27 aprile e, in vista della Pasqua Ortodossa, le autorità hanno imposto dal 17 al 19 aprile ulteriori restrizioni agli assembramenti e al transito delle auto per impedire gli spostamenti in campagna dove generalmente le famiglie si riuniscono per festeggiare o per raggiungere le seconde case. [n.d.r.]

[2] Vedi nota 1. [n.d.r.]


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